Per la pericoltura non c’è tregua. Servono aiuti immediati

pericoltura
Gianni Amidei
Oggi il settore si trova ad affrontare numerose e nuove avversità fitosanitarie, senza considerare i problemi derivanti dai cambiamenti climatici. È indispensabile ottenere in fretta l’uso eccezionale di alcuni prodotti che rivelano una certa efficacia, proprio alla luce dell’eccezionalità della situazione e parallelamente è necessario ottenere supporti per tutte le aziende che non possono reggere per il secondo anno di fila una perdita economica come quella del 2019

La pericoltura italiana ha visto negli ultimi anni diminuire in modo considerevole le superfici coltivate, si è passati da 40mila ettari a 31mila in soli dieci anni. Un calo che per la sola Emilia-Romagna, la più importante regione produttrice di pere a livello nazionale, è stato di circa 4mila ettari. È chiaro che la perdita di interesse verso una coltivazione dipende sempre dal mancato reddito del produttore e la pera in questi ultimi anni ha messo in luce molte criticità. Le ragioni partono da lontano, quando ormai un anno fa, in occasione di Futurpera, abbiamo portato all’attenzione la necessità di fare una riflessione importante sul motivo di una resa media per ettaro sempre troppo bassa e incapace di creare Plv.

L'Editoriale di rivista di Frutticoltura e di ortofloricoltura n. 7/2020

Nuove avversità fitosanitarie

Oggi però il settore si trova ad affrontare numerose e nuove avversità fitosanitarie, la cimice asiatica, la maculatura bruna, il marciume calicino, senza considerare i problemi derivanti dai cambiamenti climatici, che non si esauriscono infatti negli eventi sempre più frequentemente catastrofici, ma riguardano anche gli effetti sullo sviluppo delle nuove patologie e sull'incidenza dei costi di produzione, che diventano sempre più elevati per attuare una maggiore difesa.

Lo scorso anno tutti questi problemi si sono messi in evidenza e il risultato è stato una produzione nazionale di poco più di 360mila tonnellate, la più bassa in assoluto. Si erano contati i danni quantificati complessivamente per il Nord Italia in circa 270 milioni di euro fra produzione e post raccolta, sperando di non ritrovarci mai più in una situazione simile. Per dare l’idea della gravità del problema ricordiamo che è stato stimato che lo scorso anno i costi di produzione abbiano superato di circa 8mila euro la Plv a ettaro.

maculatura bruna
Danni da maculatura bruna

Produzioni in calo a causa della maculatura

Quest’anno a inizio luglio Oi Pera aveva stimato un calo produttivo del 12% rispetto alla media recente dovuto soprattutto alle gelate tra fine aprile e inizio marzo. Successivamente la situazione è notevolmente peggiorata: accanto ai problemi creati dal gelo di fine marzo/inizio aprile, soprattutto per ciò che riguarda la cinghiatura e rugginosità e a uno sviluppo dei frutti non perfetto, i frequenti ed enormi attacchi fungini di maculatura bruna hanno messo a rischio gran parte della produzione. I dati non possono essere ancora disponibili perché le raccolte sono tuttora in corso, ma è facile prevedere un ulteriore e considerevole calo del prodotto di buona qualità rispetto alla media.

Aiuti finanziari e uso eccezionale di alcuni prodotti

L’Oi Pera grazie al contributo dei suoi associati si è impegnata molto su diversi progetti di ricerca per contrastare la maculatura bruna, ma oggi si è in attesa dei risultati.
La soluzione a questi problemi sarà certamente un’azione integrata fra diverse tecniche, anche sul piano agronomico, ma in questo momento di eccezionale negatività è necessario e doveroso dare risposte immediate e aiuti finanziari concreti agli agricoltori, che non possono reggere per il secondo anno di fila una perdita economica come quella del 2019.
In attesa dei risultati della ricerca, è indispensabile ottenere in fretta l’uso eccezionale di alcuni prodotti che rivelano una certa efficacia, proprio alla luce dell’eccezionalità della situazione e parallelamente è necessario ottenere supporti per tutte le aziende che in questo importante e criticissimo momento stanno subendo forti penalizzazioni.


Le stime produttive per il 2020

Secondo le prime stime dell'OI Pera, che dovranno però essere riviste in negativo, il dato nazionale si pone su circa 642mila t (-12% rispetto alla media del quadriennio 2015-2018), raggiungendo il minimo degli ultimi 10 anni (dopo il 2019). In Emilia-Romagna con una produzione stimata di circa 424mila t, i quantitativi si pongono inferiori del 14% alla media 2015-2018. In particolare:  -15% sulla media 2015-2018 per le William,  -11% le Abate Fetel, -30% per le Conference, -18% per le Kaiser e -25% per le Decana.

Per la pericoltura non c’è tregua. Servono aiuti immediati - Ultima modifica: 2020-09-14T17:01:35+02:00 da Lucia Berti

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