Cresce la produzione mondiale di nocciole ma aumenta di più il consumo

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In un anno in cui è deficitaria solo la produzione nazionale, la tensione sui prezzi mostra il peso che ha la nostra qualità e l’origine

Aumenta la superficie a nocciolo, cala la produzione. L’impulso trasmesso dai progetti di filiera sulla corilicoltura italiana non raggiunge, quest’anno, l’obiettivo di aumentare la massa critica della nocciola italiana sui mercati mondiali. È il paradosso innescato dagli effetti dei cambiamenti climatici. «Nonostante la presenza – testimonia Pier Paolo Bertone, presidente di AscoPiemonte – di una buona fioritura ad inizio campagna, la produzione di nocciole in Piemonte è risultata abbastanza scarsa, molte sono le zone dove si sono avuti cali di produzione anche del 50-60% rispetto all’anno precedente».

Effetto “climate change”

Colpa dell’andamento climatico anomalo che ha colpito fin dai primi mesi del 2019 la penisola. «Prima le temperature elevate in febbraio – continua Bertone – hanno condizionato le impollinazioni, poi i repentini abbassamenti di temperatura e le piogge abbondanti nei mesi di aprile, maggio e a inizio giugno, hanno determinato una scarsa allegagione e un’abbondante cascola anticipata dei frutti. Cimice asiatica e forti precipitazioni durante le fasi di raccolta hanno poi fatto il resto, condizionando il risultato produttivo».

Anche in Campania il clima eccezionalmente caldo e asciutto dell’ultimo inverno ha penalizzato il nocciolo già a partire dalla prima fioritura. «In genere – afferma Riccardo Calcagni di Besana – il grosso della produzione, pari a circa l’80%, arriva dalla prima fioritura ma quest’anno il caldo ha provocato uno sfasamento colturale e buona parte del polline è andato disperso. Si è poi arrivati ad una seconda e addirittura ad una terza fioritura, ma ormai il danno era compiuto».

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Stime da rivedere

L’impatto di queste anomalie climatiche si riverbera sul bilancio produttivo nazionale dell’annata. Le superfici italiane sono in decisa crescita. Istat registra per il 2019 il record di 86.253 ettari coltivati pari a un incremento di 13 mila ettari rispetto a 4 anni fa. Un exploit che, a inizio anno, portava ad immaginare una proiezione produttiva di circa 150 mila t di nocciole in guscio. Una stima ottimistica che ora è da rivedere, visto che il responso della raccolta porta a un totale di non più di 75-85mila t. Una scarsità che colpisce soprattutto il Piemonte dove di nocciole ce ne sono proprio poche, passando dalle normali 11-12.000 t a 5-6.000 (sgusciate). Una situazione che pare ricalcare quella della campagna 2014-15, in cui un livello produttivo simile ha portato al boom delle importazioni di nocciole fino a 106mila tonnellate. Uno dei pochi anni in cui l’import ha superato di slancio la produzione nazionale. Un disavanzo record che rischia di essere superato quest’anno.

Le “performance” della Turchia

Perché fuori dall’Italia l’annata 2019 per il nocciolo è stata decisamente positiva. Inc (International nut & dried fruit council) ha infatti rivisto in rialzo a inizio novembre le sue stime sulla produzione annuale di frutta secca. L’associazione prevede una produzione totale di 4,5 Ml di t grazie a un incremento sostenuto di noce (969mila t, +10%) e nocciola (530mila t di prodotto sgusciato, +15%), quest’ultima grazie in particolare alle “performance” di Turchia, Francia e Spagna. La Turchia consolida così la sua posizione di leader mondiale con una quota produttiva che supera il 63% del totale, e questo nonostante l’aumento delle coltivazioni registrato da Inc in Italia ma anche in Azerbaijan (+63%), Georgia (+23%) e Usa (+22%) e in nuovi territori come Cile e Sudafrica.

Fig. 1 - I paesi top per produzione (sopra) ed export (sotto) di nocciole.

Grazie ad un’annata 2019 che al di là del Bosforo – diversamente da quello che è capitato nello Stivale – è stata particolarmente positiva sia per le rese che per le qualità, le esportazioni turche di nocciole hanno raggiunto un livello record tra settembre e ottobre. Il volume degli invii di Ankara oltre confine, secondo l’Associazione degli esportatori di nocciole e prodotti del Mar Nero, è aumentato così in questi due mesi cruciali del 72% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, raggiungendo quasi le 100 mila t.

Listini in subbuglio

Per i produttori italiani poteva essere la tempesta perfetta, visto il livello non paragonabile dei prezzi delle nocciole turche. Invece i listini del prodotto nazionale hanno dribblato il temuto impatto della globalizzazione dei mercati e anzi la nocciola italiana si è rivalutata in media in un anno del 26% circa, con punte del 35% per la Tonda di Giffoni (fonte: Ismea). Quotazioni che sono state addirittura in subbuglio nelle prime settimane di commercializzazione del nuovo raccolto per poi assestarsi, secondo le Camere di Commercio piemontesi, attorno ai 10 euro per punto di resa per la varietà Tonda gentile trilobata, 11,5 euro per le partite certificate con l’Igp “Nocciola Piemonte” (il punto resa è un indice che tiene conto dell’effettivo peso del frutto, il gariglio, rapportato a quello del guscio). Per arrivare al prezzo in €/chilo occorre moltiplicare il valore quotato per una percentuale che, secondo l’anno, varia tra 45 e 48% circa.

Prezzi medi mensili e incremento del prezzo varietale tra ottobre 2018 e ottobre 2019.

Una domanda che non accenna a calare

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consumo mondiale di nocciole (stime Inc, International Nut & Dried Fruit Council)

Oltre ai fattori interni, in favore di questa coltura giocano però soprattutto i fattori esterni. II consumo di nocciole continua infatti a crescere nel mondo ad un tasso superiore a quello dei nuovi impianti e delle produzioni. Inc ha registrato dal 2013 al 2017 un incremento da 358 a oltre 466mila t pari a +30% e nuovi decisivi mercati come quello cinese stanno gradualmente scalando la classifica dei consumatori top. Fino a diventare quest’anno il terzo sbocco commerciale per le produzioni di nocciole turche (dopo Germania e Italia). Nel periodo gennaio-ottobre 2019, secondo i dati nazionali turchi (fonte: www.trt.net.tr) i prodotti a base di nocciole e le nocciole sono infatti al primo posto delle esportazioni alimentari turche verso la Cina raggiungendo il valore complessivo di 71 milioni di dollari (+107% in un anno).

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Cresce la produzione mondiale di nocciole ma aumenta di più il consumo - Ultima modifica: 2020-02-17T10:10:49+01:00 da Lorenzo Tosi

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