Forficole e Drosophila mettono a dura prova le drupacee

forficola
Danni da forficole (foto Servizio fitosanitario Emilia-Romagna)
Durante il giovedì dell'Aipp dedicato al bilancio fitosanitario delle drupacee negli anni 2020 e 2021 è emersa una situazione fitosanitaria sostanzialmente comune in diverse regioni del Nord Italia e del Sud: le tradizionali patologie fungine come bolla e monilia sono state contenute, mentre è da segnalare una forte presenza e difficoltà di contenimento delle forficole su pesco. Su ciliegio la Drosophila continua a essere il fitofago chiave
Per la gestione fitosanitaria delle drupacee, il 2020 e il 2021 in particolare si possono definire come gli anni d'oro delle forficole su pesco. Mentre per quanto riguarda il controllo delle patologie fungine tipiche di pesco, albicocco, susino e ciliegio, come bolla e monilia, non si sono evidenziate particolari criticità, un discorso diverso deve essere fatto per gli insetti fitofagi. Su ciliegio l'attenzione va alla Drosophila suzukii. Questo è, in estrema sintesi, ciò che è emerso nel corso del convegno sul bilancio fitosanitario drupacee 2020 e 2021 dell'Aipp che si è tenuto giovedì 7 ottobre 2021 via webinar.

Le criticità emerse nelle diverse regioni

Nel corso del convegno sono stati presentati i bilanci fitosanitari da parte di: Alessio Giacopini per la Regione Veneto, Angela Gottardello per il Trentino, Luca Nari per il Piemonte, Davide Dradi e Michele Preti per l'Emilia Romagna, Arturo Caponero per la Basilicata e Cosimo Tocci per la Calabria.

A livello climatico, il biennio 2020-2021 è stato certamente caratterizzato da fenomeni che hanno accomunato tutte le regioni:

  • forti gelate tardive che per alcune aree e su alcune produzioni ha significato anche il -90% della produzione;
  • eventi atmosferici estremi: bombe d'acqua e grandine;
  • temperature estive molto elevate;
  • periodi di siccità anche molto prolungati.

Le patologie fungine e le batteriosi

Altro discorso valido sostanzialmente per le diverse regioni è quello relativo alla gestione delle patologie come bolla, monilia e batteriosi che, fatta eccezione per i casi di errato timing di intervento, non hanno generato problemi nel controllo. Richiedono comunque attenzione e interventi cautelativi (pre-pioggia) tutti gli anni, ma si posso definire sotto controllo. Gestione addirittura migliore nelle aziende a conduzione biologica grazie a una agronomia più accorta e all'impiego tempestivo di prodotti come Bacillus e zeoliti.

In Veneto si segnala un problema di moria delle giovani piante di albicocco che dovrà essere approfondito, mentre su susino, tendenzialmente più resistente, il problema principale è dato dai fitoplasmi.
Segnalate dalle regioni Piemonte, Emilia-Romagna, Basilicata e Calabria, criticità in aumento nei confronti dei cancri rameali, delle batteriosi (specilamente P. syringae pv morsprunarum su ciliegi giovani), della Sharka che è ormai un fattore limitante per la coltivazione di pesco (in particolare Plum Pox Virus ceppo M negli ambienti del Sud Italia) e albicocco. In crescita anche i fitoplasmi su susino.
Se per il momento le malattie fungine possono dirsi sotto controllo con le attuali strategie di difesa, agevolate anche da annate poco piovose, c'è decisamente qualche preoccupazione in più per i prossimi anni che vedranno revocati diversi principi attivi:
  • Tiofanate metile per il fusicocco del pesco (cancri rameali);
  • Mancozeb per le batteriosi dell'albicocco;
  • Fenbuconazolo per apiognomonia e cilindrosporiosi

Ci si aspetta un aumento della pressione di queste malattie, con un sostanziale capovolgimento della situazione attuale.

I fitofagi: forficole al primo posto

Per quanto riguarda invece gli insetti fitofagi, Alessio Giacopini, Luca Nari e i tecnici del Servizio fitosanitario dell'Emilia-Romagna concordano nel segnalare le forficole come insetto chiave del pesco. In Veneto quest'anno ha causato danni del 70% fino a metà luglio. In Piemonte in alcuni pescheti, sommata ai danni da gelo, ha portato anche alla perdita totale della produzione. La forficola è favorita da inverni miti e non c'è nessun principio attivo registrato per il controllo. In Emilia-Romagna, che su pesco ha dato decisamente più problemi della cimice, gli unici risultati positivi di difesa si hanno con trattamenti notturni di spinosad e indoxacarb.
Con l'abbandono progressivo dei neonicotinoidi si è assistito a un aumento degli afidi e in particolare di quello verde. Preoccupano anche le cocciniglie, specialmente Lecanio e Pseudococcus.
In Trentino, su ciliegio, la batteriosi da Pseudomonas syringae e la Drosophila suzukii rimangono la patologia e il fitofago chiave. Per il controllo del moscerino si hanno già ottimi risultati con le reti antinsetto, che riducono anche la bagnatura fogliare con un conseguente minor sviluppo di patologie fungine. Si aspettano invece i risultati derivanti dai lanci del Ganaspis brasiliensis, ci sono speranze anche nei confronti di Leptopilina japonica, un altro moscerino asiatico ritrovato nel territorio nel 2019.
Nelle regioni del Sud Italia si ricorda anche la presenza della mosca della frutta, che resta l'insetto chiave per le cultivar tardive (agosto/settembre) in quanto appena trova le condizioni meteo favorevoli cresce subito rapidamente. La strategia è la lotta adulticida.
Forficole e Drosophila mettono a dura prova le drupacee - Ultima modifica: 2021-10-09T15:31:56+02:00 da Sara Vitali

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome