Agrivoltaico, opportunità da non perdere

impianti agrivoltaici
Da tempo il tema della costruzione di impianti agrivoltaici in concomitanza con i frutteti è al centro dell’attenzione, ma vanno ben soppesate le criticità

Da tempo il tema della produzione di energia elettrica da fotovoltaico è al centro dell’attenzione degli agricoltori. Pur se gli aspetti normativi non sono ancora del tutto delineati, una chiara indicazione delle linee guida per la realizzazione di impianti agrivoltaici è che la coltura non deve essere penalizzata a favore della produzione di elettricità.

L'editoriale di rivista di Frutticoltura n. 4/2023

Questo vincolo non può che trovare d’accordo chi crede nella necessità di preservare le potenzialità agricole del nostro Paese, tanto più perché la possibilità di abbinare produzione di frutta e di elettricità rappresenta un’opportunità imperdibile per la transizione ecologica cui è chiamato il settore primario. Inoltre, un’entrata aggiuntiva da vendita di elettricità potrebbe essere di grande aiuto a sostenere l’economicità delle aziende.

Ma, realisticamente, saranno poche quelle in grado di permettersi gli investimenti richiesti; più probabile che molte affitteranno il frutteto su cui altri faranno sorgere, con fondi propri, gli impianti voltaici. È bene che non venga messa in secondo piano la produttività e il reddito, dato che l’affitto potrebbe non compensare perdite di produzione lorda vendibile causate da eccessi di ombreggiamento o mutate condizioni microclimatiche.

D’altra parte, per gli agricoltori sarebbe utile ridurre i costi legati all’acquisto di elettricità, ad esempio per il funzionamento degli impianti di irrigazione. È probabile che, anche in caso di affitto, l’azienda potrebbe ottenere gratuitamente i relativamente pochi kilowattora necessari al funzionamento degli impianti. Ancor di più, l’adozione dei nuovi sistemi di distribuzione di fitofarmaci a punto fisso potrebbe aumentare, dal momento che anche essi sono alimentati da pompe ad azionamento elettrico. Senza tacere i grandi progressi in corso sul fronte della sostituzione di trattori a combustibili fossili con piattaforme elettriche multifunzione in grado di eseguire in modo autonomo le lavorazioni, ma anche di portare sensori e attrezzi “smart”.

Occorre sottolineare che nel nostro Paese da anni diversi centri di ricerca sviluppano soluzioni di questo tipo, alcune ormai giunte a una fase pre-commerciale. Senza contare che disporre di elettricità può consentire l’adozione di innovativi sistemi di protezione da gelate tardive, alcuni già in fase di test.

Le potenzialità dei frutteti “elettrici” sono motivanti, ma per la verità al momento se ne vedono ben pochi. Forse, prima di partire, si sta aspettando il chiarimento definitivo del quadro normativo che indicherà, fra l’altro, le modalità per dimostrare alle parti sociali, alle associazioni ambientaliste e alle autorità, che i pannelli fotovoltaici non snatureranno i paesaggi agrari italiani.

Sembra però di percepire una forte incertezza anche sulla gestione del connubio pannello/coltura, senza che questo impatti negativamente sulla produzione agraria. C’è la preoccupazione di non esagerare con l’ombreggiamento, ma anche “regalare” troppi fotoni all’albero, soprattutto se questo non fosse in grado di usarli, ridurrebbe efficienza e redditività dell’impianto agrivoltaico. Su questo tema c’è tanta incertezza perché l’evoluzione dei modelli di impianto e delle forme d’allevamento ha predicato, negli ultimi 60-70 anni, l’aumento dell’intercettazione luminosa come elemento fondamentale per l’aumento della produttività. Trovare ora il livello ottimale di ombreggiamento per ogni specie non sarà facile, dovendosi tenere anche conto di latitudine, giacitura del terreno ed esposizione degli impianti.

Per rispondere alla domanda di quanta luce sia necessaria per assicurare la fotosintesi ottimale del frutteto sarà bene svolgere ulteriori ricerche nei diversi comprensori produttivi (soprattutto nel Meridione, dove le rese fotovoltaiche saranno più alte, ma il clima più sfidante).

Un aspetto ancora più importante da considerare riguarda i meccanismi di crescita dei frutti, in particolare quelli dello scaricamento floematico, perché essi possono essere fortemente influenzati dalle alterazioni micro-climatiche nel frutteto causate dai pannelli, con potenziali ripercussioni negative soprattutto sulla qualità dei frutti, come potrebbe essere il caso del pesco.

Dunque, sembrano tante le opportunità, ma vanno ben soppesate le criticità, ancora poco note agli operatori.

Il frutteto S3O può vincere la sfida della transizione ecologica

 

Agrivoltaico, opportunità da non perdere - Ultima modifica: 2023-05-02T08:38:20+02:00 da K4

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