Due numeri, dati in apertura del World Pear Forum di FuturPera, fanno subito riflettere sulla gravità e sulla complessità della ormai tristemente nota situazione produttiva e commerciale in cui si trova il settore pericolo nazionale e in particolare quello emiliano-romagnolo: dalle 750mila tonnellate di pere annue, che venivano prodotte in media negli anni scorsi, siamo passati a poco più di 200mila t nel 2021. Cosa si può fare in prospettiva? Strumenti per la gestione del rischio, ricerca varietale, aggregazione commerciale. Con queste tre parole chiave è iniziato l'incontro dedicato alla presentazione del lavoro svolto da UnaPera nei suoi primi mesi di vita.
Il ruolo di UnaPera
Una realtà ideata nel 2020, nata ufficialmente a luglio 2021, che sembra porsi bene davanti alle difficoltà della campagna in corso e che si spera possa portare una boccata di aria fresca al sistema organizzativo del settore. Figlia del regolamento Omnibus, rappresenta un nuovo modo di aggregare l'offerta tra imprese con caratteristiche diverse le une dalle altre, facendo lavorare assieme Op e non, cooperative e privati con l’obiettivo di controllare l'immissione del prodotto sul mercato, mentre la fatturazione sui clienti resta in capo ai singoli soci. L'Aop lavora ad accordi quadro per l'ambito commerciale e marketing con le insegne della distribuzione moderna e le imprese all'ingrosso, sviluppando settimanalmente listini di riferimento; mentre i soci gestiscono la commercializzazione quotidiana.
Largo alle biotecnologie
Oltre alle problematiche commerciali, cambiamento climatico e fitopatologie sono gli altri due temi temi che affliggono la pericoltura. A questo proposito, l’input è stato chiaro: nonostante i limiti imposti dalla legislazione, le biotecnologie e in particolare il silenziamento genico rappresentano l’unica chance contro la maculatura bruna.
«Le nuove tecnologie di breeding e di lotta ai patogeni, anche se sono il risultato di anni di ricerca e sperimentazione rigorosi, destano ancora dubbi e perplessità nell’opinione pubblica. Soprattutto nell’opinione di chi non è del settore» ha affermato Bruno Mezzetti dell’Università Politecnica delle Marche. Anche Gianni Amidei, presidente OI Pera, ha mantenuto una chiara posizione: «si ha molta paura di parlare di silenziamento genico e di tecniche analoghe ma per quanto possa essere alto il rischio di essere criticati, dobbiamo parlarne sempre di più e senza timore, perché questa è l’unica strada percorribile.
Stefano Boncompagni, del Servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna, ha ricordato che: «Se nel 1993 avevamo a disposizione 1.064 molecole per difendere le produzioni, nel 2021 ne abbiamo 321, perché tutte le altre sono state vietate. Se a ciò sommiamo il fatto che ogni giorno, insieme ai milioni di tonnellate di ortofrutta che viaggiano quotidianamente in ogni parte del mondo, entrano nel nostro Paese patogeni di ogni tipo (sono circa 100 all’anno i nuovi organismi nocivi che arrivano in Italia), appare chiaro che dobbiamo imparare a difenderci. La preoccupazione nel percorrere questa strada non deve spaventare di più di quella del non percorrerla, perché può significare vedere morire un intero e importante comparto produttivo».
Le varietà e le tecniche che danno riscontri positivi
Spunti interessanti sono emersi anche dagli interventi di Gioele Chiari, divulgatore del CER, e di Michele Mariani della Fondazione Navarra. Il primo si è focalizzato sui sistemi antibrina e di climatizzazione, metodi efficaci per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici ma che richiedono una forte specializzazione nell’utilizzo (corretto timing di accensione/spegnimento, gestione del calore e dell’acqua derivante dallo scioglimento del ghiaccio. Mariani ha identificato le varietà (Santa Maria, Kaiser e William) e le tecniche di conduzione del pereto (nutrizione radicale azotata, impiego di impollinanti e pronubi) che al momento danno riscontri positivi. Sulla Maculatura Bruna e la Cimice Asiatica sono intervenuti Michele Preti di Astra Innovazione e Sviluppo e Renzo Bucchi, responsabile scientifico Agri 2000 Net, impegnati nello sviluppo di diversi progetti Psr della Regione Emilia-Romagna e di altre attività finanziate da OI Pera. Infine Giuseppe Todeschini della Regione Emilia-Romagna ha fatto una disamina efficace su agevolazioni e ristori che l’ente pubblico metterà a disposizione dei produttori (assicurazioni agevolate, fondi di mutualizzazione, fondi di stabilizzazione del reddito e un fondo mutualistico nazionale contro eventi catastrofali) ricordando i passi avanti nella riduzione dei tempi di erogazione degli aiuti (da 4 anni a uno).