Afidi e antracnosi del melo, cecidomia dei frutti del pero, cocciniglia dell’actinidia: il cambiamento climatico ha acuito le avversità (oltre a introdurne di nuove) con cui si deve confrontare la frutticoltura emiliano romagnola. Crescenti difficoltà che hanno portato a un incremento degli interventi con prodotti chimici di sintesi con ricadute talora negative anche dal punto di vista dell’impatto ambientale: ma oggi, da un lato il processo di revisione a livello europeo delle molecole autorizzate ha portato alla revoca di numerose sostanze a disposizione dei produttori e, dall’altro, si fa sempre più largo la volontà di ridurre l'uso di input chimici, contribuendo così a limitare gli effetti negativi dei sistemi agricoli su aria, acqua e suolo.
È con l’obiettivo di una nuova gestione delle principali emergenze fitosanitarie, in particolare su pomacee e actinidia, che prende il via il progetto Riduci, coordinato da Astra Innovazione e Sviluppo, con il coinvolgimento diretto di Ri.Nova, Consorzio Agrario di Ravenna, AOP Italia, Apo Conerpo, Granfrutta Zani, Orogel Fresco, Terremerse, Apofruit Italia, Fruit Modena Group, CAB Massari, CAB Ter.ra, CICO, OrtiColti.
Sei obiettivi per il progetto Riduci
«Le condizioni climatiche estreme degli ultimi anni, caratterizzate da lunghi periodi caldo-siccitosi alternati a fenomeni intensi di pioggia e grandine, hanno favorito lo sviluppo e la diffusione di nuove avversità e l’esplosione di altre che, in passato, erano considerate secondarie – spiega Maria Grazia Tommasini, responsabile organizzativo del progetto per Ri.Nova -. Lo scenario normativo e la chiara direzione intrapresa dall’Europa sul fronte dei prodotti fitosanitari richiedono tuttavia nuovi approcci, basati sull’impiego razionale di input chimici e su tecniche innovative come il monitoraggio avanzato e l’uso di droni. Questi strumenti rappresentano una grande opportunità per aumentare la resilienza del settore agricolo. RIDUCI punta a fornire strumenti pratici, sostenibili ed efficaci per supportare gli agricoltori nella gestione delle nuove emergenze fitosanitarie, riducendo significativamente l'impatto ambientale e migliorando la produttività delle colture arboree regionali».
Nel dettaglio, sono sei gli obiettivi specifici del progetto: «Riduci punta a mettere a punto strumenti di gestione fitosanitaria a basso impatto per il controllo degli afidi del melo - spiega Tommasini - attraverso la selezione di prodotti più efficaci e la validazione di un modello previsionale dedicato ad Eriosoma lanigerum e al suo parassitoide Aphelinus mali, utile a definire le finestre ottimali di intervento e a sostenere la lotta biologica.
Sarà sviluppato un sistema di monitoraggio semplice ed efficace per Contarinia pyrivora, basato su trappole con feromoni sessuali, utile per rilevare la presenza del fitofago in campo e programmare meglio gli interventi di difesa. I nuovi feromoni saranno testati anche per un loro possibile impiego in strategie alternative agli agrofarmaci, come la cattura massale.
Saranno inoltre testate tecniche efficaci di contenimento della Glomerella Leaf Spot sul melo, attraverso prove di campo mirate all’identificazione dei momenti migliori per il trattamento. È prevista la messa a punto di un modello previsionale per la cocciniglia dell’actinidia, che, integrando dati climatici e dinamiche biologiche, permetterà di ottimizzare i trattamenti e ridurre l’uso di insetticidi tradizionali. Le prove di campo permetteranno infine di definire i formulati più performanti nei confronti di questa avversità.
Si valuterà anche l’efficacia dell’impiego di droni UAV per interventi fitosanitari mirati, specialmente in contesti difficilmente accessibili o in condizioni climatiche estreme, come accaduto in occasione delle alluvioni del 2023 e del 2024. Infine, il progetto intende promuovere la sostenibilità agricola attraverso attività educative rivolte a cittadini e operatori del settore».
I primi risultati
Il progetto, avviato nel luglio scorso (con termine previsto a fine giugno del 2027), ha già raccolto i primi, rilevanti dati in particolare sulla lotta agli afidi grazie alle prove sperimentali su un meleto in regime biologico a Castel Guelfo di Bologna, caratterizzato da una forte e omogenea pressione dei parassiti.
«La prova ha valutato l’efficacia di diversi insetticidi ammessi in agricoltura biologica – spiega Federica Manucci del Consorzio Agrario di Ravenna -. Al primo rilievo, effettuato il 15 maggio scorso, alcune tesi hanno mostrato una significativa riduzione dell’infestazione, con percentuali di getti colpiti scese al 54–55%, rispetto all’85% del controllo non trattato. Le differenze sono apparse anche visivamente evidenti, a conferma dell’efficacia iniziale dei trattamenti. Attualmente è in corso la valutazione della persistenza di questi effetti nel tempo, così come l’analisi dell’eventuale impatto dei trattamenti sul parassitoide Aphelinus mali, antagonista naturale degli afidi, già ben presente in campo. Questi dati saranno fondamentali per comprendere meglio l’equilibrio tra efficacia dei prodotti e tutela della fauna ausiliaria, in linea con l’approccio sostenibile e integrato promosso dal progetto».
L’iniziativa è realizzata nell’ambito del CoPSR 2023-2027 - Tipo di intervento SRG01 “Sostegno ai Gruppi Operativi PEI AGRI” – OS5. Il progetto è finanziato dal FEASR 2023-2027 – Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale – Progetto "Sistemi avanzati per la riduzione degli input chimici e gestione di nuove emergenze fitosanitarie a supporto della produttività delle coltivazioni arboree regionali - RIDUCI".