Le varietà per risollevare la grave situazione della pericoltura

nuove varietà pere
Confronto tra alberi sani e degenerati di Abate Fatel
Nonostante da anni si cerchino alternative alle tradizionali e ancora consolidate tipologie di pere, poche sono le innovazioni che si stanno affermando. Speranze nei programmi di breeding condotti in Italia

Sono trascorsi pochi anni dal momento in cui è diventata evidente la difficoltà nel coltivare e produrre pere, soprattutto in Emilia-Romagna. In poco tempo la perdita di superficie coltivata si è ridotta drasticamente e purtroppo proseguirà.

La situazione ha subito una forte accelerazione, molti produttori che per più anni hanno visto il loro reddito negativo e costi sempre più elevati, dopo svariate lamentele hanno deciso di eliminare la coltura. In Emilia-Romagna, dove il settore pero rappresenta i 4/5 del totale nazionale, dal 2014 la diminuzione di ettari ha raggiunto il 24% (1 su 4). Ma il dato ancora più allarmante è la riduzione dell’11% negli ultimi 3 anni, un valore fortemente negativo che indica pienamente la pesante crisi del comparto.

Le cause che hanno portato a questo tracollo sono diverse; tutte incidono profondamente sul futuro della produzione e tutte hanno un denominatore comune, l’attuale situazione climatica (gelate primaverili, periodi interminabili di temperature elevatissime e mancanza di piogge con grandinate violentissime, trombe d’aria ecc).

Tanti e concomitanti i problemi:

  • i portinnesti, soprattutto quelli a minore vigoria, sempre meno performanti,
  • a degenerazione e il disseccamento degli alberi,
  • la presenza sempre più evidente di Valsa ceratosperma,
  • i fitofagi e le crittogame, dalle fitoplasmosi alla cimice asiatica che da alieno e divenuto un insetto stanziale incontrollabile, al riacutizzarsi in maniera violenta di maculatura bruna (Stemphilium vescicarium) e colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora).
Alberi di Abate completamente disseccati

Tutto questo ha generato un incremento spropositato dei costi di produzione e la redditività dei pereti è assai negativa da diversi anni a questa parte.

È opinione comune che, per ottenere una buona remunerazione, sia necessario produrre non meno di 35-40 t/ha di pere (Abate Fètel in particolare). Vero, ma se ciò era molto difficile anni fa in condizioni di normalità, oggi è una vera e propria utopia, una pura ipotesi di studio. Le rese sono sempre più basse e spesso accade che quando la produzione aumenta e si riporta a valori normali il mercato non pare rispondere positivamente.

Novità negli altri settori frutticoli

A questo punto una domanda nasce spontanea: è possibile riportare interesse su un frutto i cui consumi sono stazionari o in leggero decremento? Altri comparti (vedi melo, pesco, kiwi), molto più dinamici, per aumentare la platea dei consumatori immettono sul mercato qualcosa di diverso, di nuovo.

Nel comparto del melo la situazione sta cambiando rapidamente. Golden Delicious che fino a qualche anno fa era la varietà faro della produzione nazionale, oggi, nonostante sia ancora la principale varietà prodotta, sta diminuendo progressivamente a favore di nuove varietà, tutte a club, con tipologie gustative differenziate.

Come avviene per tutte le innovazioni frutticole, l’espansione di una varietà non dipende solo dalle sue caratteristiche qualitative, dal buono/ottimo sapore e dall’aspetto accattivante, ma anche dalla presentazione, dallo sviluppo controllato, dalla ricerca di nuovi mercati, dalla valorizzazione e dalla creazione di gruppi “chiusi”.

Nel pero non è così, sia per la nota affermazione che “le varietà sono centenarie, ma ben conosciute e cercate dai consumatori”, sia per la difficoltà di ottenere nuove varietà realmente apprezzate. Infatti, la Conference del Nord Europa, l’Abate Fetel in Italia e la Rocha in Portogallo continuano ad essere i capisaldi della pericoltura europea. Il consumatore potrà apprezzare le novità, ma quali potranno essere le richieste? È anche vero che, tranne qualche rarissimo caso, fino ad ora non sono comparse novità varietali sconvolgenti e quasi tutte quelle presentate per motivi agronomici e/o commerciali non si sono imposte.

Le novità varietali

I programmi di miglioramento genetico del pero in corso nel mondo sono pochi, ma attivi. L’adattamento ai mutamenti ambientali, la resistenza/tolleranza a fitopatie (colpo di fuoco batterico, ticchiolatura, oidio) e fitofagi (psilla), sono le maggiori richieste per la definizione di un ideotipo che consenta anche il contenimento dei costi di produzione e la riduzione dell’impatto ambientale.

C’è una spiccata tendenza ad ottenere frutti a buccia rossa o bicolore, un carattere che pare interessante per differenziare le tipologie. A fronte di tanti insuccessi ci sono alcuni esempi positivi che descrivo brevemente di seguito.

Varietà QTee®-Celina

È il caso di QTee®-Celina, una varietà di origine norvegese ottenuta per incrocio tradizionale di Colorée de Juillet x William (sviluppata da Graminor e SLU Balsgård) e diffusa nel 2010 da Fruithandel Wouters e ABCz Group.

I primi campi di valutazione sono stati messi a dimora nel 2012 e 2013. In Italia non è ancora stata introdotta e l’esclusiva è della ditta Clementi.

L’albero ha vigoria media, fiorisce precocemente, è molto produttivo e rapido ad entrare in produzione. Allega molti frutti per cui il diradamento è obbligatorio.

Il frutto è tronco conico ovoidale, è sovraccolorato di rosso scuro sul 40-60% solo nella parte esposta, ha polpa croccante, dolce, praticamente senza aroma. L’epoca di raccolta in Emilia-Romagna cade nella prima decade di agosto. Non si conserva molto a lungo.

Celina si è espansa sotto forma di club rapidamente in Europa; sono oltre 300 gli ettari impiantati in Belgio e Olanda, 300 in Spagna, 100 in Svizzera e 50 in Francia. La varietà ha destato interesse anche in Cile e Argentina, dove sono previsti impianti per altri 200, e in Sud Africa (300 ettari).

Varietà Fred®-Ch201

In alcune aree europee sembra interessante Fred®-Ch201. La varietà è stata ottenuta in Svizzera nel 2000 da Christen di Agroscope - Conthey per incrocio tradizionale di Harrow Sweet x Verdi.

È edita da Varicom (gruppo formato da KSB, Mondial Fruit Selection, Artevos e Webfruit), che gestirà la diffusione delle piante e il costituendo club europeo. Varicom ha previsto lo sviluppo, oltre che in Svizzera, in altri Paesi europei, compresa l’Italia tramite Origine Group.

L’albero ha vigoria media, una buona ramificazione e rami procombenti. La produttività è elevata, rapida l’entrata in produzione. La fioritura è medio tardiva. Ch201 non è sensibile a ticchiolatura ed è poco suscettibile ad Erwinia amylovora e Stemphilium vescicarium.

I frutti, piriformi, hanno epidermide rugosa e quelli esposti mostrano un sovraccolore rosso aranciato sul 40-50% dell’epidermide. La polpa è un po’ grossolana e a maturazione di consumo ha sapore dolce, ben equilibrato, aromatico leggermente astringente.

La maturazione in Emilia-Romagna avviene nella I-II decade di settembre. Ch201 si conserva in refrigerazione normale (Rn) per diversi mesi. È sconsigliata la refrigerazione in atmosfera controllata (Ac). Le raccolte anticipate penalizzano pesantemente i frutti che, a maturazione completa, risultano astringenti e spesso mostrano imbrunimenti interni e cavernosità in particolare se provenienti da piante giovani.

Varietà Cheeky®-Cape Rose

Un altro esempio di successo (in Sud Africa) è Cheeky®-Cape Rose, ottenuta a Stellenbosch (ZA) da Taaibos dell’Arc Infruitec-Nietvoorbij per incrocio tradizionale di Favorita di Red Clapp x Forelle.

Culdevco, la società a cui Arc assegna tutto il proprio materiale vegetale per la diffusione e la protezione, detiene la licenza esclusiva. Questa varietà è coltivata in Sud Africa, ma si stanno facendo test in diversi Paesi del modo.

L’albero è molto produttivo, rapido ad entrare in produzione, di media vigoria, adattabile a tutte le densità. Fiorisce molto precocemente. I frutti, ovoidali, solo se ben esposti alla luce hanno un sovraccolore rosso brillante parziale. L’epoca di raccolta in Emilia-Romagna cade nella seconda decade di agosto.

La conservazione in RN da buoni risultati per alcuni mesi. Non è sensibile a ticchiolatura, nè a maculatura bruna. Nelle nostre aree ha mostrato elevatissima sensibilità ad Erwina amylovora tale da ridurre del 95% le piante nei campi sperimentali.

In Europa la varietà è distribuita da ABCz che ha ottenuto la licenza esclusiva per la produzione e la diffusione delle piante in Belgio, Olanda, Germania, Spagna e Scandinavia. In Italia i primi impianti test sono stati proposti dal Civ di Ferrara; non è certo, ma probabilmente sarà diffusa con la formula del club.

Varietà Xenia®-Noiabriskaia–Oksana

Da più di una decina di anni in Belgio, Olanda e nel Nord della Germania, si sono fatti nuovi impianti con Xenia®-Noiabriskaia–Oksana, varietà moldava ottenuta nel 1961 dall’incrocio tradizionale di Trionfo di Vienna x Nicolai Krier. È distribuita da Better Tree Fruit e da Inova (società costituita da Greenery e da cooperative olandesi e belghe).

L’albero è produttivo, con frutti di pezzatura elevata ed uniforme, di sapore medio-scarso, che maturano tardivamente (+5 Kaiser). Per questa cultivar fino ad ora è stato previsto un club per la gestione complessiva della varietà.

Attualmente, si coltiva in Belgio, Olanda e Austria. L’obiettivo prioritario è il raggiungimento di 250 ettari piantati in Olanda per raggiungere nei prossimi anni i 500 ettari in totale complessivamente nei Paesi aderenti.

I dati ottenuti dalla sperimentazione ufficiale italiana hanno messo in evidenza che i frutti non presentavano caratteristiche organolettiche eclatanti, anche se il club fa grande leva sulla croccantezza della polpa e sulla shelf life decisamente superiore a Conference. Da qui nasce l’interesse dei pericoltori olandesi che hanno scelto questa cultivar per ottenere migliori performance rispetto a Conference.

Varietà Happi®-HW624

Per ultima è arrivata Happi®-HW624. Ottenuta per incrocio di Harrow Sweet x NY10353 da Agriculture & Agri-Food Canada, Vineland, Ontario, si sta piantando in Usa negli stati di Washington e Oregon.

L’albero è mediamente vigoroso, i frutti sono di calibro grosso, di forma sferica leggermente allungata, di colore verde e sovracolore rosso-aranciato sul 30-40% della superficie esposta. La polpa è fine, di consistenza media e molto succosa. È resistente al “fireblight” (Erwinia amylovora) e moderatamente resistente alla Psilla.

Dopo i primi test in Ontario e attualmente anche in Sud Africa, la licenza di produzione esclusiva per gli Usa è stata concessa a Stemilt (una delle più grandi aziende produttrici di frutta al mondo a conduzione familiare che si trova a Wenatchee (Washington) che ha iniziato a investire in questa cultivar utilizzando il marchio commerciale Happi ottenuto da Agriculture & Agri-Food Canada.

La nuova via degli ibridi

Ultime ad essere state presentate in Europa e, a mio parere, vera e propria innovazione, sono le varietà ibride, a due e/o tre vie, derivanti nel primo caso da incroci e a volte anche da reincroci tra Pyrus communis e P. pyrifolia (nashi) o, nel secondo, da diversi reincroci tra P. communis, P. pyrifolia e P. calleriana.

Sono diversi i programmi di breeding che mirano a questo obiettivo: tra i più avanzati troviamo quello più datato di origine neozelandese ideato e sviluppato da Plant & Food Research che ha prodotto una nutrita serie di ibridi a tre vie rientranti tutti nel marchio Piqa®, e quello israeliano di Ben Dor che ha ottenuto una serie di pere ibride probabilmente a due vie. Altri programmi comunque sono in fase di sviluppo.

Varietà Eden Gold®-Tp-15-41

Se alcune varietà a marchio Piqa® hanno trovato nel mercato asiatico la giusta strada per un’ottima remunerazione, una varietà di Ben Dor cerca di imporsi nei Paesi mediterranei, Italia compresa. Da un paio di anni infatti è comparsa in Italia Eden Gold®-Tp-15-41 che a dire del costitutore è adattabile a diversi ambienti e con tutte le combinazioni di innesto.

Ben Dor e il vivaista Cairo & Doutcher, editori della varietà, parlano di un fabbisogno in freddo di 100-1.000 ore e della buona affinità dei portinnesti cotogni se innestata direttamente (impossibile vista la presenza nel patrimonio genetico di un genitore nashi notoriamente disaffine). È tutto da chiarire.

L’albero è vigoroso, assurgente, rapido nell’entrare in produzione. I frutti hanno buon calibro (se diradati) e polpa croccante, succosa, di sapore dolce, ma privo di aroma.

L’obiettivo del club di sviluppo costituto da Ben Dor, Cairo e Greenyard, che ha la funzione di controllo della filiera, prevede anche la commercializzazione dei frutti. L’obiettivo dichiarato è il raggiungimento in pochi anni di 500 ettari impiantati nei 12 Paesi in cui la varietà è stata licenziata. Attualmente si sono raggiunti gli 80 ettari. Pare che ci sia stato un buon apprezzamento dei buyer di alcune insegne della grande distribuzione.

Varietà del gruppo Piqa®

Le cultivar del gruppo Piqa®, “marchio ombrello” di una gamma innovativa di pere ibride interspecifiche il cui programma di miglioramento genetico iniziò negli anni 80 del secolo scorso, associano i sapori dolci leggermente aromatici, la consistenza dei nashi e la durata di conservazione delle pere cinesi.

I frutti a marchio Piqa® hanno colori della buccia e forme diverse, sono croccanti, succosi e hanno la stessa praticità di consumo della mela, oltre ad una conservazione molto elevata.

È noto che, per apprezzare una buona pera, è richiesta la conservazione a basse temperature, seguita da un breve affinamento a temperatura ambiente; le pere europee hanno una shelf life limitata. Al contrario, le pere cinesi e giapponesi possono essere consumate direttamente alla raccolta, sono croccanti e con sapori molto delicati e le pere cinesi utilizzate per gli incroci hanno polpa più grossolana, ma una conservabilità molto elevata.

I frutti della serie Piqa® combinano le caratteristiche di queste tre sotto-specie e, oltre alla resistenza o tolleranza a patogeni, sono anche poco soggette a manipolazioni e sfregamenti che possono verificarsi lungo tutta la filiera. Abbiamo testato diverse selezioni del gruppo in diverse aree regionali; purtroppo non hanno evidenziato la sovraccolorazione rosso brillante e caratteristica rilevata in Nuova Zelanda e nei Paesi del Nord Europa; nella Pianura Padana i frutti presentano colorazione aranciata, talora tendente al bruno.

Altre varietà di pero innovative

Nei Paesi europei dove la pericoltura sta limitatamente diversificando la propria offerta con le nuove varietà sopra descritte, hanno fatto la comparsa anche altre novità, che però non hanno fatto tanta strada: Sweet Sensation®, Dazzling Gold®, Angelys®, per citarne alcune, si sono sviluppate per poche decine di ettari nelle rispettive aree di introduzione e non hanno mai sfondato in altri Paesi (in Italia si sono sempre dimostrate inadeguate al nostro clima).

Cosa succede in Italia

In Italia la delusione dei risultati ottenuti negli ultimi anni dalla produzione è molto forte e domina sulle decisioni di abbattimento. Non possiamo tuttavia pensare che l’area produttiva di maggiore estensione europea possa ridursi e scomparire. Occorre un deciso cambiamento di rotta. Occorre tentare strade nuove, investire in innovazioni anche varietali.

Attualmente gli abbattimenti di pereti sono sempre più massicci e nel 2023 lo saranno ancora maggiormente. Stiamo assistendo quasi impotenti alla drastica riduzione della pera simbolo dell’Italia, Abate Fetel, ma anche di altre varietà.

Varietà alternative: Falstaff*

Qualcosa si sta facendo, ma troppo poco per dare una svolta alla produzione. Alcuni produttori soci delle strutture aderenti a New Plant hanno investito 90 ettari circa con Falstaff*, cultivar ottenuta dal Crea-Ofa di Forlì nel 1999 da incrocio di Abate Fetel x Cascade.

È una varietà difficile, di cui abbiamo scritto e discusso parecchio. A fronte di una buona qualità dei frutti e di una discreta produzione, c’è la difficoltà nel gestire un albero molto vigoroso, fortemente assurgente, che produce gemme sulla parte apicale dei rami. Non è una varietà coltivabile da tutti!

Tra note positive e negative e dopo un discreto interesse, di fronte alle difficoltà c’è stato un raffreddamento. Ora, a distanza di alcuni anni, diversi pericoltori che hanno ben compreso la regolazione della pianta hanno riportato l’attenzione su Fasltaff. Se la varietà sarà piantata dovrà essere promozionata e valorizzata!

Il contributo dell’Università di Bologna

Il miglioramento genetico nazionale sta presentando possibili alternative alle varietà coltivate. Ricordo che per ottenere una nuova varietà occorrono almeno 18-20 anni a partire dall’incrocio tra i genitori prescelti. Qualche tentativo con varietà ottenute dall’Università di Bologna si sta portando avanti in alcune aree produttive regionali.

Delle note quattro cultivar, Early Giulia®, Lucy Sweet®, Debby Green® e Lucy Red®, solo la prima a mio parere sembra destare interesse per la notevole produttività, il calibro dei frutti elevato e per l’epoca di maturazione (contemporanea a Santa Maria). Le nuove selezioni ad epidermide rossa ottenute sempre da Bologna sono in valutazione.

Da Forlì alcune accessioni da testare

Il Crea-Ofa della sezione di Forlì, in collaborazione esclusiva con New Plant per la valutazione e la diffusione delle future varietà, da anni produce incroci e presenta nuove selezioni.

A distanza di diversi anni possiamo affermare che qualche accessione è pronta per essere testata su piccole superfici commerciali (3.000–5.000 mq) per effettuare le valutazioni definitive.

Tra queste cito:

  • Crea 03.2.75.89, ibrido interspecifico a due vie (pero europeo x nashi), con frutti completamente verdi, di buon sapore fresco, leggermente acido, ma ben equilibrato, di calibro medio per il periodo, polpa croccante e succosa che si raccoglie nei primi giorni di agosto;
  • Crea 04-2-129-556, da staccare a fine luglio (epoca Santa Maria), dotata di ottimo sapore e di aroma molto intenso, rapida ad entrare in produzione con frutti uniformi e di buon calibro;
  • Crea 98-M2-130-368, da raccogliere nella prima settimana di agosto, selezione di pero europeo di ottime caratteristiche organolettiche e con pianta di facile gestione;
  • Crea 04-5-131- 548, con albero molto vigoroso, assurgente, con frutti a buccia rossa che si raccolgono a fine agosto.

Qualche novità all’orizzonte

Non c’è tempo. La produzione nazionale di pere rischia di scomparire o di ridursi notevolmente. La pera è un frutto apprezzato molto dalle persone anziane, ma non dai giovani.

Certo, occorre ripensare ai portinnesti, ai nuovi sistemi di impianto e alla gestione dei mezzi di produzione ma anche ad introdurre nuove varietà e/o selezioni da promuovere e valorizzare adeguatamente.

I breeder a livello mondiale stanno rilasciando nuovi materiali e c’è fiducia di trovare qualche alternativa alle classiche pere. Certamente abbiamo ottime varietà in produzione, ma non possiamo continuare a piantare solo ed esclusivamente quelle visto la miriade di problemi che hanno manifestato. Siamo comunque fiduciosi perché per il prossimo futuro si intravede qualche novità interessante.

Occorre che i produttori accettino il rischio di nuovi investimenti emulando ciò che si sta facendo in altri comparti (nettarine, melo) con l’introduzione di nuove varietà, decisamente sostenute però da una forte promozione e valorizzazione commerciale. Attenzione però; nell’attuale situazione si rischia di buttarsi prima di avere le informazioni necessarie.

Le varietà per risollevare la grave situazione della pericoltura - Ultima modifica: 2023-10-27T14:31:19+02:00 da K4

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