La viticoltura da tavola si interroga sulle azioni che porrà nei prossimi anni per preservare il raccolto. Dall’impiego di diserbanti chimici senza controllo fino ai nuovi mezzi meno invasivi e più salutari per l’ambiente – e anche per il frutto - di tempo ne è passato, arrivando quasi ad addomesticare il comportamento di parassiti. Se ne è discusso durante il meeting organizzato dall’azienda Suterra specializzata in sistemi per il biocontrollo in campo. L’evento si è svolto nel cuore del territorio vocato alla coltivazione di uva da tavola, la Puglia che da sola conta il 60% della produzione italiana di uva da tavola, a cui segue la Sicilia col 35% e la Basilicata con il 5%. Con Antonio Guario, agronomo e consulente scientifico di Agrolab, abbiamo analizzato la situazione del vigneto di uva da tavola, tra clima che cambia e fitofagi avversi e di cosa necessita per performare al meglio.
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Quali specie preoccupano i coltivatori di uva da tavola?
A preoccupare non è solo la cicalina africana, ma anche altri parassiti che stanno danneggiando in maniera significativa gli impianti di uva da tavola:
- Cocciniglia farinosa (Planococcus ficus). Questa specie ha impegnato notevolmente i viticoltori per la difficoltà nel controllo e complessa attività biologica. Ad oggi la possibilità di utilizzare mezzi efficaci di monitoraggio ha migliorato l’approccio nella gestione fitosanitaria.
- Tignola rigata (Cryptoblabes gnidiella). È estremamente dannosa nelle ultime fasi di produzione, poiché i danni sono a carico dei grappoli poco prima alla raccolta. Ciò genera notevoli criticità per l’esecuzione di interventi chimici nel rispetto delle norme, ma anche dal punto di vista economico poiché si dovranno sostenere ulteriori costi per la pulizia del grappolo.
- Aleurodide spinoso (Aleurocanthus spiniferus). La sua diffusione è in continua progressione per la sua elevata polifagia e per le numerose generazioni in grado di generarsi in un anno. L’infestazione di tale aleurodide compromette l’intera produzione per l’elevata melata e insediamento di funghi secondari sui grappoli.
- Mosca mediterranea della frutta (Ceratitis capitata). La sua presenza è ormai consolidata nei su diverse colture del nostro Pese, ma in alcuni anni interessa anche le uve da tavola con danni irreversibili per la formazione di gallerie negli acini. La criticità anche per questo dittero è la presenza delle infestazioni quanto l’uva è matura. Risulta pertanto necessario, a prescindere dalla eventuale presenza, impostare azioni preventive di controllo.
- Fillossera della vite (Daktulosphaira vitifoliae). Anche se è stata debellata da 150 anni con i portainnesti e nesti resistenti, è riuscita a modificare il proprio sistema biologico e completare il suo ciclo solo sugli innesti europei, Per cui in molte zone si rende necessario eseguire interventi specifici nei confronti di tale fitofago.
- A questi fitofagi già insediati sulla vite c’è un’attenzione su altri che al momento, pur presenti nelle zone interessate alla coltivazione di uva da tavola, non sembrano dannose. Si tratta del Moscerino dei piccoli frutti (Drosophila suzukii) e della Cimice asiatica (Halyomorpha halys).
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