Reti multifunzionali, effetti diversi in base al sistema d’impianto

Necessario sposare le soluzioni tecnologiche con la diversa vigoria dei portinnesti. Le reti si sono rivelate positive nella combinazione con i soggetti deboli ma non con quelli più vigorosi

L’adozione di reti multi-funzione è ormai abbastanza diffusa nei frutteti italiani, perché esse offrono protezione da agenti biotici e abiotici. Nel ciliegio dolce, in particolare, coperture plastiche e reti offrono difesa da eventi meteorici come grandine, vento e, soprattutto, pioggia, essendo una delle più efficaci difese dalla spaccatura dei frutti (“cracking”). A seconda della loro costruzione, le reti multifunzione permettono di controllare molti parametri ambientali e/o fisiologici che influenzano la produttività degli impianti. Ad esempio, le reti non solo diminuiscono la disponibilità di radiazione luminosa, ma ne alterano anche la composizione spettrale, influenzando quindi in duplice modalità il microclima luminoso del ceraseto.

Inoltre, il tipo di tessitura, il colore della fibra e il materiale plastico utilizzati hanno un effetto sul rapporto luce diretta/luce diffusa e aumentano in genere la penetrazione di luce all’interno delle chiome. La presenza delle reti, poichè cambia gli input energetici, determina anche variazioni significative della temperatura della chioma e dell’umidità relativa, abbassando il Deficit di Pressione di Vapore (Vpd) tra la foglia e l’atmosfera. Da ultimo, anche le relazioni idriche della pianta sono influenzate dalla presenza di reti, che possono migliorare l’efficienza d’uso dell’acqua (Water Use Efficiency, Wue) da parte delle foglie, come dimostrato in agrumi, albicocco e melo.

Questi risultati suggeriscono che la presenza delle reti possa consentire di mitigare gli stress abiotici, in particolare ondate di calore, aumenti della richiesta evapotraspiratoria dell’ambiente e siccità. Questo potrebbe tradursi in una significativa riduzione dei fabbisogni irrigui del frutteto, oltre a fornire protezione da agenti biotici, come nel caso delle reti antinsetto.


Leggi anche Luci e ombre sui nuovi sistemi di copertura del ceraseto


Nel ciliegio, l’applicazione di reti monofilare può provocare aumenti nell’area fogliare e nel contenuto in sostanza secca di tutti gli organi della pianta, ma mancano dati sull’effetto di queste reti per quanto riguarda l’evapotraspirazione, gli scambi gassosi e lo stato idrico dell’albero.

In questa specie è in atto una transizione verso impianti ad alta densità, resa possibile da portinnesti fortemente nanizzanti che consentono di ottenere chiome meno dense e una maggiore efficienza di produzione, grazie a miglior penetrazione luminosa all’interno della chioma e stato idrico della pianta in generale migliorato.

D’altra parte, però, questi portinnesti sono soggetti a carenze idriche e subiscono maggiormente le conseguenze di colpi di calore per via del loro ridotto apparato radicale e minore conducibilità idraulica del loro fusto, in particolare al punto d’innesto. La combinazione di reti multifunzione e portinnesti nanizzanti potrebbe quindi presentare molteplici vantaggi legati ad un microclima meno difficile per questi alberi.

In questo lavoro si riportano dati da uno studio dell’effetto di reti multifunzione “Keep in Touch®”, di tipo monofilare su relazioni idriche, scambi gassosi, flussi vascolari nonchè produzione e qualità dei frutti alla raccolta, in combinazioni d’innesto di diversa vigoria.

Tipologia di copertura monofilare adottata nella prova

Conclusioni

È necessario sposare le soluzioni tecniche con la genetica, in questo caso rappresentata dalla diversa vigoria dei portinnesti testati.

Le reti si sono rivelate positive nella combinazione con il più debole dei due, perché hanno limitato la Par – senza causare perdite fotosintetiche – migliorando lo stato idrico della pianta. Il contrario si è verificato per il portinnesto più vigoroso, in cui l’eccessiva riduzione di Par nella chioma ha, da un lato, indotto una minor conduttanza stomatica e conseguentemente limitato la fotosintesi, ma, dall’altro, ha anche reso meno negativo il potenziale idrico del frutto, diminuendone la forza di attrazione degli assimilati, portando a minor sviluppo e minore qualità dei frutti.

Articolo completo pubblicato sulla rivista di Frutticoltura n.04/2023


Se sei interessato al ciliegio e alla sua coltivazione
leggi tutti gli articoli correlati

Reti multifunzionali, effetti diversi in base al sistema d’impianto - Ultima modifica: 2023-05-30T09:38:12+02:00 da K4

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome