Ortoflorofrutticoltura esempio di sostenibilità e competitività

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La piattaforma utilizzata per le Giornate Scientifiche Soi rimarrà attiva per tutto il 2021 e consentirà agli iscritti di poter rivedere tutte le relazioni, i poster e alcuni contenuti aggiuntivi: le presentazioni degli sponsor e il volume di Acta Italus Hortus con gli abstract delle relazioni
I numeri delle Giornate Scientifiche Soi, i contenuti e gli estratti delle relazioni premiate

Il 22 e 23 giugno scorsi si sono tenute le XIII Giornate Scientifiche Soi presso il Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università degli Studi di Catania. Tema delle giornate sono stati i traguardi di Agenda 2030 per l’ortoflorofrutticoltura italiana, tema che la pandemia da Covid-19 ha reso ancora più attuale. Edagricole, oltre ad essere media partner ha seguito l’organizzazione dell’evento, che si è svolto in modalità mista con i relatori e il pubblico sia in presenza sia da remoto. I numeri hanno confermato le impressioni positive emerse durante le giornate: due room in contemporanea in entrambi i giorni con 114 interventi (24 in presenza e 90 in remoto) e oltre 740 partecipanti (388 nell’arco della prima giornata e oltre 350 la seconda).
«Nonostante i timori iniziali, la formula mista è apparsa vincente - affermano i convener Alessandra Gentile, Stefano La Malfa, Cherubino Leonardi e Daniela Romano.
La piattaforma utilizzata, che rimarrà attiva per tutto il 2021, consentirà agli iscritti di poter seguire tutte le relazioni a invito e orali e quelle dei rapporteur che hanno sintetizzato i numerosi poster presentati per le diverse tematiche; i testi di questi ultimi saranno ancora disponibili sulla piattaforma. La stessa piattaforma, gestita da Edagricole, ospita inoltre alcuni contenuti aggiuntivi che fanno riferimento alle presentazioni degli sponsor e al volume di Acta Italus Hortus, contenente gli abstract.
I lavori hanno visto la presentazione di circa 250 contributi tra comunicazioni orali e poster.
Nel corso dei lavori sono stati conferiti dei riconoscimenti alla carriera ai docenti in pensione Giuseppe Barbera, Giancarlo Barbieri, Eddo Rugini, Raffaele Testolin, Cristos Xiloyannis, che hanno tenuto delle relazioni a invito sui temi dell’uso efficiente delle risorse, sul ruolo del miglioramento genetico e sui rapporti tra agricoltura e paesaggio. Nei contribuiti, sia in forma orale sia poster, hanno trovato spazio tematiche diverse: dalle tecniche colturali al miglioramento genetico, dal post raccolta alle risposte agli stress, fino alle tematiche del paesaggio; in molte delle relazioni presentate è stato esplicito il richiamo agli obiettivi di Agenda 2030 per l'ortoflorofrutticoltura».

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I convener delle Giornate Scientifiche Soi. Da sinistra, Stefano La Malfa, Daniela Romano, Alessandra Gentile e Cherubino Leonardi

La sostenibilità dell'ortoflorofrutticoltura

«Le giornate hanno sottolineato anche il valore dell’accessibilità delle conoscenze utili per incrementare la sostenibilità dei processi produttivi – ha aggiunto Daniela Romano. Aspetto quanto mai importante alla luce dello scenario internazionale delineato da Maurizio Martina, vice segretario della Fao, in apertura dei lavori della due giorni».

Martina ha ricordato come i numeri fossero drammatici già prima della pandemia 690 milioni di persone che soffrono la fame, ben 3 miliardi di persone con diete non equilibrate e il 10% della popolazione mondiale in condizione di estrema povertà; numeri ulteriormente aggravati dalla pandemia. Tale disagio si avverte soprattutto in America Latina, in Africa e in Asia.
Gli obiettivi di eradicazione della povertà di Agenda 2030 sono diventati certamente più lontani, anche perché si sono aggiunti, solo nel 2020, fra 88 e 115 milione di persone nell’area dell’estrema povertà.
Alla pandemia si aggiungono i disagi che comportano i cambiamenti climatici, che danneggiano i sistemi alimentari, e i conflitti, che sono la principale causa dell’insicurezza alimentare. A ogni latitudine e in ciascun contesto i sistemi agricoli sono protagonisti, nel bene e nel male, del global change, in quanto ne possono essere causa ma anche soluzione.
Proprio per questo c’è bisogno di consapevolezza sul ruolo che i sistemi agricoli e la ricerca rivestono per raggiungere quella sostenibilità “integrale” - a livello ambientale, economico e sociale - che deve essere l’obiettivo delle politiche internazionali.
In quest’ambito l’ortoflorofrutticoltura italiana è, e lo deve diventare sempre più, esempio delle potenziali soluzioni al problema.
Da tempo, infatti, si è riusciti per questo comparto produttivo a coniugare la sostenibilità con la competitività sui mercati, grazie anche al cambiamento dell’atteggiamento del cittadino consumatore che ha imparato a riconoscere e a privilegiare i prodotti più sostenibili.

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L'intervento di Maurizio Martina in apertura dei lavori delle Giornate Scientifiche Soi

I temi e le relazioni premiate

Molte le tematiche affrontate nell'ambito dell'ortoflorofrutticoltura: miglioramento genetico, strategie di adattamento agli stress, tecniche colturali in arboricoltura e in orticoltura, innovazione di prodotto e qualità in ortofloricoltura, propagazione, biodiversità e germoplasma, post-raccolta, innovazione di prodotto e qualità dei prodotti frutticoli, irrigazione e stress idrici, stress salini e qualità, effetti della luce e fisiologia degli stress, ma anche piante ornamentali, paesaggi e multifunzionalità.
In molte delle relazioni presentate è stato esplicito il richiamo alla gestione sostenibile delle risorse, alla sicurezza alimentare, all’agricoltura sostenibile ecc. ad attestazione dell’impegno che ricercatori e tecnici dell’ortoflorofrutticoltura italiana mettono quotidianamente e già da tempo per raggiungere questi obiettivi.
Tra i relatori che hanno partecipato è stato dato ampio spazio ai giovani; fra le relazioni orali, quelle affidate ai partecipanti under 35 sono state oltre la metà.
Nel corso della cerimonia conclusiva, sono stati consegnati due premi per le migliori presentazioni orali di giovani ricercatori: Michele Faralli e Massimiliano D’imperio. Le sintesi sono riportate di seguito.


Emissione di monoterpeni associata alla tolleranza allo stress da calore

Lo stress termico ha esiti negativi in viticoltura con conseguenti effetti sfavorevoli sulla fisiologia della pianta, produttività complessiva e qualità delle uve. Precedenti studi scientifici hanno fornito ampia evidenza sul ruolo dei composti organici volatili nella tolleranza agli stress abiotici in diverse specie di interesse agrario. Ciononostante, solo un esiguo numero di lavori si è focalizzato sulle relazioni tra emissione di composti volatili e tolleranza a stress ambientali in vite. È noto che alcuni cloni di Chardonnay (e.g. INRA809) hanno capacità di accumulo terpenico nella bacca e l’obiettivo di questo lavoro è stato quindi comprendere se questi cloni possano emettere monoterpeni a livello fogliare per poi determinare se l’emissione di monoterpeni sia anche associata ad un maggiore tolleranza allo stress da calore. La valutazione dell'emissione di monoterpeni fogliari ha mostrato un marcato aumento nell'emissione di questi composti volatili per il clone di Chardonnay INRA809 (clone aromatico) a temperature elevate, mentre questo non era evidente in SMA130 (clone non aromatico). Misure fisiologiche fogliari hanno successivamente confermato come INRA809 mantenga un tasso di assimilazione della CO2 ed una resa quantica fotochimica del fotosistema II più elevata ad alte temperature rispetto allo SMA130. Questo studio fornisce ulteriori approfondimenti sul ruolo fotoprotettivo degli isoprenoidi ad alte temperature ambientali proponendo un’associazione tra l'emissione fogliare di monoterpeni e la tolleranza allo stress da calore in Vitis vinifera. Ulteriori studi mireranno a valutare la potenziale interazione tra emissione di monoterpeni, stabilità fotosintetica e traspirazione fogliare in diversi scenari ambientali come la presenza di stress idrico e l'aumento del deficit di pressione di vapore atmosferico.

Michele Faralli


Produzione senza suolo di rucola biofortificata in zinco

Con il termine biofortificazione si intende il processo finalizzato a migliorare la qualità nutrizionale di una pianta, o di una porzione di essa, mediante l’utilizzo di tecniche per aumentare il contenuto di specifici elementi minerali e/o composti organici, o per ridurre la concentrazione di fattori anti-nutrizionali. I sistemi di coltivazione senza suolo sono particolarmente interessanti per la produzione di ortaggi biofortificati, in quanto consentono di gestire in maniera precisa la nutrizione della pianta, modulando l’accumulo/riduzione di elementi minerali utili/dannosi per la salute umana.  Dopo il ferro, lo zinco è l’oligoelemento più abbondante nel corpo umano, e rappresenta un elemento essenziale per numerose attività biologiche associate al metabolismo ed alla trascrizione genica. In una ricerca condotta presso l’Azienda sperimentale “La Noria” del Cnr-Ispa a Mola di Bari è stata studiata la biofortificazione in zinco della rucola (Diplotaxis tenuifolia L., cultivar Dallas) con sistemi di coltivazione senza suolo di semplice applicazione (allevamento in vaso e floating system), applicando livelli crescenti del micronutriente nella soluzione nutritiva. La sperimentazione è stata condotta nell’ambito del progetto SOILLESS.GO “SOstenibilità ambientale, Innovazioni di processo e di prodotto per la competitività delle coltivazioni Senza Suolo in Puglia” - PSR Puglia 2014/2020 – Misura 16.2.

Con entrambi i sistemi di coltivazione studiati i livelli di zinco adottati nella soluzione nutritiva hanno consentito un incremento medio del 40% del contenuto del nutriente nelle foglie di rucola, evidenziando quindi l’efficacia della tecnica del senza suolo nel processo di biofortificazione in zinco di questa specie. Sono in corso ulteriori studi finalizzati a validare l’efficienza nutrizionale della rucola biofortificata, con l’impiego di sistemi di digestione gastro-intestinale in vitro, in grado di valutare la reale efficacia del processo di biofortificazione (bioaccessibilità).

Massimiliano D’Imperio

Ortoflorofrutticoltura esempio di sostenibilità e competitività - Ultima modifica: 2021-07-27T15:07:34+02:00 da Sara Vitali

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