Mosca mediterranea: nuovo pericolo per la frutticoltura settentrionale

Storicamente tipica delle aree meridionali, negli ultimi anni si sta registrando un’espansione delle aree soggette a danni da Ceratitis capitata

Ceratitis capitata, comunemente nota come mosca mediterranea della frutta (medfly), è un Dittero Tefritide che, dagli habitat di origine dell'Africa subsahariana orientale, si è espansa ovunque e attualmente con le sue infestazioni interessa quasi tutto il continente africano, la zona del Mediterraneo e del Medio Oriente, l’America settentrionale e meridionale, l’Australia occidentale e le isole dell'oceano Pacifico, Atlantico e Indiano. A livello mondiale è una delle specie più dannose a causa della sua elevata polifagia e di una elevata capacità invasiva. Per queste sue caratteristiche in molti paesi è una specie da quarantena e diverse legislazioni fitosanitarie pongono dei limiti alle esportazioni che provengono dai paesi in cui la specie è presente.

In Italia la mosca mediterranea è storicamente dannosa nelle aree centro meridionali e la sua pericolosità decresce al crescere della latitudine. Mentre nel sud Italia la mosca è una delle specie più importanti per la difesa degli agrumi, delle drupacee e delle pomacee, nella Pianura Padana la sua dannosità è sempre stata occasionale, legata a particolari andamenti climatici, e danni di rilevanza economica si registravano di tanto in tanto soltanto nel periodo di fine estate su kaki e molto occasionalmente alcune cultivar di melo e pero autunnali. Per questi motivi il monitoraggio non veniva quasi mai effettuato e quando lo si faceva (ad esempio nelle aziende che l’anno precedente avevano avuto qualche danno), di solito le popolazioni di mosca sparivano e non venivano registrate catture.

Effetti del cambiamento climatico

Negli ultimi anni qualcosa è cambiato e in diverse zone agricole mediterranee (Spagna, Italia settentrionale) si sta registrando un’espansione delle aree soggette a danni da mosca mediterranea. La presenza di danni di una certa rilevanza su kaki ma anche su pomacee e drupacee ha portato ad un maggiore utilizzo delle trappole per il monitoraggio che hanno mostrato catture insolitamente alte per la Pianura Padana segno di popolazioni residenti più elevate. L’aumento delle popolazioni di mosca è favorito dagli effetti dei cambiamenti climatici e in particolare dalle temperature sempre più miti che si registrano in inverno. La temperatura minima invernale, infatti, è il principale fattore meteorologico che funge da regolatore delle popolazioni in quanto inverni rigidi decimano le popolazioni degli adulti e provocano una maggiore mortalità delle pupe. Inverni con una temperatura media mensile di 2 °C per 1-3 mesi o di 10 °C per 4 mesi consecutivi riducono la popolazione svernante che è favorita, invece, da inverni caldi come quelli degli ultimi anni. Questa popolazione iniziale più elevata può ulteriormente crescere grazie a primavere calde (16-20 ºC) e umide portando ad una progressiva crescita delle popolazioni di mosche presenti in campo nel corso dell’anno. Il susseguirsi di condizioni climatiche favorevoli per più anni di seguito porta alla comparsa di danni anche nelle aree frutticole più settentrionali.

Anche nel periodo primaverile estivo le temperature sono il fattore che più influisce sullo sviluppo della mosca mediterranea. Accoppiamenti e deposizioni sono favorite da temperature ottimali di 20-30°C (con minimo di 15-16°C). In estate l’incubazione dura circa 48 ore mentre in autunno-inverno, con temperature medie di 15-16°C, il tempo si allunga e occorrono 4-7 giorni. La soglia termica superiore è molto elevata (39 °C), il che può essere considerato testimonianza dell’origine tropicale della specie.

La fecondità delle specie risulta elevata con condizioni di temperatura di 20-30°C mentre i 15-16°C rappresentano la soglia minima di fecondità. Tale ambito di temperatura (20-30°C) può considerarsi ottimale ai fini della moltiplicazione della specie. In pratica con l’aumentare delle temperature si creano le condizioni per una riduzione dei tempi di sviluppo e per un aumento della popolazione.

La potenziale distribuzione e la presenza stagionale della mosca mediterranea della frutta in condizioni climatiche attuali e future sono state stimate con il modello CLIMEX. Secondo queste simulazioni la mosca della frutta mediterranea non può sopravvivere a lungo termine nelle nostre zone per l’eccessivo stress da freddo ma stima che il potenziale di crescita aumenterà nelle condizioni climatiche future e che le popolazioni introdotte causeranno maggiori danni alle colture. Fortunatamente il freddo invernale rappresenta ancora un argine all’insediamento di elevate popolazioni di mosca mediterranea ma questo argine è sempre meno efficace e nel prossimo futuro è prevedibile che possano aumentare i problemi causati da questo dittero alla frutticoltura settentrionale.

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Mosca della frutta su melo

Specie ospiti

Complessivamente, le larve si nutrono di oltre 250 piante ospiti tra cui non solo gli agrumi, ma anche le pesche, i manghi, le noci, le mele o le pere. La femmina depone le uova preferibilmente su frutti ad alto tenore in zuccheri, a basso grado di acidità e con polpa tenera per cui la distribuzione degli adulti di C. capitata sul territorio è fortemente correlata al periodo di maturazione e di disponibilità dei frutti con queste caratteristiche sulle piante. Per tale motivo gli adulti si distribuiscono, si aggregano e si spostano prevalentemente all’interno delle aree frutticole.

Questo significa che, oltre che per la presenza di condizioni climatiche favorevoli, l'abbondanza delle popolazioni varia anche in funzione delle coltivazioni in atto, risultando ovviamente superiore nel caso di una maggiore varietà di specie fruttifere presenti. Nelle aree a frutticoltura intensiva e consociata, infatti, la mosca trova abbondanza di piante ospiti con diversi periodi di maturazione che coprono tutto il periodo estivo. Sulle prime specie e cultivar in maturazione la presenza della mosca passa generalmente inosservata per poi emergere se ci sono le condizioni favorevoli sulle varietà di pesco tardivo, quelle di melo a buccia gialla o giallo/rossa a maturazione tardiva (es. Golden. Fuji, Pink Lady ecc.) e gli impianti di kaki. Particolarmente a rischio sono anche le aziende a “vendita diretta” che eseguono raccolte scalari e ritardate per motivi commerciali e che quindi lasciano i frutti maturi più a lungo sulle piante.

Importanza del monitoraggio

Il monitoraggio di campo è un aspetto centrale nella gestione delle infestazioni delle mosche della frutta. Questi insetti possono essere monitorati allo stadio larvale campionando i frutti e allo stadio adulto tramite l’impiego di trappole. Il campionamento dei frutti alla ricerca delle larve fornisce un'indicazione sul livello di infestazione, mentre i diversi sistemi di cattura forniscono informazioni sulla presenza, sulla densità della popolazione e sulle dinamiche degli adulti. Il campionamento dei frutti viene effettuato soltanto nelle aree in cui la mosca è ampiamente diffusa e le sue infestazioni sono consuete. Nell’Italia settentrionale si impiegano le trappole con una strategia di rilievo precoce (early detection) mirata all’individuazione tempestiva dei primi adulti di mosca in modo da pianificare una eventuale strategia di difesa.

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Trappola per la cattura di Ceratitis capitata

I sistemi di cattura dei maschi si basano principalmente su trappole Jackson innescate con il paraferomone trimedlure, mentre la cattura delle femmine si basa su trappole a secchio o tipo McPhail innescate con attrattivi alimentari. Le trappole Jackson con trimedlure sono facili da usare e piuttosto selettive. Le esche alimentari, invece, anche se attraggono entrambi i sessi, sono piuttosto specifiche per le femmine ma possono attirare anche mosche di altre specie per cui vanno controllate frequentemente. Il rilevamento precoce delle femmine durante la primavera-estate è importante per la pianificazione delle strategie di difesa.

La diversa sensibilità al problema mosca mediterranea si evince dal confronto fra le norme presenti nei Disciplinari di Produzione Integrata delle specie frutticole. Nelle regioni meridionali (ad es. Sicilia e Campania) l’installazione delle trappole e l’esecuzione del monitoraggio è vincolante e spesso lo sono anche il periodo in cui vanno posizionate e la soglia di intervento. Al contrario nelle regioni settentrionali il monitoraggio è soltanto consigliato e le indicazioni sono le stesse per tutte le specie frutticole esaminate. In Piemonte si consiglia di eseguire il monitoraggio negli impianti a rischio mentre in Emilia-Romagna il monitoraggio non è nemmeno consigliato se non su kaki. Nella pratica di campagna l’attenzione alle mosche della frutta è ancora minore. Per questi motivi installare le trappole ed eseguire il monitoraggio è utilissimo in quanto permette di toccare con mano l’aumento delle catture e l’anticipo del periodo in cui vengono effettuate. Dal punto di vista pratico questo significa che anche nelle regioni settentrionali sarà necessario rendere sistematico il monitoraggio delle popolazioni di C. capitata nelle strategie di difesa delle principali specie frutticole, in modo da evidenziare l’inizio del volo degli adulti e da pianificare gli opportuni provvedimenti di difesa.

Prospettive future

La capacità di rilevamento precoce delle mosche mediterranee femmine e in generale il monitoraggio della medfly potrebbe essere aiutato dai recenti sviluppi dei dispositivi di cattura (trappole intelligenti e/o elettroniche) e dall’analisi automatica delle immagini.

Nell'ultimo decennio, sono state sviluppate, testate e, in qualche caso anche commercializzate, delle trappole "intelligenti" che utilizzano diversi tipi di sensori elettronici e ottici (ad esempio, raggio di luce laser, riconoscimento automatico delle immagini degli adulti intrappolati) per contare le mosche adulte che entrano nella trappola, determinando l'identità degli individui catturati con una precisione relativamente elevata. Queste trappole non sono ancora impiegate nel monitoraggio di routine a causa di alcuni problemi tecnici (ad esempio, comunicazioni wireless, qualità dei sensori, stabilità del sistema) e, soprattutto, dei costi elevati. Sebbene le trappole intelligenti e gli algoritmi di identificazione richiedano ulteriore sviluppo e miglioramento, il futuro del monitoraggio sarà basato su un utilizzo ragionato di questi nuovi strumenti.

L'ottimizzazione dei sistemi di cattura richiede che le trappole siano distribuite nello spazio e nel tempo in modo tale che la probabilità di catturare e rilevare gli adulti di mosca sia massimizzata, anche con popolazioni basse, e che i costi siano mantenuti entro determinati limiti accessibili. Per ottenere questi risultati sono stati impiegati diversi approcci di modellizzazione che includono informazioni biologiche sulla mosca mediterranea e sull'habitat (ad esempio, idoneità dell'ospite, irrigazione, indice di vegetazione a differenza normalizzata NDVI).

Per ottimizzare l'impiego delle trappole si sta lavorando su alcuni indici come l’Host Reproduction Number (HRN) o l’Host Suitability Index (HSI). L’HRN fornisce un approccio di modellizzazione e simulazione per valutare la rilevabilità e la dispersione delle mosche mediterranee invasive in paesaggi complessi (ad esempio, urbani) e climi mutevoli. L’Host Suitability Index (HSI) invece è un indice basato sulla diversa capacità che hanno i frutti ospiti di permettere alle mosche della frutta di completare il loro ciclo di vita. Sulla base di questi indici si stanno testando mappe di rischio, scenari e algoritmi di distribuzione delle trappole basate su valutazioni oggettive e sulle procedure di ponderazione del rischio.

Infine, va detto che la cattura nel tempo e nello spazio è anche uno strumento importante nello sviluppo dei sistemi di supporto alle decisioni (DSS) per la mosca mediterranea e nell'applicazione di approcci di gestione dei parassiti di precisione ("precision Targeting"). Ad esempio, il DSS spaziale MedCila per la mosca mediterranea utilizza i dati delle catture di un certo numero trappole vicine e la cronologia delle catture per decidere le opportune misure di controllo su vasta area.


Biologia e danni della mosca mediterranea

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Uova e larve di Ceratitis capitata su kaki

La durata di una generazione della mosca mediterranea è funzione del decorso meteorologico e può variare dai 20 giorni in estate ai 3 mesi in inverno, conseguentemente anche il numero delle generazioni per anno varia a seconda del clima della zona, passando dalle 6-7, nelle aree del sud Italia e dell'Algeria, alle 2-3 del centro-nord Italia spesso con accavallamento dei vari stadi di sviluppo. Nelle zone a inverni miti la mosca sverna da adulto o da larva nei frutti attaccati. mentre nelle aree più fredde. sverna come pupa nel terreno.

Per deporre le uova, le femmine forano con il loro ovopositore la buccia del frutto ospite e depositano le uova in piccole cavità. Ogni femmina può deporre fino a 10 uova all’interno del foro, così come diverse femmine possono deporre nello stesso foro generando una aggregazione di 50 uova per singola cavità. Su base giornaliera, invece, ciascuna femmina può deporre fino a 22 uova, cessando la sua attività pochi attimi prima di morire. Se la temperatura scende sotto i 16 °C le femmine smettono di ovideporre. Dopo la schiusa, le larve si nutrono della polpa del frutto. Dopo circa 6-11 giorni, sono completamente sviluppate e lasciano il frutto per trasformarsi in pupe nel terreno.

La ferita dovuta alla puntura, si presenta di colore marrone, più o meno scuro, e depressa su pesche e albicocche; nerastra su kaki e spesso è sufficiente per rendere la frutta non commercializzabile. Inoltre, i frutti danneggiati sono spesso colonizzati da funghi patogeni che ne causano la decomposizione.

Mosca mediterranea: nuovo pericolo per la frutticoltura settentrionale - Ultima modifica: 2025-04-22T12:41:09+02:00 da Sara Vitali

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