Mercati all’ingrosso strategici contro il calo dei consumi di ortofrutta

mercati all'ingrosso ortofrutta
Presentato il Rapporto Italmercati-Ismea 2025 sulla rete dei mercati all’ingrosso. 22 mercati aderenti, 4.000 imprese, 26 mila addetti, oltre 7 milioni di tonnellate di prodotti, 9 milioni di visitatori ogni anno, 11 miliardi di fatturato. Cresce la domanda di prodotti locali e tracciabili (+73%), ma quasi 4 famiglie su 10 riducono gli acquisti di frutta e verdura a causa dei prezzi. Le soluzioni proposte da Italmercati

I mercati all’ingrosso italiani sono una realtà in trasformazione, che muove oltre 11 miliardi di euro di fatturato e coinvolge più di 26mila addetti in 22 strutture distribuite su tutto il territorio nazionale. Nell’ambito della filiera agroalimentare rappresentano luoghi di elezione per la commercializzazione di prodotti freschi, snodi cruciali nel percorso che porta la produzione dal campo alla tavola, passando per i rapporti con i tanti attori che operano nel variegato mondo della commercializzazione al dettaglio. I Mercati all’Ingrosso, con la loro funzione di cerniera tra produzione e distribuzione, possono svolgere un ruolo decisivo nel contrastare il calo di lungo periodo dei consumi di ortofrutta, garantendo accesso ai prodotti freschi, promuovendo l’educazione alimentare e riducendo le diseguaglianze. Monitorare le dinamiche in atto e fornire un’interpretazione è l’obiettivo della collaborazione tra Italmercati-Rete d’Imprese dei Mercati Agroalimentari Italiani e Ismea, che hanno da poco presentato la seconda edizione dello studio dedicato all’evoluzione del sistema dei mercati all’ingrosso italiani, con un focus particolare sul settore dell’ortofrutta e sull’andamento dei relativi consumi.

Scarica il Rapporto Italmercati - Ismea 2025

Analisi del comparto ortofrutticolo

Secondo i dati Ismea e Istat riportati nel Rapporto realizzato in collaborazione con il Censis l’ortofrutta rappresenta il 28% del valore complessivo della produzione agricola nazionale, con 18,9 miliardi di euro di valore alla produzione nel 2024 e una crescita superiore al 50% nell’ultimo decennio.
Il comparto si articola in oltre 258 mila aziende agricole, per una superficie investita di 1,2 milioni di ettari, e conta più di 300 Organizzazioni di Produttori (OP) attive nella programmazione e concentrazione dell’offerta.

La produzione complessiva del 2024 è stimata in 24,6 milioni di tonnellate, con un incremento del 4% sull’anno precedente. Gli ortaggi in pien’aria rappresentano il 22% del totale, seguiti dal pomodoro da industria (21%), dalla frutta fresca (19%) e dagli agrumi (13%).

Il settore conferma, inoltre, la propria vocazione all’export, con 12,3 miliardi di euro di esportazioni tra fresco e trasformato (+5,4% sul 2023), pari al 18% del totale agroalimentare nazionale. Le performance migliori si registrano per mele (+12,2% in valore) e uva da tavola (+13,4%), che restano tra i principali prodotti simbolo del made in Italy ortofrutticolo.

L’analisi Ismea evidenzia come l’ortofrutta copra circa un quinto della spesa alimentare delle famiglie italiane, ma con una progressiva riduzione dei volumi acquistati, in particolare per la frutta fresca, compensata da una crescita moderata per gli ortaggi e per i segmenti a maggiore contenuto di servizio (IV gamma, surgelati).

La pressione inflattiva ha orientato i consumatori verso un approccio più selettivo: aumento della frequenza d’acquisto, preferenza per prodotti in promozione e spostamento verso canali a maggiore convenienza economica. Il discount copre ormai il 25% della spesa ortofrutticola nazionale, mentre cresce la quota dei prodotti confezionati a peso fisso, passata dal 38% al 45% per la frutta e dal 48% al 52% per gli ortaggi tra il 2019 e il 2024.

Nonostante ciò, la domanda per prodotti “ready to eat” e ad alto contenuto di servizio resta sostenuta, segnalando una polarizzazione dei comportamenti di consumo tra convenienza e funzionalità.

L’indagine condotta dal Censis all’interno del Rapporto sottolinea che per il 63% dei consumatori italiani il “fresco” è sinonimo di salubrità e qualità. Oltre la metà degli intervistati (50,8%) si dichiara disposta a pagare un sovrapprezzo per frutta e verdura già lavata o tagliata, mentre l’80% consuma quotidianamente prodotti ortofrutticoli.
Permangono tuttavia disuguaglianze nell’accesso: le fasce di reddito più basse e i giovani adulti mostrano difficoltà nel mantenere costanti i consumi di frutta e verdura, evidenziando una criticità che va oltre l’ambito economico e tocca la sfera della salute pubblica.

Le linee strategiche per rilanciare il consumo di ortofrutta

Per contrastare il trend di flessione dei consumi di prodotti freschi, Italmercati propone un piano integrato di valorizzazione del fresco, fondato su quattro direttrici operative:

  1. Accessibilità e competitività: rafforzare il ruolo dei mercati come strumenti per la stabilizzazione dei prezzi e la garanzia di freschezza e tracciabilità.
  2. Rete di prossimità: rilanciare il commercio di vicinato e i mercati rionali come punti di accesso diretto al fresco di qualità.
  3. Sinergia con la ristorazione e la GDO: creare partnership per valorizzare la stagionalità e l’origine locale dei prodotti.
  4. Educazione alimentare e sostenibilità: promuovere campagne nazionali per sensibilizzare il consumatore sull’importanza del consumo di frutta e verdura.

I punti di forza dei mercati all’ingrosso italiani

In questo contesto, i mercati italiani si confermano un’infrastruttura economica e logistica di rilievo nazionale. Le 22 strutture aderenti alla Rete Italmercati si estendono su 9,6 milioni di metri quadrati complessivi, di cui 2,5 milioni coperti, pari a circa 1.000 ettari di superficie, e accolgono ogni anno oltre 7 milioni di veicoli e 9 milioni di visitatori. All’interno operano 4.000 imprese tra grossisti, aziende agricole, operatori della logistica, servizi e ristorazione, per un giro d’affari stimato in 11 miliardi di euro, di cui l’80% concentrato nel comparto ortofrutticolo, seguito da ittico, florovivaismo e carni.

Tra i punti di forza analizzati nel Rapporto, spicca la connessione logistica: oltre l’80% dei mercati sorge in prossimità di uno svincolo autostradale, la metà è collegata a scali ferroviari, un terzo a porti o aeroporti. Un posizionamento strategico che li rende hub fondamentali per la distribuzione dei prodotti freschi in tutta la penisola e per l’export europeo.

Il valore dei prodotti movimentati complessivamente nei mercati italiani supera i 7 milioni di tonnellate l’anno, con punte di eccellenza nelle produzioni ortofrutticole (18,9 miliardi di euro alla produzione), florovivaistiche (3,2 miliardi alla produzione, con oltre il 70% della produzione destinata ai mercati esteri), delle carni (12,6 miliardi alla produzione) e dell’ittico (oltre 700 milioni di valore aggiunto).

Il Rapporto sottolinea inoltre il contributo crescente dei mercati alla transizione ecologica: oltre la metà delle strutture ha già investito in impianti fotovoltaici o sistemi di efficienza energetica, con una quota media di energia autoprodotta prossima al 50% entro il 2026, mentre quasi tutti hanno adottato iniziative per la riduzione degli sprechi alimentari, come il recupero dei prodotti invenduti o la donazione a enti caritativi.

Proposte per migliorare la reti dei mercati all'ingrosso

Il Rapporto mette in evidenza un sistema diffuso e capillare – oltre 130 strutture attive in Italia, sei volte più che in Francia o Spagna – ma ancora frammentato. Questa frammentazione, pur rappresentando una ricchezza in termini di prossimità territoriale e di valorizzazione delle produzioni locali, limita la competitività complessiva del comparto.

Alla luce di questi dati, Italmercati propone una riforma complessiva del sistema, con l’obiettivo di individuare un numero di mercati strategici nazionali, più grandi, sostenibili e digitalizzati, che possano agire come poli di riferimento per l’intera filiera. Tra le proposte operative troviamo:

  • la costruzione di una rete nazionale dei mercati strategici, con un piano di investimenti pubblico-privato coordinato a livello nazionale;
  • la creazione di un tavolo tecnico permanente sulla logistica e sulla transizione digitale, per favorire l’interconnessione dei flussi e la tracciabilità dei prodotti;
  • il rafforzamento del legame con la grande distribuzione organizzata e le organizzazioni di produttori;
  • il rilancio del comparto ittico, oggi penalizzato da infrastrutture obsolete e dalla mancanza di centri di lavorazione moderni;
  • l’apertura a nuove forme di partenariato con il mondo della ristorazione collettiva per valorizzare il prodotto fresco e locale nelle mense pubbliche.
Mercati all’ingrosso strategici contro il calo dei consumi di ortofrutta - Ultima modifica: 2025-10-22T16:43:02+02:00 da Sara Vitali

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome