Non bastano le nuove varietà per una peschicoltura redditizia

peschicoltura
Anche il Sud risente della crisi che il settore attraversa a livello nazionale

La peschicoltura in Italia ha subito una forte diminuzione delle superfici nell’ultimo decennio; il calo su base nazionale è di circa il 23% per il pesco e il 30% per le nettarine. Questa situazione deriva dalle forti e ripetute crisi commerciali che, nell’ultimo decennio, hanno interessato il settore. Tale stato determina una serie di interrogativi su come mai la peschicoltura, sempre all’avanguardia nelle scelte varietali, sempre in linea con le nuove tendenze commerciali, supportata dalla presenza di grossi gruppi commerciali italiani, possa aver subito questa “debacle”.
La situazione metapontina, che ha risentito meno delle crisi delle produzioni settentrionali, si è concretizzata grazie alla collocazione del prodotto nella fase precocissima e precoce, meno interessata da produzioni rivenienti da altri territori e nazioni. Per queste, inoltre, si registra la forte concorrenza delle produzioni spagnole di Murcia che occupano spazi di mercato nelle prime decadi maggio. Probabilmente i punti critici sono legati a problemi tecnici, relativi all’epoca di produzione, come le minori rese unitarie e l’assenza di innovazioni varietali selezionate in ambienti meridionali.
Il miglioramento genetico ha consentito di creare delle serie pomologiche con prodotti con caratteri commerciali sia estetici (colore e forma), sia organolettici (tipologia gustativa) costanti durante tutta la stagione produttiva. Le innovazioni varietali hanno riguardato soprattutto le produzioni intermedie e tardive, mentre per quelle precocissime e precoci le proposte sono state in numero inferiore e, conseguentemente, non si è riusciti a migliorare lo standard quali-quantitativo e commerciale.
Altro punto critico da considerare è il basso numero di ore di freddo registrato nell’ultimo quinquennio, che ha fortemente influenzato il comportamento vegeto-produttivo di specie e varietà. Questo fenomeno è stato affrontato con l’introduzione di cultivar a basso fabbisogno in freddo (con fabbisogno a partire da 250 UC); queste non brillano per gli aspetti qualitativi, come pezzatura e sapore, data la notevole precocità. La pezzatura si può migliorare se viene effettuato un diradamento tempestivo e adeguato, in quanto questi genotipi presentano un gradiente di pezzatura e maturazione dall’alto verso il basso, privilegiando un carico minore alla base e maggiore nella parte più alta esposta alla luce.
Situazione varietale
Considerando nello specifico le varietà di pesche a polpa gialla, nella fase precocissima è stata introdotta la serie Plagold, che tranne per la N° 10 non ha avuto un buon comportamento nei campi commerciali. Tra le varietà a ridotto fabbisogno in freddo, quella che si è diffusa in misura maggiore nei campi commerciali è Sagittaria, che in coltura forzata si raccoglie a inizio di maggio, mentre in pieno campo matura circa dopo due settimane. Delle nuove introduzioni è la più interessante per forma, pezzatura e sovraccolore del frutto; da verificare la produttività.
Per i buoni risultati produttivi nei campi commerciali si sono distinte:
Extreme 6, selezionata in Spagna da Provedo, con maturazione a fine maggio e frutti sovraccolorati e subacidi;
Extreme 314, selezionata in Spagna da Provedo, con maturazione nella II decade di giugno, frutti sovraccolorati di forma tonda e sapore subacido;
Bordò® (I decade di giugno), in epoca Maycrest, ceduta con il sistema club, ottenuta dall’incrocio Rich Lady x Maycrest, della quale ne migliora la pezzatura e il sovraccolore del frutto;
Sugar Time* (I decade giugno), con fioritura medio-precoce, frutto di forma rotonda, leggermente oblata, sovraccolore rosso marezzato (90-100%), buona pezzatura e consistenza della polpa; il sapore è dolce.
Nel gruppo delle nettarine a polpa gialla, nei campi commerciali si apre la stagione con Flariba, raccolta nella prima decade di maggio; nel Metapontino ha dato risultati produttivi interessanti per la quantità, mentre difetta un po’ per la pezzatura. Successivamente è stata introdotta Early Bomba® Zaitrebo*, di precoce fioritura, interessante per la produttività e le caratteristiche del frutto. Dopo Big Bang® Maillara*, cultivar di riferimento per il periodo, è stata introdotta nei campi commerciali Garofa*, che matura alcuni giorni dopo, con frutti rotondi di buona pezzatura, simmetrici, a colorazione intensa ed estesa e sapore dolce. Anche questa varietà si caratterizza per la precoce epoca di fioritura.
Per le percoche la maggior parte delle varietà si colloca a cavallo tra la fase precoce ed intermedia. Nella fase precocissima è stata introdotta Cinca, che suscita un certo interesse per il mercato del fresco grazie alla sua precocità di maturazione e le caratteristiche del frutto. Nella prima decade di giugno sono state introdotte, senza grande successo, due varietà - Jonia ed Egea - buone per produttività e sapore dei frutti, ma con forte tendenza allo “scatolato” e di pezzatura non sempre soddisfacente. Successivamente, dopo un spazio di tempo vacante di circa due settimane, matura Federica, di buona produttività; chiudono Tirrenia e Romea, interessanti per produttività e caratteristiche organolettiche.
Nella fase di maturazione intermedia nei campi commerciali sono in osservazione alcune varietà di più recente introduzione; fra queste, Jalon, interessante per pezzatura e sapore. A seguire si raccoglie la serie Babygold e altre varietà già da tempo valutate come Villa Adriana, Loadel e Villa Doria, interessanti per produttività e caratteristiche pomologiche. Lo stesso discorso vale per Carson, interessante per le caratteristiche organolettiche, a cui si aggiungono Bowen e Andross, entrambe interessanti per caratteristiche pomologiche e produttività. Il calendario si chiude con Babygold 9 di buone caratteristiche organolettiche e di produttività. Nella fase tardiva nei campi commerciali risulta interessante Jesca, raccolta a settembre, epoca in cui maturano molti ecotipi locali.
La situazione della peschicoltura metapontina non è rosea; la forte diminuzione delle superficie dell’ultimo decennio potrà avere conseguenze positive sulla commercializzazione dei prossimi anni. Rispetto alle politiche commerciali, sarebbe auspicabile un’offerta di qualità calibrata alle reali esigenze dei consumatori in merito alle preferenze per tipologia gustativa. Allo scopo, sarà fondamentale l’introduzione di varietà in linea con le esigenze dei consumatori, delle quali si dovrà preliminarmente verificare l’adattabilità alle diverse condizioni colturali; questo lavoro deve essere svolto dai centri sperimentali, la cui azione è imprescindibile per ridurre i rischi di introdurre cultivar non idonee ai diversi ambienti colturali.

Non bastano le nuove varietà per una peschicoltura redditizia - Ultima modifica: 2019-01-22T11:13:43+01:00 da Lucia Berti

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