In poco più di 10 anni la certificazione genetico-sanitaria del materiale vivaistico delle piante da frutto, prodotte nell'ambito del Servizio Nazionale di Certificazione Volontaria del Mipaaf, ha raggiunto traguardi importantissimi. Basti ricordare, a titolo di esempio, che otre il 90% della produzione nazionale di piante di fragola è attualmente costituita da materiale certificato, mentre per i portinnesti di pomacee e drupacee si raggiungono valori prossimi alla totalità.
Si tratta di traguardi lusinghieri, auspicati da quanti hanno lavorato per lunghissimi anni alla realizzazione del sistema di certificazione, che non si pensava potessero avere successo in così poco tempo. Questi dati sono ancora più significativi se si considera che la certificazione delle piante da frutto si attua su base totalmente volontaria, in conformità con le norme comunitarie e nazionali. Quanto sopra dimostra come il CIVI-Italia sia divenuto il polo nazionale di aggregazione del comparto vivaistico, in cui è confluita la stragrande maggioranza delle aziende del settore, e ciò costituisce un “unicum” nella filiera ortofrutticola, dove la frammentazione degli organi di rappresentanza e di interessi, spesso divergenti, costituisce la norma.
In questi anni il sistema si è evoluto ed ampliato richiedendo correzioni in corso d'opera per ovviare ad alcune criticità emerse solo in fase applicativa. Esso oggi riguarda buona parte delle specie frutticole a propagazione agamica ed è attuato dalla grandissima maggioranza delle aziende vivaistiche specializzate. La progressiva espansione della certificazione ha costituito un fattore importante di qualificazione dei materiali vivaistici e, di conseguenza, è divenuta anche un elemento fondamentale di promozione, sia in Italia che all'estero, per le garanzie che offre al frutticoltore.
A causa del continuo mutamento normativo, da qualche anno sono però emersi punti di incertezza capaci, se non adeguatamente affrontati, di vanificare il lavoro svolto e di togliere credibilità al sistema. Questa ragione ha indotto il CIVI-Italia ad avviare un momento di riflessione onde trovare nuovi equilibri in grado di elevare i livelli di garanzia dei materiali certificati. Il primo riguarda la non unanime attuazione delle norme in tutte le regioni, dovuta anche alla crescente difficoltà dell'ente pubblico nel far fronte ai compiti ad esso assegnati. Ciò comporta, in molti casi, l'impossibilità di eseguire in modo adeguato i controlli previsti dai disciplinari della certificazione.
Altro aspetto riguarda la scellerata interpretazione dell'art. V della Costituzione, che permette alle Regioni di declinare in modo eccessivamente discrezionale norme che dovrebbero valere “erga omnes”. Si verificano così comportamenti sperequativi che rischiano di essere un fattore destabilizzante per l'intero settore. In ultimo, il più grave pericolo viene forse dalla proposta di un regolamento comunitario che prevede l'adozione di una certificazione europea, che di fatto equiparerà verso il basso i livelli di sanità dei materiali di propagazione vegetale, causando una svalutazione del prodotto vivaistico italiano, attualmente prodotto secondo norme ben più stringenti.
Queste ragioni hanno indotto il CIVI-Italia ad elaborare, in stretta collaborazione con il Mipaaf, uno schema innovativo di qualificazione così come illustrato nell'articolo che segue questa nota. Si tratta, in effetti, di una certificazione pubblico-privata, per certi versi simile a quella già adottata con successo per gli imballaggi in legno, in cui il privato, in questo caso CIVI-Italia, assicura un livello di garanzia superiore non più previsto dalle norme comunitarie. Il nuovo sistema su cui si sta lavorando alacremente per farlo entrare in vigore entro il 2015, risolve anche gli altri punti critici precedentemente evidenziati, in quanto assicura una completa ed uniforme applicazione delle norme della certificazione su tutto il territorio nazionale per quei vivaisti che vi aderiranno su scala volontaria sottoscrivendo le regole da seguire.
Per questo motivo la proposta ha trovato il pieno consenso del Mipaaf e dimostra come il rapporto di collaborazione fra CIVI-Italia ed ente pubblico, rispettoso nel contempo dei rispettivi ruoli, sia portatore di benefici a tutto il comparto frutticolo, garantendo il mantenimento di elevatissimi standard qualitativi - sanitari e genetici - dei materiali vegetali posti alla base di tutta la filiera frutticola.
Allegati
- Scarica il file: Una nuova certificazione per le piante da frutto