Progetto “Frutteti protetti”, la Regione E-R sostiene la filiera ortofrutticola

reti di copertura
La Regione Emilia-Romagna ha messo in campo risorse per un nuovo progetto strategico denominato “Frutteti Protetti”. Tra gli obiettivi dei prossimi due anni: realizzare 1000 ettari di nuovi frutteti protetti e proteggere 4000 ettari di frutteti già esistenti

Il progetto “Frutteti protetti”, presentato dalla Regione Emilia-Romagna il 9 Maggio 2024 in occasione di Macfrut (Rimini), nasce dall’urgente necessità di sostenere i produttori nella crisi che ha interessato il settore della frutticoltura, nel tentativo di invertirne la rotta. Come? Sostenendo l'adozione di almeno due sistemi di protezione del frutteto: reti di copertura o altri sistemi di difesa.

A partire dal 2012, infatti, le superfici destinate a frutteti hanno subito un drastico, progressivo calo, sfiorando tassi di riduzione del 50%. Tra le più segnate, le superfici destinate a pero (-8179 ha) e a pesco (-5.526). Questo trend è stata una diretta conseguenza del cambiamento climatico attualmente in atto, che ha determinato un aumento degli eventi metereologici estremi, quali precipitazioni intense più concentrate alternate a periodi di siccità prolungata, innalzamento delle temperature, sbalzi termici, gelate tardive ed esplosione di problematiche fitosanitarie (cimice asiatica, colpo di fuoco batterico, maculatura bruna).

Fondi per le reti di copertura

I produttori si sono ritrovati a dover sostenere una serie di problematiche di difficile gestione, talvolta insostenibili dal punto di vista dei costi, dovute alla difficoltà di ottenere coperture assicurative e al calo del valore delle produzioni.

In questo contesto, la situazione drammatica ha stimolato la nascita di una nuova impostazione di “frutteto”, con l’attivazione dei principali canali di stanziamento dei fondi. Degli oltre 70 milioni di euro di cui è stato attualmente dotato il piano, 58 provengono dallo Sviluppo Rurale e andranno a confluire in una serie di bandi regionali, tra cui un bando a sostegno delle zone alluvionate (30 milioni, con contributi al 60%), un bando a sostegno di altre zone (15 milioni, sempre con contributi al 60%), e bandi anti-brina, con contributi al 70%.

Tra i primi obbiettivi, c’è quello di arrivare, in due anni (fine 2025), a realizzare 1000 ettari di nuovi frutteti protetti, e proteggere 4000 ettari di frutteti già esistenti.

Al progetto è possibile aderire avvalendosi di almeno due sistemi di difesa dalle avversità a scelta tra: impianto irriguo innovativo e sostenibile (es. linee irrigue automatizzate, impianti di sensoristica), protezione anti-grandine, difesa anti-gelate, e rete multifunzionale anti-insetto.

Lo stanziamento delle risorse è stato accompagnato da una serie di iniziative e attività complementari.

Iniziative di accesso al credito

Una delle prime importanti iniziative che hanno accompagnato lo stanziamento delle risorse è stata quella di accesso al reddito, illustrata da Mario Tamanti, Direttore AOP Gruppo VI.VA Visione Valore. Scopo principale di questo progetto è cercare di far fronte alla necessità di un affiancamento dell’azienda nell’iter di valutazione ed analisi del rischio, garantendo una panoramica sulle soluzioni possibili, e consegnando una vera e propria certificazione della sostenibilità del piano d’investimento.

Strumenti di stabilizzazione del reddito

Il contesto estremamente critico segnato dai cambiamenti climatici ha fatto crescere l’urgenza di adottare strumenti che potessero garantire ai produttori un reddito. «Determinante, sottolinea Lisa Martini, Direttore AOP FiNAF, è stato l’impatto della cimice asiatica che ha portato, nel 2020, alla nascita di un fondo di mutualizzazione destinato a compensare il reddito dei produttori delle colture a rischio (pere, pesche, mele) calato per danni/perdite dovute all’aumento dei costi (+20%), ed ai minori ricavi (-40%). Questo strumento ha rappresentato, per i soggetti maggiormente colpiti, uno strumento di sopravvivenza e di garanzia di un reddito».

Meccanizzazione delle operazioni colturali

Dalla progettazione del frutteto alla raccolta; squadro e picchettamento, diradamento fiorale, sfalcio e gestione dell’interfilare, potature, raccolta: tutto può essere meccanizzato.

Esperienze in campo, illustrate da Mattia Onofri, Responsabile frutta Conserve Italia, hanno confermato la possibilità di meccanizzare i frutteti per ottenere un risparmio in termini di costi e di tempo. Uno dei primi progetti, nato a fine 2014, ha visto la realizzazione di due filari di albicocchi dall’altezza di 2,4 mt da terra sui quali sono stati effettuati, nel 2019, i primi test con una vendemmiatrice trainata per la raccolta dei frutti, che hanno soddisfatto appieno gli standard qualitativi. Altrettanto positivi gli esperimenti condotti utilizzando una macchina progettata da Imeca su albicocco (2022) e su pesco (2023), creata per la raccolta di olive e mandorle.

Un bilancio positivo quello del conteggio delle ore risparmiate grazie alla meccanizzazione: 8 ore per ettaro, a fronte delle 282 ore a ettaro necessarie per la manodopera tradizionale. Gli obbiettivi di questo 2024 sono quelli di portare in prova la macchina su altre colture, per avvantaggiarsi dei notevoli risparmi, economici e non solo, che queste avanzate tecnologie garantiscono.

Il marchio come fattore distintivo

Patrizio Neri, presidente di Jingold, uno degli attori più importanti a livello mondiale nella filiera del kiwi, sottolinea l’importanza del marchio come fattore distintivo, in termini di qualità, mantenimento degli standard produttivi, ed assicurazione ai produttori di affiancamento sugli aspetti agronomici pratici. Non basta, infatti, avere un’eccellente varietà: per poter garantire al mercato, e prima di tutto al produttore, la produzione, è necessario conoscere le strategie di difesa e proteggere gli impianti. Questo è lo spirito di Jingold, che si pone come obbiettivo primario un costante, tenace supporto ai propri produttori, con un’attenta gestione di tutta la filiera, affiancando all’aspetto commerciale, quello produttivo/agronomico, come ad esempio l’indirizzamento negli investimenti in reti anti-grandine.

La necessità di poter garantire la produzione e ripristinare i numeri delle superfici dei frutteti, è diventata una questione di primaria necessità. L’obbiettivo finale che si pone il progetto è quello di arrivare a creare i presupposti per l’inversione del trend, e portare la quota di frutteti protetti almeno al 15%.

Progetto “Frutteti protetti”, la Regione E-R sostiene la filiera ortofrutticola - Ultima modifica: 2024-05-10T11:51:27+02:00 da Sara Vitali

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