Nell’ambito delle iniziative del gruppo di lavoro "Micropropagazione e tecnologie in vitro” della Soi nei mesi passati sono stati organizzati due webinar sulle prospettive dell'impiego della tecnica in vitro per il vivaismo corilicolo e olivicolo.
Leggi La Soi informa su rivista di Frutticoltura
Micropropagazione dell’olivo: problemi e prospettive
In occasione dell'incontro “Micropropagazione dell’olivo: problemi e prospettive”, Luigi Catalano, di CIVI-Italia, ha posto l’attenzione sullo stato dell’arte delle norme, obbligatorie e volontarie, in vigore nel settore delle produzioni vivaistiche e della certificazione in ambito olivicolo (passaporto Ce, CAC-norme di qualità Ce, Certificato Ue, Certificazione volontaria nazionale), sulle fasi e classificazione del materiale di propagazione nel Servizio Nazionale di Certificazione Volontaria, sui controlli genetici e sanitari eseguiti dai Servizi Fitosanitari Regionali, nonché sulle varietà di olivo iscritte al Registro Nazionale e le accessioni in certificazione QVI (Qualità Vivaistica Italiana).
Maurizio Micheli, Università di Perugia, si è soffermato sulle più significative ricerche condotte su olivo negli ultimi anni presso sull’Università di Perugia; in particolare, sono state illustrate le esperienze acquisite studiando le varie fasi della micropropagazione: dall’avvio delle colture asettiche alla fase di stabilizzazione, dalla proliferazione (con gli studi sulla componente ormonale dei substrati nutritivi e quelli sull’effetto di molecole bioattive sulla performance degli espianti di olivo), alla fase di radicazione e ambientamento (con le ricerche condotte sulla radicazione mista vitro-vivo, molto più vicina alle attuali tendenze seguite dai grandi laboratorio commerciali, che adottano queste procedure per ridurre i costi di produzione e limitare le fallanze). Per finire, è seguita una breve sintesi sugli studi inerenti la tecnologia dell’incapsulamento per la produzione di semi sintetici di olivo.
Carla Benelli, IBE-CNR, ha invece illustrato le esperienze condotte dal suo gruppo di ricerca sulla coltura in vitro di olivo con substrati liquidi mediante “Temporary Immersion System” (TIS), con particolare riferimento alla descrizione dei vari sistemi valutati, da quello dei doppi contenitori (“Twin Flask”), al più famoso “Rita®System”, dal Plantform™ al più recente SETIS™. La conclusione è che gli studi stanno dimostrando che tali sistemi rappresentano anche in olivo una promettente alternativa alla classica coltura in asepsi su terreni agarizzati, con prospettive di riduzione della manodopera, migliore assimilazione degli elementi nutritivi e decremento dei tempi di ambientamento in condizioni di ex vitro.
Giuseppe e Katiuscia Zuccherelli, infine, hanno illustrato i numeri della produzione di piante “vitro-derivate” di Vitroplant Italia, uno dei laboratori commerciali più importanti nel nostro Paese, che opera in tutto il mondo grazie anche all’apertura di due filiali in Nord Africa focalizzate per lo più alla produzione di piante di olivo. Oriano Navacchi, sempre di Vitroplant, ha esposto le “performace” degli impianti di olivo realizzati con materiale micropropagato. Descrivendo le numerose esperienze finora condotte, sia di ricercatori, sia di olivicoltori, ha confermato la bontà dello standard agronomico degli olivi “vitro-derivati” dal punto di vista vegetativo, ma anche sotto il profilo quali-quantitativo delle rese.
Attualità e prospettive della coltura in vitro del nocciolo
Luigi Catalano ha fatto una panoramica sulle norme che regolano la produzione vivaistica e la commercializzazione del nocciolo, evidenziando che il nocciolo è sottoposto a norme obbligatorie: passaporto delle piante Ce (Reg. Ue 2031/2016); CAC - Norme di qualità Ce (Dir. esecuzione Ue 2020/177), norme volontarie (Certificato Ue; Dir. esecuzione Ue 2020/177) e certificazione volontaria nazionale (Decreto 19 marzo 2019).
Ha, inoltre, mostrato l’elenco delle accessioni di nocciolo iscritte al Servizio Nazionale di certificazione volontaria e CP (DM 6 giugno 2018), illustrando i mezzi necessari per il mantenimento delle piante madri e la produzione di materiale in vitro certificato (Allegato 3 DM 19/03/2019). Attualmente le produzioni di nocciolo qualificate nell’ambito del Servizio Nazionale Volontario di Qualificazione del Mipaaf riguardano 11 vivai e le cultivar Barcelona, Tonda di Giffoni, Tonda Francescana, Tonda Gentile e Tonda Gentile Romana, per un totale di 872.970 piante nella stagione 2020.
Emilia Caboni, ricercatrice presso il Crea–OFA di Roma, ha fatto una panoramica sulle acquisizioni della ricerca e sperimentazione che hanno consentito il superamento di alcune problematiche tecniche della micropropagazione in vitro delle principali cultivar di nocciolo di interesse commerciale, con particolare riferimento alla fase di allestimento delle colture e alla fase di radicazione. Sono anche state evidenziate le potenzialità dell’uso del Corylus colurna come portinnesto non pollonifero e i primi incoraggianti risultati sulla possibilità di micropropagarlo.
Giuliano Dradi e Massimiliano Meneghini, Vivai Battistini, nel loro intervento, pur sottolineando le difficoltà che questa specie presenta rispetto ad altre specie frutticole, hanno ben descritto l’ottimo livello raggiunto nel loro laboratorio in termini di quantità e qualità della produzione massale (piante in alveolo, piante in vaso, piante a radice nuda) delle cultivar di nocciolo prodotte con micropropagazione, certificando l’intero processo produttivo (Protocollo Ismea-Ferrero-Civi Italia) e sottolineando anche come questo risultato sia stato notevolmente stimolato dalla Società Ferrero, soprattutto negli ultimi 5-6 anni.
Sono state evidenziate anche le potenzialità applicative nel nocciolo della coltura in vitro in immersione temporanea, metodo di coltura che consente una notevole riduzione dei costi di manodopera e i vantaggi dell’utilizzo dei LED nella fase di radicazione e ambientamento.
La relazione presentata da Daniela Farinelli, Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Perugia, ha illustrato i primi risultati del confronto in campo di piante di nocciolo micropropagate, innestate e autoradicate (polloni) delle varietà Tonda di Giffoni, Tonda Gentile Romana, Tonda Gentile delle Langhe e Tonda Francescana®. I dati del comportamento vegeto-produttivo sono stati acquisiti, nel corso del primo anno dall’impianto, in due diversi areali, uno in Umbria (Deruta, Pg), dove esistono già esperienze di coltivazione, e un altro in Veneto nel (Ceregnano, Ro), dove la coltura è nuova.
I suddetti progetti sono finanziati, rispettivamente, da Vivai Battistini e Agenzia Veneta per l’Innovazione nel Settore Primario; ennesimi esempi che istituzioni scientifiche e operatori privati, in ambito SOI, negli specifici gruppi di lavoro, possono generare sinergie utili ed efficienti per l’innovazione produttiva.