Il gelo torna a fare danni

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Primavera fotocopia di quella del 2020. Il gelo ha colpito nuovamente e duramente, le produzioni in molti territori sono state praticamente dimezzate

La storia si ripete. Dopo un'annata 2020 non particolarmente brillante, si torna al punto di partenza con l'ennesima primavera in cui le gelate tardive la fanno da padrone. Ai danni subiti nelle scorse settimane da peschi, albicocchi, ciliegi e actinidia, si aggiungono quelli su alberi di pere e mele. Una situazione che accomuna diverse Regioni: gli effetti dell’ondata di freddo gelido ha devastato i raccolti dal Piemonte alla Lombardia, dal Trentino al Veneto, dall’Emilia Romagna alle Marche, dalla Toscana al Molise.

Cia: spingere sugli strumenti di gestione del rischio

Ancora una notte di gelo al Centro Nord con temperature fino a -7 gradi. Nei campi di Toscana, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte la lunga morsa del freddo ha stroncato ettari di frutteti e vigneti, piantagioni di orticole e mais. Ingenti i danni che si preannunciano di milioni con un taglio del 50-75% della produzione. «Sono ore importanti per monitorare la situazione, ma anche per intervenire con tempestività -ha dichiarato il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino-. Il passaggio tra istituzioni regionali e centrali deve essere automatico ed eccellente per dare risposte che ormai conosciamo, come il riconoscimento dello stato di calamità naturale per attivare i risarcimenti in tempi rapidi. Allo stesso tempo occorre, sul piano nazionale, spingere l’innovazione sul fronte degli strumenti di gestione del rischio che vanno adeguati prontamente ai cambiamenti climatici in atto, ma anche incentivare e aumentare il contributo a favore dell’assicurazione del raccolto, degli animali e delle piante, già presente in alcuni Psr, utilizzando i fondi della nuova Pac. Il PNRR guardi anche a questi eventi estremi e agli effetti drammatici che hanno sull’agricoltura che per affrontarli ha bisogno anche di innovazione e di risorse importanti da destinare a sistemi tecnologici di protezione delle colture».

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Un frutteto in Piemonte

Perché è chiaro, chiarisce Cia, come l’Italia sia di nuovo alle prese con ondate anomale di maltempo, sbalzi bruschi di temperature e gelate oltre le previsioni. La Toscana, dalla costa alle aree interne, già all’ottava notte di gelo, ha raggiunto anche i -7 gradi che hanno messo k.o. le colture in campo, a partire dagli ortaggi, ma anche alberi da frutto in piena fioritura. Molte le aziende che hanno incendiato le rotoballe di fieno per provare ad alzare le temperature nei vigneti; mentre nei meleti sono stati ghiacciati preventivamente i germogli per provare a proteggerli. Con il tempo che non accenna a cambiare, si temono ora ripercussioni anche sul raccolto dei cereali.

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Danni anche nei vigneti

In Emilia-Romagna, invece, è andata meno peggio della notte tra il 6 e il 7 aprile, al momento quella decisiva per la frutticoltura regionale. Ciliegi in fioritura, ma anche pereti e meleti, stanno infatti pagando a caro prezzo il gelo che si ripete da notti con il termometro fino a -4 gradi. In Romagna e Centro Emilia il peggio è toccato anche agli ortaggi a foglia destinati al consumo fresco, ma anche ai vigneti, con i germogli del Lambrusco completamente lessati dal freddo.

Fenomeno meteorologico decisamente anomalo dicono anche in Veneto e Piemonte con il Monferrato arrivato nella notte a -6 gradi. In entrambe le regioni sono i vigneti a risentirne di più e dai quali tempo un paio di giorni, emergerà tutto il danno causato dalla lessatura delle gemme. In Veneto, inoltre, non si sono salvate alcune varietà di peschi, albicocchi e susini e seminativi quali barbabietola e mais.

Ciliegio e melo duramente colpiti in Trentino

Le colture più colpite in Trentino sono sicuramente il ciliegio ed il melo. I tecnici della Fondazione Edmund Mach fanno notare che quest'ultimo, nelle zone di fondovalle, ha raggiunto lo stadio fenologico di piena fioritura, molto sensibile alle basse temperature che determinano, nel caso di danno, la perdita irrimediabile del fiore o del frutticino appena formato. In collina e in montagna lo stadio fenologico è quello da bottoni rosa-mazzetti divaricati fino a mazzetti affioranti in montagna, stadi che resistono a temperature di gelo inferiori. Le gelate tardive che hanno contraddistinto le ultime due notti sono state caratterizzate da temperature molto basse mantenute per 13 ore, aspetto che ha determinato un danno alle colture ancora maggiore.

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La situazione dei frutteti in Trentino dopo la gelate della notte tra il 7 e l' 8 aprile

L’azionamento degli impianti a pioggia sovrachioma antibrina, ove presenti, può aver ridotto, ma non azzerato, la percentuale di danno. Infatti la situazione complessiva di temperature molto rigide e di bassa umidità relativa, oltre al numero di ore di gelo, hanno messo in crisi anche un sistema ampiamente collaudato come quello dell’irrigazione antibrina.
Il ciliegio è una coltura estremamente sensibile alle gelate primaverili, sia nelle fasi precoci ma in particolar modo nel momento della fioritura. La fase fenologica della Kordia, la varietà più diffusa in Trentino, al momento delle scorse gelate è abbastanza diversificata: nelle zone più tardive, a seconda dell’appezzamento, lo stadio fenologico osservato è da punte verdi avanzate a bottoni fiorali visibili mentre in fondovalle e nelle zone collinari più esposte è la fioritura. Viste le temperature raggiunte (nelle zone altimetriche più elevate si sono registrati i -6 /-7°C), specialmente dove non è stata eseguita difesa attiva si osservano danni quantitativi abbastanza importanti. I metodi adottati per la protezione dei ceraseti sono stati l’azionamento di impianti antibrina, principalmente in fondovalle, e l’accensione di stufette a pellet o di candele di paraffina (da parte di circa 40 agricoltori) soprattutto nelle zone collinari e montane. La gestione della difesa attiva è stata difficile per gli agricoltori, che si sono trovati ad affrontare temperature minime molto severe, gelate di lunga durata, spesso accompagnate da presenza di vento.

Coldiretti: situazione drammatica per molte imprese

Il gelo ha colpito duramente nelle campagne dove le produzioni in molti territori sono state praticamente dimezzate, dalle albicocche alle pesche, dalle fragole ai kiwi, ma anche pomodori, zucchine, peperoni e altri ortaggi sono compromessi nel centro nord Italia.   «Una situazione drammatica per molte imprese agricole che hanno visto perdere in una giornata il lavoro di un intero anno - sottolinea Coldiretti. Siamo di fronte in Italia alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che ha fatto perdere oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti».

Confagricoltura: danni su molte colture, non solo frutta

«Le temperature sotto lo zero di questi ultimi giorni – spiega Confagricoltura Mantova – hanno messo a dura prova diverse colture, colpite in una fase di crescita molto delicata. È il caso dei cereali autunno-vernini, come frumento e orzo, con le piante in fase di spigatura e dunque danneggiate dal freddo in un momento che potrebbe pregiudicarne il completo sviluppo. Arrivano diverse segnalazioni per danni su meloni e angurie, trapiantati a marzo e ora a rischio sviluppo a causa del forte freddo, su pomodoro, con la quasi totalità dei trapianti di marzo andati persi, e un danno almeno del 30% sui cocomeri, piantumati nella seconda metà del mese scorso. Campanello d’allarme anche per le barbabietole».

Il gelo torna a fare danni - Ultima modifica: 2021-04-08T18:09:12+02:00 da Sara Vitali

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