Gestione del rischio, centinaia di frutticoltori in campo con Edagricole

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Quasi trecento partecipanti al primo dei due eventi in campo dedicati alle tecnologie di difesa attiva e agli strumenti assicurativi. Guarda il video della prima giornata in campo e iscriviti alla seconda giornata dimostrativa. L'appuntamento con Edagricole e Asnacodi Italia è il 13 maggio a Castellaneta (Taranto)

Una panoramica su tutte le “armi” oggi a disposizione degli imprenditori agricoli per combattere contro avversità climatiche, fitopatie, infestazioni parassitarie e crisi di mercato. Una giornata in frutteto, la prima in presenza dopo due anni di stop a causa della pandemia, dove si è parlato di strumenti assicurativi e tecnologie di difesa attiva indispensabili per progettare e costruire una strategia di gestione del rischio in grado di tutelare gli sforzi che i frutticoltori fanno ogni giorno per portare a casa i raccolti e quindi un reddito adeguato che li ripaghi del loro lavoro.

Questo, in estrema sintesi, il significato della prima delle due giornate intitolate “In campo per la difesa” organizzate da Edagricole insieme ad Asnacodi Italia. Oltre trecento gli imprenditori agricoli presenti a Jolanda di Savoia (Fe), nel pereto di Bonifiche Ferraresi.

Sette tappe per la difesa

La giornata è cominciata con un tour guidato in frutteto dove erano state allestite sette stazioni tematiche.

Prima tappa: la genetica 

Nella prima si è parlato deli obiettivi del miglioramento genetico delle pomacee e dei portinnesti. La genetica può offrire delle risposte ai cambiamenti climatici (es. resistenza al freddo, siccità, ristagni idrici, scottature frutti, salinità)? «Le gelate tardive primaverili possono avere conseguenze disastrose in fioritura e durante l’allegagione (T critica -2/-6°C a seconda della specie) – ha spiegato Roberto Gregori dell’Unibo. Può portare alle necrosi dell’apparato fiorale e/o malformazioni dei frutti (cinghiature). La resistenza delle piante/fiori alle basse temperature è un carattere controllato da più geni (poligenico). Come si possono limitare gli effetti delle basse temperature in fioriture? selezionando varietà: a fioritura medio-tardiva (escape) (es. mele dei gruppi Gala o Fuji), che abbiano una abbondante fioritura (avoidance), con ampia scalarità di fioritura (es. varietà di mele a polpa rossa), utilizzando materiale genetico che si è adattato ai paesi freddi, in grado di resistere a -40°C (genotipi siberiani).

Un altro effetto del cambiamento climatico sono le scottature dei frutti, soprattutto in ambienti ad elevata irradiazione luminosa (es. Sud Africa) e in ambienti con elevate temperature estive (es. Sud Europa). A tal proposito c’è l’Hot Climate Program (HCP) è un programma di miglioramento genetico avviato nel 2002 dall’IRTA (Spagna) e dalla Plant & Food Research (nuova Zelanda) con l’obiettivo di sviluppare nuove varietà di mele e pere adattate alle aree di coltivazione con temperature elevate.

A livello di portinnesti invece, gli obiettivi del breeding sono: adattamento alle condizioni ambientali (es. resistenza al freddo); adattamento alle condizioni pedoclimatiche (es. ristagni idrici, siccità, calcare); esistenza a patogeni e parassiti (es. colpo di fuoco batterico); regolare la vigoria della pianta; regolare l’entrata in produzione della pianta (precocità); regolare l’attività pollonifera; migliorare la moltiplicazione in vivaio.

Massimo Cristofori di Salvi Vivai ha presentato il progetto di impianto del pereto messo a dimora quest’anno nei frutteti di Bonifiche Ferraresi e i nuovi portinnesti di melo Geneva che hanno una resistenza ai freddi.

Seconda tappa: supporto decisionale

Il secondo focus ha riguardato stazioni agrometeorologiche e Dss per una gestione mirata del frutteto. L’andamento agrometeorologico ha ripercussioni sulla gestione agronomica: lavorazioni, trattamenti fitosanitari, fertilizzazioni, irrigazioni. La disponibilità di dati meteorologico-climatologici rappresentativi e consistenti permette di ottimizzare le scelte, le azioni e quindi i risultati, applicando risposte modulari e proporzionate a specifiche situazioni, con ricadute in termini di efficacia, di risparmio di risorse, di impatto ambientale. Aspetti ben evidenziati da Giulio Perulli, dell’Unibo, che ha mostrato alcuni sensori-frutto, da Andrea Bertolini di RadarMeteo che ha illustrato il funzionamento di una stazione meteorologica, e Giuseppe Barbieri di IBF che ha spiegato il funzionamento di sensori suolo, stazioni meteo, fototrappole e Dss.

Terza tappa: irrigazione

Il monitoraggio agrometeorologico e l’impiego dei sistemi di supporto decisionale, oltre che per una difesa fitosanitaria di precisione, sono fondamentali per la gestione efficiente della risorsa acqua. Una necessità sempre più impellente visto lo scenario idrologico deficitario in cui ci muoviamo. In Emilia-Romagna, l’acqua stoccata nel sottosuolo, normalmente accessibile alle colture, presenta quantitativi che vanno da -150% a -200% rispetto alla media storica del periodo. L’Agenzia regionale Prevenzione Ambiente Energia (Arpae) segnala come il contenuto idrico dei terreni è oggi inferiore alla norma (soprattutto nel settore nord-est del ferrarese), mentre nelle falde superficiali si registrano livelli che sono generalmente tipici delle estati più siccitose. Di come affrontare il miglioramento della gestione irrigua, dalle strategie d’intervento alle tecnologie per il monitoraggio del sistema ambiente-suolo-pianta, ne hanno Stefano Anconelli e Gioele Chiari, del Cer.

Quarta tappa: sistemi di difesa antigelo

La quarta fermata è stata dedicata a uno degli aspetti più critici per la frutticoltura emiliano-romagnola negli ultimi anni: le gelate tardive. Tecnici ed esperti hanno illustrato i sistemi di difesa da predisporre all’interno del frutteto: gli impianti di irrigazione antibrina, Marco Tommasini di Cai ha spiegato il funzionamento degli irrigatori per antibrina soprachioma e sottochioma Irritec, ma anche le ventole e altre fonti di calore. Interessanti le evidenze sull’impiego delle ventole portate da Mirco Carrelli, imprenditore agricolo e socio Agrintesa (esperto di ventole): «Perché installare una ventola antibrina? Per diversi motivi in realtà: ha la massima efficacia sia in caso di gelata per irraggiamento sia nel caso di gelata per avvezione; protegge un’ampia superficie; è possibile asciugare l’umidità presente sulle piante (è possibile inoltre utilizzare le ventole anche per altri scopi quale per esempio rimescolare l’aria durante l’impollinazione, eliminare l’umidità in determinati periodi ecc.); il frutteto rimane accessibile dopo il loro utilizzo (ciò non è possibile nel caso dell’irrigazione antibrina); un solo operatore può gestire con facilità un numero elevato di macchine (con il controllo da remoto si possono controllare le macchine anche su appezzamenti lontani)».
Molti i vantaggi, in termini di innalzamento delle temperature all’interno del frutteto, riscontrati anche dall’impiego dei bruciatori Idrologica illustrati da Claudio Tassinari.

Quinta tappa: sistemi di copertura

Il quinto cantiere è stato allestito con reti antigrandine, antipioggia e antinsetto. Forse lo strumento più potente per contrastare le avversità climatiche e le fitopatie, ma gli impianti di copertura - come ha spiegato Davide Neri dell’Università delle Marche - hanno costi importanti, quindi vanno progettati tenendo bene in considerazione le diverse esigenze fisiologiche delle diverse colture, realizzati e manutenuti con attenzione. In campo era visibile l’impianto predisposto per la copertura del pereto con reti Agrinova e componenstistica Arnoplast e Bonvini pali illustrati da Simone Corradi. Accanto a queste soluzioni Arrigoni ha allestito un impianto monofilare con reti Protecta e reti antidrosophila, ben illustrate da Giuseppe Netti, agronomo di Arrigoni.

Sesta tappa: il frutteto smart

La sesta proposta presentata ai partecipanti è stata un prototipo di frutteto smart o meglio ancora di meleto smart. Infatti, al cambiamento climatico si può rispondere con tecnologie 4.0, specializzate e sostenibili. Ne ha parlato Luca Corelli Grappadelli dell’Unibo portando l’esempio del meleto “Demo Site” realizzato nell’azienda sperimentale del Dipartimento di Scienze e Tecnolgie Agro-Alimentari (Distal) dell’Università di Bologna, nel quale sono state adottate tutte le innovazioni tecnologiche proposte dal “S3O-Smart, Specialized, Sustainable Orchard” un progetto finanziato dal programma Por Fesr Emilia-Romagna 2014/2020.

Settima tappa: strumenti assicurativi

Nella settima e ultima tappa si è parlato di strumenti assicurativi grazie agli interventi di Alex Martinelli, direttore Asrecodi, Ezio Boretto di Gi&Bi Broker e Alessandro Bellini di VH Italia. Oggi una strategia di gestione del rischio completa si costruisce utilizzando tutti gli strumenti a disposizione. Le polizze agevolate e i fondi mutualistici da soli non possono bastare, ma sono fondamentali in un’ottica di gestione integrata e diversificazione. In quest’ottica è appena stato approvato il nuovo piano di gestione del rischio per il 2022 con molte novità che riguardano soprattutto i fondi mutualistici e le polizze parametriche. A ciò si aggiunge la sperimentazione del fondo nazionale Agricat per le avversità catastrofali.

Il convegno: tecnologie, polizze e fondi mutualistici

Nel pomeriggio, dopo il pranzo, si è svolto un convegno durante il quale sono stati fatti approfondimenti tecnici, economici ed agronomici sulle tecnologie di difesa attiva viste in campo durante la mattinata, si è parlato nel dettaglio di polizze agevolate e fondi mutualistici e, nel corso di una tavola rotonda, si è inquadrata la gestione del rischio in un contesto di filiera. A rendere ancora più concreti i ragionamenti fatti, le esperienze di alcuni imprenditori agricoli che nelle loro aziende hanno scelto di fare della gestione del rischio un vero e proprio strumento di lavoro.

Edagricole
Un momento del convegno

Tre i concetti chiave emersi durante la discussione:

1. Programmazione: un’efficace strategia di gestione del rischio non si improvvisa, va programmata

2. Diversificazione: non esiste un solo strumento che protegge a 360 gradi, un piano di difesa efficace si compone di più elementi.

3. Formazione e informazione: per programmare e diversificare bisogna conoscere quali sono e come funzionano le opportunità che si hanno a disposizione, bisogna formarsi e informarsi. Agli imprenditori agricoli spetta il compito di essere curiosi e disponibili a cercare le informazioni, a Edagricole casa editrice e ad Asnacodi come associazione fornitrice di servizi quello di crearle e renderle disponibili.

Agabiti, Asnacodi: «L’Europa cambi rotta sulla politica»

Non ha usato giri di parole per esplicitare il punto di vista del mondo agricolo sulle scelte di politica agricola dell’Ue il presidente di Asnacodi Italia Albano Agabiti nel suo intervento che ha chiuso il convegno a Jolanda di Savoia. «Noi ce la stiamo mettendo tutta, ma l’Europa deve dare una mano all’agricoltura cambiando strategia sulla Pac e sull’energia. Veniamo da due anni di pandemia, ora c’è la guerra. Durante l’emergenza Covid non ci sono mancate le tecnologie, ci sono mancate le mascherine.La richiesta non è di alleggerire gli aspetti ambientali della Pac che sono anche un elemento di competitività della nostra agricoltura. Però come si fa, ad esempio, ad assimilare gli allevamenti alle grandi industrie? Il settore è già molto sotto pressione e mettiamo ulteriori vincoli?».

Agabiti ha poi sottolineato come il cambiamento geopolitico in atto a causa della guerra in Ucraina stia indebolendo l’Europa e più in generale l’Occidente. Perciò, secondo il presidente di Coldiretti Umbria, in un contesto come questo la politica agricola ha l’occasione di tornare a essere centrale e all’interno di essa si inserisce la gestione del rischio.

«Ok le assicurazioni e la difesa attiva per contrastare i cambiamenti climatici ma bisogna guardare anche al mercato: servono garanzie sulla continuità dei contratti e su una soglia di prezzo minimo»

In campo per la difesa: seconda tappa a Taranto

Gli effetti dei cambiamenti climatici sono sempre più evidenti nelle campagne italiane. Grandinate, piogge torrenziali, gelate fuori stagione, lunghi periodi di siccità e temperature oltre i 40 °C stanno diventando quasi la norma e non più un’eccezione. Se a questo aggiungiamo i danni alle colture provocati da insetti e batteri alieni (come cimice asiatica e Xylella), si capisce quanto le produzioni agricole ad alto valore aggiunto (frutta, uva da vino e da tavola, olive da olio, pomodoro da industria e orticole) siano sotto pressione. In un contesto di commercio agroalimentare sempre più agguerrito, infatti, diventa necessario tutelare non solo il reddito delle imprese ma anche le quote di mercato. Risarcire i danni è importante ma non basta: bisogna prima difendere le produzioni.

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Reti di copertura

In campo per la difesa: Strategie di prevenzione per proteggere il tuo raccolto e il tuo reddito“, organizzato da Edagricole in collaborazione con Asnacodi Italia, si propone di mostrare agli imprenditori agricoli italiani un ventaglio delle più moderne e innovative soluzioni di difesa attiva e passiva.

Dopo il successo della prima tappa al Nord, la seconda tappa al Sud consentirà di coinvolgere gran parte degli agricoltori e dei tecnici italiani su questi temi di grande attualità.

Clicca qui per iscriverti e partecipare all'evento del 13 maggio

Gestione del rischio, centinaia di frutticoltori in campo con Edagricole - Ultima modifica: 2022-04-26T17:26:53+02:00 da Simone Martarello

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