Fragolicoltura italiana sempre più meridionale: prime Campania e Basilicata

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La superficie nazionale supera i 4mila ettari dei quali l’83% realizzato in coltura protetta. Dal punto di vista varietale la situazione si presenta molto diversificata a seconda delle aree produttive

L’indagine volta a stimare la consistenza delle superfici coltivate a fragole in coltura specializzata sul territorio nazionale effettuata da Cso Italy ha portato, a inizio 2023, a una stima degli impianti attorno a 4.100 ettari (tab. 1) e registra una lievissima diminuzione (-1% sull’annata scorsa). All’83% gli impianti complessivi realizzati in coltura protetta, mentre il restante 17% viene coltivato in campo aperto; risultano sostanzialmente costanti gli investimenti in serra mentre scendono di un punto percentuale quelli in pieno campo. La geografia della fragolicoltura italiana conferma il Sud come principale bacino produttivo.

Distribuzione regionale e varietà

Continua l’incessante crescita che già da diversi anni ha riguardato le aree del Sud, mentre flettono leggermente le superfici a Nord e Centro Italia. Nel Meridione l’incremento è del +2% rispetto allo scorso anno ma l’aumento è del +12% rispetto agli investimenti del 2020. A oggi le aree del Sud Italia rappresentano circa il 65% della fragolicoltura nazionale con oltre 2.650 ettari nel 2023. Il Nord, dopo l’incremento registrato nel 2022, quest’anno registra una diminuzione delle superfici che ritornano su un quantitativo di circa 950 ettari complessivi, -3% rispetto alla stagione precedente ma +7% rispetto al biennio 2020/2021; la coltivazione nel Settentrione occupa mediamente il 24% del totale italiano (periodo 2020-2023). In calo anche le regioni del centro Italia, che riportano una diminuzione del -4% rispetto alla campagna scorsa con circa 490 ettari coltivati in coltura specializzata.

La Basilicata e la Campania si confermano i principali bacini produttivi che insieme coprono il 50% del totale Italia. In Basilicata gli investimenti sembrano essere stabili rispetto alla scorsa annata con un’estensione della coltura in regione di circa i 1.030 ettari; in Campania le stime evidenziano un +4%, equivalenti a circa 38 ettari in più della scorsa stagione, superando in questo caso i 1.050 ettari. Sempre al Sud è previsto un incremento anche in Sicilia (+6% rispetto al 2022) mentre la Calabria conferma una flessione della coltivazione pari al -11% rispetto allo scorso anno già più contenuto rispetto al triennio antecedente. A nord, tra le principali regioni vocate alla coltivazione della fragola in coltura specializzata, si rileva un -1% sul 2022 in Emilia-Romagna e -7% in Veneto mentre tra le altre regioni si registra un -6% in Piemonte e nel complesso un -4% in Trentino-Alto Adige con la provincia di Bolzano che perde venti ettari nel passaggio dal 2022 al 2023 mentre Trento sale di nove punti percentuali.

Tab. 1 - superfici coltivate in coltura specializzata (ettari)
Regioni 2022 2023 var % 23/22
Piemonte 153 143 -6
Trento 127 138 +9
Bolzano 105 85 -19
Veneto 320 299 -7
Emilia-Romagna 222 220 -1
Campania 1.015 1.053 +4
Basilicata 1.029 1.032 =
Calabria 132 117 -11
Sicilia 325 344 +6
Altre regioni 697 673 -3
TOTALE 4.124 4.103 -1
Fonte: Elaborazioni Cso Italy

 

Dal punto di vista varietale la situazione si presenta molto diversificata a seconda delle aree produttive. In Basilicata, per la campagna 2023, rimangono predominanti gli impianti di Sabrosa Candonga®, nonostante una lieve flessione, crescono i consensi della varietà Inspire e NSG 207 (Marimbella®) a cui segue NSG 120 (Rossetta®), in aumento anche l’impiego della nuova varietà Limvalnera, in riduzione invece l’utilizzo di Melissa, Florida Fortuna, Marisol, Flavia e Plared 06-39 (RedSara®) che chiudono la classifica.

In Campania le prime tre varietà NSG 203 (Marimbella®), Melissa e NSG 207 (Gioelita®) nel 2023 rappresentano circa il 77% degli impianti. In calo l’interesse per la varietà Parthenope mentre è in lieve ascesa quello per NSG 120 (Rossetta®). In Calabria le varietà più impiantate, insieme a Sabrina, sono NSG 203 (Marimbella®) e Melissa che salgono di importanza seguite da Camarosa e Marisol. In salita anche Rossetta (NSG 120).

Più a Nord, la situazione è maggiormente differenziata: in Emilia-Romagna dai dati dei vivaisti la varietà maggiormente impiantata è Sibilla ma in calo rispetto alla stagione scorsa, seguita da Clery in aumento, si consolida l’importanza di Joly e Brilla, stabile Aprica; in Veneto la varietà Aprica si conferma la più impiegata seguita da Agnese, Portola, Antea, Murano e Garda, queste sei varietà coprono il 65% del totale delle vendite dei vivaisti.

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L’83% degli impianti è realizzato in coltura protetta, mentre il restante 17% viene coltivato in campo aperto

La campagna commerciale

A oggi, la campagna commerciale italiana, è già iniziata con i volumi in arrivo dalle regioni del sud Italia, principalmente Basilicata in cui le raccolte sono al 33% e in Campania con raccolte giunte al 22% del totale.

Nel Metaponto la stagione autunnale è stata nel complesso calda con ottima luminosità e piogge scarse, queste condizioni hanno favorito un trapianto precoce con una buona produzione di fiori ed un corretto sviluppo vegetativo fino a gennaio. L’arrivo delle basse temperature dalla terza decade di gennaio alla prima settimana di febbraio, hanno invece determinato un blocco della pianta senza però causare danni.

La produzione si presenta più uniforme di pezzatura rispetto a quella dell’annata scorsa. Per quanto riguarda il calendario di maturazione, vi è un anticipo di circa 7 giorni rispetto alla stagione precedente.

Anche nella zona di produzione dell’Agro Aversano in Campania l’andamento climatico dei primi tre mesi del ciclo produttivo, ottobre-dicembre, è stato caratterizzato da temperature, sia massime che minime, superiori alla media storica del periodo. È stato un periodo caldo e soleggiato, con poche piogge o sporadiche.

Un significativo calo termico si è avuto nella seconda metà del mese di gennaio, accompagnato da piogge anche molto intense. La prima metà del mese di febbraio è stata caratterizzata da un’umidità relativa elevata, anche in assenza di pioggia, mentre nella seconda metà del mese di febbraio l’umidità relativa si è notevolmente abbassata con venti in direzione nord-est. In conseguenza di questo andamento climatico c’è stato un veloce attecchimento degli stoloni e una crescita vegetativa veloce delle piante. Anche la fioritura è stata anticipata e di conseguenza si è riscontrato un inizio della raccolta fortemente accelerato nel mese di gennaio. Attualmente gli impianti si presentano ben accestiti con una buona presenza di fiori e frutti.

Alle produzioni italiane si aggiungono quelle spagnole della provincia di Huelva, qui le superfici coltivate a fragola sono ormai stabili da tempo e anche per questa campagna sono rimaste costanti rispetto all’annata precedente. Attualmente le raccolte in Spagna sono giunte al 32% del totale con un ritmo in ripresa dopo che le gelate di metà gennaio avevano bloccato la crescita delle piante condizionando parzialmente la stagione. Il periodo di preparazione del terreno e messa a dimora, invece, si era contraddistinto da una fase stabile e calda che aveva portato ad una partenza anticipata delle produzioni.

Export: Austria primo mercato

Nel corso della stagione commerciale 2022 l’export di fragole italiane è stato di poco inferiore all’annata precedente con quasi 11.700 tonnellate (-2%) ed il quantitativo si pone perfettamente in media con i volumi dell’ultimo quinquennio. Anche il valore scende solo sensibilmente sull’annualità precedente, merito di un prezzo medio che rimane pressoché stabile rispetto a quello del 2021 alla quota di 3,42 €/kg e risulta il più elevato dal 2018. Durante le ultime cinque annate mediamente circa l’88% delle esportazioni viene convogliato verso i paesi dell’Unione europea (27), nell’ultima campagna queste hanno totalizzato circa 10.300 tonnellate inferiori solo a quelle spedite durante la stagione 2019. Il primo mercato di destinazione si conferma l’Austria che per due annate ha superato la Germania, nostro storico sbocco commerciale; il mercato austriaco ha assorbito circa 4.300 tonnellate con una rappresentatività sul totale che sale al 37% (+7% sull’annata precedente). L’export in Germania nel 2022 è invece calato di ventitré punti percentuali rispetto alla stagione precedente già più contenuta rispetto ai volumi medi del recente passato e con circa 2.700 tonnellate rappresenta solo il 24% del complesso. Con distacco si collocano le esportazioni in Slovenia costanti sulla campagna 2021 all’8% del totale. In deciso aumento le spedizioni verso la Romania e la Lituania, le prime passate dall’1% al 4% del totale esportato dall’Italia, le seconde cresciute di circa 200 tonnellate. Chiudono la classifica le movimentazioni verso il Lussemburgo che invece denotano un calo (-33% sul 2021) e si fermano al 3% del totale.

Import: primato alla Spagna

Le entrate di fragole estere nel nostro Paese durante l’ultima annualità sono state in flessione di dieci punti percentuali rispetto al 2021 con circa 34.600 tonnellate. Il valore è costante con più di 92 milioni di euro e insieme a quello dell’annata precedente si pone come il maggiore delle ultime cinque stagioni commerciali merito del prezzo medio che sale di undici punti percentuali e con 2,66 €/kg si colloca come il più elevato dal 2018. Il 99% dell’import di fragole estere giungono dai Paesi dell’Ue27; nel 2022 i volumi arrivati sono stati in calo del 10% con circa 34.000 tonnellate.

La Spagna come sempre ne detiene il primato: durante l’ultima campagna ha rappresentato l’80% del totale ma i volumi sono stati in diminuzione di due punti percentuali rispetto alla campagna 2021 realizzando circa 27.600 tonnellate. All’8% del totale segue la Francia ma in riduzione di nove punti percentuali rispetto alla stagione scorsa con circa 2.600 tonnellate. Con distacco le importazioni dalla Germania al 6% del complesso e quaranta punti percentuali in meno sulla stagione antecedente. Con una rappresentatività al 2% del totale le entrate dai Paesi Bassi e dalla Grecia le prime in aumento rispetto ai volumi del recente passato, le seconde in forte discesa. L’import dai paesi europei extra-Ue27 ha rappresentato l’1% del complesso nel 2022 in netta flessione rispetto alla campagna precedente, prevalentemente dall’Albania. Ancora poco considerevoli gli arrivi dai paesi africani, unicamente Egitto.

Per i volumi prodotti e per propensione all’export, la Spagna è indiscutibilmente il principale paese concorrente dell’Italia. Le esportazioni spagnole nel 2022 sono terminate con un volume di circa 278.000 tonnellate, in flessione del 12% sui volumi inviati l’anno precedente, il quantitativo risulta il più contenuto delle ultime cinque annate. Il 29% delle spedizioni totali è stato inviato verso il mercato tedesco con 81.300 tonnellate, un volume che flette di ventinove punti percentuali sulla stagione passata.

Al secondo posto l’export verso la Francia con una quota al 17% del totale e volumi in diminuzione sul 2021 del -3% con 46.200 tonnellate. Seguono le movimentazioni verso il Regno Unito con poco oltre le 32.000 tonnellate in calo di diciotto punti percentuali sulla stagione antecedente al 12% del complessivo esportato dalla Spagna. In quarta posizione si colloca l’Italia al 10% del totale, mentre con distacco si collocano i Paesi Bassi al 6% in crescita del +14% rispetto all’export del 2021.

L’altro paese concorrente dell’Italia è la Germania con volumi esportati molto più ridotti di quelli spagnoli e più simili a quelli italiani. Le spedizioni tedesche durante il 2022 sono state in calo dell’8% rispetto a quelle del 2021 e confermano un trend in flessione già in atto da qualche annata, difatti i volumi esportati durante l’ultima campagna, con appena 6.800 tonnellate, rappresentano il quantitativo più basso dell’ultimo quinquennio. L’Austria è il primo mercato di destinazione con il 46% del totale durante l’ultima annualità, in calo del 21% rispetto alla stagione passata. A seguire l’export verso la Repubblica Ceca che copre il 17% del totale con spedizioni in crescita del +45% sulla scorsa stagione. Al 9% del complesso si pongono le movimentazioni verso la Francia con 615 tonnellate: i volumi sono maggiori dell’annata precedente ma ben più bassi del triennio 2018-2020 quando mediamente ammontavano a 1.500 tonnellate. Le esportazioni in Danimarca coprono il 7% del totale e sono state in flessione del -13% sul 2021 ma in media con i volumi dell’ultimo quinquennio. Al 5% del totale gli invii verso Slovenia e Paesi Bassi e a seguire Italia e Svizzera con il 4% del complessivo esportato.

Fragolicoltura italiana sempre più meridionale: prime Campania e Basilicata - Ultima modifica: 2023-04-11T11:47:32+02:00 da Redazione Frutticoltura

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