Difendersi dal gelo con impianti innovativi e assicurazioni 

gelate
La difesa dal gelo tramite il connubio di difesa attiva e passiva, nonostante i limiti di entrambe le soluzioni, è stato il tema portante dell’incontro organizzato a Macfrut da Anbi, Asnacodi e Cer

Problema importante quello delle gelate tardive, conseguenza indiretta del cambiamento climatico che ha colpito pesantemente il comparto ortofrutticolo.

Negli ultimi anni, nel nostro paese sono stati registrati inverni miti, con temperature che hanno determinato una ripresa vegetativa anticipata dei frutteti. Questo ha fatto sì che nel periodo classico delle gelate primaverili, le piante fossero già in avanzato stato di fioritura. Inoltre, nel periodo invernale piove sempre meno; pertanto, i terreni in primavera si presentano asciutti, e quindi più soggetti a raffreddarsi.

Di conseguenza, i danni che si registrano ogni anno sono ingenti, con pesanti cali produttivi, sia a livello di rese per ettaro, sia a livello di impianti, che vengono abbattuti e dismessi, per incapacità di far fronte alle avversità.

Come fare allora per difendersi dal gelo? È stato questo il tema portante dell'incontro organizzato a Macfrut 2024 da Anbi, Asrecodi ER, Consorzio di Bonifica della Romagna, Anbi Emilia-Romagna e Cer.

Difesa passiva e attiva contro le gelate

Fino a poco tempo fa, l’unico strumento delle imprese contro i danni da gelata sono state le assicurazioni (difesa passiva). Tuttavia, i recenti eventi catastrofici che hanno colpito il nostro paese (siccità, alluvioni, grandinate) hanno messo in luce le difficoltà di un sistema precario che non era più in grado di sostenere risorse assicurative infinite, consolidando la consapevolezza che i rischi non fossero compatibili con una gestione passiva del rischio.

Il tema delle assicurazioni lo introduce Albano Agabiti, presidente Asnacodi: «La consapevolezza che con la parte assicurativa in senso stretto i rischi catastrofali non si possono più coprire ce l’abbiamo da diverso tempo, tant’è che abbiamo richiesto uno strumento, come Agricat, che coinvolga tutte le imprese agricole in modo obbligatorio. Altrimenti non c’è possibilità per le aziende di avere una risposta a costi accessibili. I prodotti assicurativi ci sono ma la capacità di risarcimento è talmente limitata che spesso all’agricoltore non conviene. E non è speculazione, le compagnie hanno perso 500 milioni di euro in 10 anni. La strada non è neanche sperare in un aumento delle aziende assicurate, perché in Italia quelle che producono un reddito tale da avere una percezione del rischio elevata sono poche. Cosa fare quindi? modificare lo standard value troppo alto e i limiti al tasso massimo ammissibile a contributo, andare verso polizze index meno costose e lavorare su strumenti innovativi e probabilmente nei prossimi anni potrebbe essere necessario un contributo delle Regioni anche per la parte assicurativa. Il sistema assicurativo è molto criticato, ma senza i 750 milioni risarciti nel 2023 da questo sistema e senza i 5 miliardi nelle ultime 10 campagne cosa avremmo visto in questa fiera dell'ortofrutta italiana?!».

Non essendo più contemplabile la soluzione delle coperture assicurative come unica via, il tema delle gelate, oggi, va affrontato anche con un approccio alla difesa di tipo attivo. Gli attuali strumenti a nostra disposizione sono i ventoloni, i bruciatori, le candele di paraffina e l’irrigazione con funzione anti-brina, una tecnica molto promettente che si sta diffondendo alla velocità della luce e che garantisce anche una resa migliore, in particolare rispetto al vento.

Le difficoltà incontrate dai consorzi

I Consorzi di Bonifica, in qualità di enti di supporto all’intero mondo produttivo e, nella fattispecie, al contesto ortofrutticolo, hanno messo in campo, negli anni, in collaborazione con Acqua Campus, tutti i sistemi possibili per ottimizzare gli impianti d’irrigazione con funzione di difesa dal gelo.

«Il problema principale - sottolinea Andrea Fabbri, Agronomo del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale - è avere l’acqua, e poterla distribuire nei territori ortofrutticoli particolarmente vocati; in altre parole, la taratura della quantità di acqua non è sufficiente per garantire la funzione antibrina: al momento, infatti, è possibile consegnare all’azienda il rapporto di 1 idrante fino a 1,4 ha».

«L’obbiettivo urgente è quello di cercare di capire quali sono le soluzioni, come ad esempio - dice Francesco Vincenzi, presidente Anbi - immaginare progettazioni di nuovi impianti che potrebbero, tra qualche anno, raggiungere un giusto equilibrio tra domanda e offerta, ovvero una taratura su una portata di acqua sufficiente per poter effettuare irrigazione con funzione anti-brina, rispondendo così alle necessità».

Bandi e risorse per la difesa attiva dalle gelate

Tra i finanziamenti erogati per la difesa contro il gelo spiccano quelli previsti per il progetto “Frutteti protetti”, presentato a Macfrut dalla Regione Emilia Romagna il 9 Maggio, un progetto nato con lo scopo di contrastare il crescente trend di riduzione delle superfici destinate a frutteti. I sistemi di difesa da adottare per poter usufruire delle risorse del bando sono almeno due, a scelta tra: impianto irriguo innovativo e sostenibile, protezione anti-grandine, difesa anti-gelate, e rete multifunzionale anti-insetto. Con queste nuove risorse, si conta di realizzare 1000 ettari di nuovi frutteti, e di proteggere almeno 4000 ettari di frutteti tra quelli già esistenti.

Stefano Francia, Presidente del Consorzio bonifica della Romagna, trae alcune conclusioni su quella che sembra essere una convergenza d’intenti riguardanti le grandi sfide future: gestire una parte imponderabile di rischio, che resta, e sempre resterà, in particolar modo per quelle colture dove non è sfruttabile la difesa attiva; laddove, tuttavia, è possibile applicarla, diventa strategico iniziare a coprirla il più possibile, per assicurare la continuità della produzione ortofrutticola e la sua relativa presenza nei canali della grande distribuzione.

La promessa, dichiarata da Anbi e Asnacodi, è quella di sviluppare una strategia per trovare le risorse che mancano, lavorare su gelo ed anche, aggiunge Stefano, su siccità, due tra le più grandi catastrofi, ed arrivare a poter elargire aiuti pari al 50-70%, ponendo l’accento sulla cultura di una gestione aziendale del rischio che ha da sempre caratterizzato e contraddistinto la Regione Emilia-Romagna.

Difendersi dal gelo con impianti innovativi e assicurazioni  - Ultima modifica: 2024-05-10T17:16:06+02:00 da Sara Vitali

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