In forte calo la produzione di miele: quali sono le possibili cause?

miele
Ape intenta a bottinare su fiore di melo
Probabile il concorso di una molteplicità di fattori. Impossibile intervenire sui fenomeni ambientali e climatici, ma assolutamente necessario presidiare meglio i fattori controllabili dall’uomo, dalle malattie delle api, alle interazioni ape-ambiente-fonti di cibo, fino alle pratiche agronomiche e alle molecole chimiche immesse nell’ambiente.

Le prime valutazioni pessimistiche sulla produzione nazionale di miele per il 2016 fatte dalla rete di rilevazione dell’Osservatorio Nazionale del Miele di Castel San Pietro Terme (Bo) sono purtroppo state confermate dalla Borsa del miele svoltasi il 18 settembre scorso nell’ambito delle Manifestazioni Apistiche 2016.
Si stimano perdite rispetto alla media produttiva del 65-70% per il miele di acacia, del 70-75% per quello di agrumi e del 50% per il millefiori primaverile. Le scarse transazioni e i prezzi rilevati durante i contatti intercorsi tra gli apicoltori e tra questi e i commercianti intervenuti alla manifestazione hanno confermato il trend al rialzo, con quotazioni mai raggiunte prima. Naturalmente, come avviene spesso in agricoltura, la situazione non è stata omogenea a livello nazionale; inoltre, vi è stata una ripresa di produzione di miele di castagno e una buona produzione di miele di coriandolo, che è stata eccezionale in Puglia. Il miele di coriandolo rappresenta una nuova tipologia di miele monoflora dovuta all’aumento esponenziale della coltura del coriandolo (circa 40.000 ha quest’anno) per la produzione di seme, destinato quasi interamente all’esportazione.
A questo proposito vale ricordare l’importante incontro che si è svolto il 17 settembre a Castel San Pietro Terme fra apicoltori, agricoltori e industria sementiera, con la partecipazione dei Servizi Fitosanitari, del Ministero dell’Agricoltura e della Regione Emilia-Romagna, che ha posto le basi per un accordo interprofessionale per preservare le api, sostenere l’impollinazione delle colture sementiere e garantire la redditività dell’attività di impollinazione. La partecipazione attiva del vice-Ministro Andrea Olivero e dell’Assessore regionale all’Agricoltura dell’Emilia-Romagna Simona Caselli ha oggettivamente agevolato il percorso per il raggiungimento dell’obiettivo ambizioso posto dall’Osservatorio del Miele: realizzare nel settore sementiero una concreta collaborazione fra tutte le parti coinvolte per attuare un’agricoltura sostenibile e compatibile con la presenza attiva delle api negli agro-ecosistemi.
Tornando alla produzione di miele, pur in scarsità di prodotto, la qualità non è certo mancata, prova ne sia che sono stati ben 667 i mieli partecipanti all’edizione 2016 del concorso “Grandi Mieli d’Italia” (tenutasi appunto a Castel San Pietro Terme), un notevole numero, considerata la scarsa produzione di quest’anno. Sono stati, infatti, 271 i mieli premiati, 16 con tre gocce d’oro (il massimo riconoscimento possibile), 111 con due gocce d’oro e 124 con una goccia d’oro.
Anche al Salone del Gusto – Terra Madre, che si è svolto a Torino dal 22 al 26 settembre, il miele e le api hanno avuto una parte rilevante, presenti in numerosi stend e in ben 10 iniziative convegnistiche e incontri tematici. Ora, a causa delle scarse produzioni nazionali e dei prezzi elevati, occorrerà la massima allerta per evitare frodi in commercio (miele estero che diventa nazionale) e sofisticazioni (miele addizionato con miscele di zuccheri ottenuti dal mais o da altre piante).

Leggi l’articolo completo su Frutticoltura n. 11/2016 L’Edicola di Frutticoltura

In forte calo la produzione di miele: quali sono le possibili cause? - Ultima modifica: 2016-11-16T11:17:35+01:00 da Lucia Berti

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