Condizioni climatiche non ottimali e squilibri idrico-termici e nutrizionali in fasi fisiologiche delicate possono causare nelle drupacee diverse fisiopatie: caduta delle gemme, cascola, frutti gemelli, scamiciatura difficoltosa, corking, suberificazione dell’epidermide, rottura del nocciolo e cracking. Vediamole.
Caduta delle gemme e disturbi della fioritura
La caduta delle gemme risulta legata a un aborto precoce degli organi fiorali durante il riposo invernale. Aborti più tardivi, principalmente limitati al pistillo, conducono ugualmente alla caduta in stadi più o meno avanzati della fioritura. Una regolare sincronizzazione fra la fuoriuscita dell’endodormienza e la differenziazione dei vasi xilematici sembrerebbe giocare un ruolo fondamentale nella capacità delle gemme fiorali di svilupparsi regolarmente. È stato verificato che cultivar di albicocco molto sensibili all’aborto fiorale sono caratterizzate da una vascolarizzazione irregolare e insufficiente degli organi fiorali al momento della fuoriuscita dalla dormienza.
Temperature minime elevate, durante dicembre e gennaio, sembrano essere la causa principale di una cascola eccessiva di gemme nelle cultivar più sensibili. Nell’albicocco, temperature elevate all’approssimarsi della fioritura favoriscono un elevato tasso di pistilli atrofici. Alla luce delle moderne ricerche la cascola delle gemme non sembrerebbe avere una chiara dipendenza dal mancato soddisfacimento del fabbisogno in freddo, considerando che il fenomeno si verifica anche in cultivar a basso fabbisogno in freddo e in stagioni dove le esigenze in basse temperature sono regolarmente soddisfatte.
Cascola dei frutti
Spesso la cascola dei frutticini è da ricollegare a problematiche durante il periodo fioritura-allegagione (es. condizioni climatiche non favorevoli alla fecondazione, interferenze sugli impollinatori ecc.) o ai momenti di formazioni degli organi riproduttivi maschili e femminili. Altre cause possono ricercarsi in reciproche concorrenze nutrizionali tra frutti; in competizioni metaboliche tra frutti e germogli in accrescimento; in carenze di elaborati organici, nonché di acqua per eccessiva siccità o per competizione traspiratoria tra foglie e frutti. Anche il mancato soddisfacimento del fabbisogno in freddo viene spesso indicato come responsabile della cascola dei frutticini.
Frutti doppi o “gemelli”
Negli alberi da frutto la formazione dei primordi fiorali avviene precocemente (estate anno N), mentre la fioritura si realizza nell’anno (N+1), dopo un periodo di graduale soddisfacimento del fabbisogno in freddo caratteristico per ogni specie e cultivar. Tuttavia, non è raro trovare gemme fiorifere che si aprono, in maniera anomala, alla fine dell’estate o nell’autunno dell’anno (N), sotto l’effetto della caduta prematura delle foglie, per forti stress idro-termici o per attacchi parassitari.
In questo contesto, sulla stessa pianta si ritrovano frutti in maturazione e fiori aperti che possono dare origine anche a regolari allegagioni, con frutti destinati, però, a cadere per difficoltà di sviluppo a causa di competizioni con quelli “normali” o per condizioni climatiche non ottimali.
La differenziazione fiorale può ugualmente presentare irregolarità legate alle condizioni climatiche estive e autunnali. La formazione di pistilli doppi è un’anomalia particolarmente frequente nel ciliegio dolce, ma che si osserva anche su pesco, susino e albicocco. La formazione di pistilli doppi nell’anno (N) è all’origine di “frutti doppi” nell’anno (N+1). Tassi elevati di “frutti doppi” possono risultare pregiudizievoli per il rendimento poiché non sono commercializzabili. Temperature superiori a 30 °C durante lo svolgimento della differenziazione aumentano considerevolmente la formazione di pistilli doppi, specialmente quando si verificano nello stadio in cui i sepali e i petali sono differenziati. Condizioni di siccità possono ugualmente favorire la formazione di pistilli doppi. L’anomalia dei frutti doppi o “gemelli” ha dipendenza varietale.
Scamiciatura difficoltosa
Per scamiciatura si intende la caduta del calice fiorale. In alcune annate, caratterizzate da abbassamenti termici nel periodo della fioritura-post/fioritura, il calice è particolarmente tenace, si rompe con ritardo e persiste sui frutticini in via di accrescimento provocando anomalie di sviluppo del frutto e schiarimenti dell’epicarpo, soprattutto localizzati nella porzione apicale.
Corking
La fisiopatia nota come corking si manifesta sui frutti di albicocche, pesche e susine con sintomi specifici caratterizzati da suberosità e affossamenti a carico dell’epidermide, cui corrispondono nella polpa cavità più o meno estese e tessuti suberificati imbruniti. Il corking può causare perdite di prodotto dal 30 al 50% in raccolta e più elevate in fase di post raccolta. Questa fisiopatia si verifica a causa di uno squilibrio nella disponibilità di metaboliti per lo sviluppo dei frutti e la crescita dei germogli. Nelle primavere fredde la crescita dei germogli è favorita rispetto al tasso di accrescimento dei frutti e così si creano le condizioni predisponenti per la fisiopatia. Essa è inoltre favorita anche da un eccessivo vigore degli alberi, oltre che da abbondanti apporti di azoto non bilanciati da quelli di elementi strutturali come fosforo, potassio, calcio e microelementi.
Split pit (“rottura del nocciolo”)
Il termine “nocciolo spaccato” si riferisce normalmente all’apertura del nocciolo all’estremità del picciolo del frutto. Le cause esatte della fisiopatia sono sconosciute. Le basse temperature e/o i danni da gelo durante la fioritura e lo sviluppo precoce dei frutti possono essere fattori predisponenti. Se le gelate riducono eccessivamente i carichi di frutta, generalmente la rottura del nocciolo aumenta. Le piogge eccessive nelle ultime fasi di crescita dei frutti sono un’altra variabile incontrollabile che aggrava il fenomeno.
I fattori che favoriscono la crescita rapida dei frutti, come l’aumento di acqua, il diradamento eccessivo ecc., possono aumentare la pressione del turgore all’interno del frutto stesso e promuovere lo sviluppo dei fasci vascolari. Pertanto, se la pressione di turgore avvenisse all’interno del frutto prima che l’endocarpo indurisca (ad esempio, riducendo l’acqua, l’apporto di azoto e l’eccessivo diradamento), sia i fasci vascolari ventrali sia quelli embrionali non diventerebbero anormalmente spessi e la spaccatura dei noccioli verrebbe significativamente ridotta.
Suberificazione dell’epidermide
Si tratta di un’alterazione riscontrata in particolare sulle albicocche a epidermide rossa. Le cause non sono ancora note. Influiscono, con ogni probabilità, lo stato idrico e nutrizionale della pianta e l’esposizione alla luce.
Cracking
I meccanismi di base rimangono poco conosciuti; tuttavia, i ricercatori hanno suggerito che l’elevata incidenza di cracking dei frutti può essere influenzata da fattori fisiologici, biochimici, ambientali, agronomici, colturali, anatomici, genetici e di conservazione post-raccolta.
I due principali elementi ambientali sono la quantità di pioggia e la sua distribuzione durante il periodo di maturazione, nonché il tipo di terreno. Quando i tessuti del frutto sono sottoposti a pressioni superiori alla resistenza meccanica delle loro pareti cellulari e della cuticola compaiono microfessure sul frutto. Ciò si verifica principalmente quando la maturazione e il periodo di raccolta coincidono con un periodo di elevata umidità; inoltre, la combinazione di alte temperature e bassa umidità, che rendono la buccia del frutto dura e anelastica, seguita da forti piogge, accelera la crescita e l’espansione dei tessuti interni. Una volta che la buccia del frutto rimane anelastica e la sua crescita non si accompagna alla crescita dei tessuti interni, compaiono le crepe nella buccia. Di recente, per la ciliegia, è stato proposto un nuovo modello, conosciuto come “ipotesi della cerniera”, per spiegare lo sviluppo del cracking.