La gommosi parassitaria è una malattia vascolare, causata dai funghi Botryosphaeria dothidea (an. Fusicoccum aesculi), B. rhodina (an. Lasiodiplodia theobromae), B. obtusa (an. Diplodia seriata) in grado di portare al deperimento e alla morte piante di pesco sia negli Usa che in Asia. Nelle principali aree peschicole del sud-est degli Stati Uniti, la malattia è nota sin dall'inizio degli anni '70 e può ridurre le rese fino al 40%. Gli stessi agenti patogeni possono infettare altre Rosaceae come il susino, albicocco, pesco, ciliegio e mandorlo. Ultimamente, anche nei nostri areali peschicoli del nord Italia, in seguito all’introduzione di alcune varietà di percoche risultate particolarmente sensibili, sono stati segnalati gravi casi di gommosi, ancora di eziologia non certa.
Produzione di composti resinosi
La gommosi parassitaria, che negli ultimi anni è in forte aumento nel mondo in tutti gli areali di coltivazione a clima caldo e umido, prende il nome dalle grandi quantità di composti resinosi che essudano dalle lenticelle o da altre lesioni, sia di origine meccanica e non, presenti su rami o tronchi in seguito alle infezioni fungine.
I sintomi della gommosi possono essere infatti favoriti da stress abiotici (fisici o chimici), come anche biotici come l'attività trofica di alcuni insetti xylofagi (Synanthedon spp.). La gomma viene prodotta dalla pianta infetta da parte di cellule secretorie e pareti cellulari decomposte del parenchima vascolare. Gli essudati gommosi sono composti principalmente da carboidrati e in misura minore da proteine e minerali e acqua.
Piante suscettibili tutto l'anno
I principi attivi maggiormente efficaci nel contenere la malattia, sono nell’ordine, tiofanate metile, captano, i fungicidi analoghi delle strobilurine, triazoli e sali di rame. Anche alcuni BCA come quelli a base di Trichoderma e B. amyloliquefaciens hanno la capacità di colonizzare i siti di infezione impedendo la contaminazione del patogeno.
Tuttavia, la gestione della gommosi parassitaria del pesco è particolarmente difficile, perché una volta che il patogeno si è insediato, risulta sempre più difficile controllare il suo progredire all’interno dei tessuti. Inoltre, dato che le piante possono essere infettate quasi in ogni momento dell'anno, il solo contenimento chimico della malattia, se pur parziale non si prospetta economicamente sostenibile.
Pratiche agronomiche consigliate
Risulta pertanto fondamentale accompagnarlo con virtuose pratiche agronomiche:
- Adottare varietà tolleranti.
- Evitare l’impianto in aree umide e con una ridotta circolazione dell’aria e drenaggio del suolo.
- È bene pertanto durante la potatura invernale rimuovere quanto più possibile il legno malato, rimuovere e sminuzzare il legno potato per accelerarne la decomposizione e ridurre della produzione di spore.
- Evitare la potatura immediatamente prima o dopo una pioggia quando la vegetazione è bagnata.
- Durante la potatura conviene lasciare per ultime le piante o le varietà che presentano gommosi.
- Disinfettare gli strumenti di potatura con Sali quaternari di ammonio o con ipoclorito di sodio al 10%.
- Eseguire un trattamento fungicida dopo la potatura per proteggere le ferite di potatura fresche e non ancora cicatrizzate.
- Evitare un'eccessiva crescita di erbe infestanti sulla fila per migliorare il movimento dell'aria attorno all’interno del frutteto.