“Ciliegie del futuro”, presentati a Vignola i risultati del progetto

Luca Casoli direttore del Consorzio fitosanitario di Modena
Nel Modenese si stanno sperimentando diversi sistemi di copertura, che riducono drasticamente i trattamenti. Ma emergono criticità per il biologico

A Vignola (Mo) il futuro della cerasicoltura è stato al centro di una presentazione all’interno del campo sperimentale sul ciliegio gestito dal Consorzio della Ciliegia, della Susina e della frutta tipica di Vignola, al quale sono intervenuti, tra gli altri, Andrea Bernardi e Walter Monari, rispettivamente presidente e direttore del Consorzio della Ciliegia di Vignola Igp, Luca Casoli direttore del Consorzio fitosanitario di Modena, l’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Alessio Mammi, e il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.

Gli esiti della sperimentazione

I risultati, ancora parziali, sulle coperture che si stanno sperimentando e sulle nuove varietà allo studio sono stati illustrati, nello specifico, da Walter Monari e da Luca Casoli. In estrema sintesi, emerge sempre di più che il futuro della cerasicoltura, visti anche i cambiamenti climatici, è indissolubile dalle coperture (oggi la percentuale di copertura, nel territorio della Ciliegia di Vignola Igp, si aggira sul 30%), così come è importante che l’Europa adotti una politica comune sui principi attivi consentiti, altrimenti il risultato è quello di una concorrenza sleale.

“Abbiamo mostrato – spiega Monari – un impianto a doppia rete, che non solo ripara dalla pioggia (pur lasciando la possibilità alle radici delle piante di nutrirsi) ma è anche anti-Drosophila Suzukii. In due anni di prova abbiamo risparmiato il 78% dei trattamenti insetticidi, che significa avere effettuato solo due trattamenti rispetto ai dodici o quattordici che normalmente sono necessari. Con grande beneficio per l'ambiente, il produttore e il consumatore.

Walter Monari, direttore del Consorzio Ciliegia di Vignola Igp

Biologico, la strada è ancora lunga

Ancora Monari ha ripreso: “Stiamo conducendo prove anche sul biologico nel ciliegio, ma qui le cose si complicano. Se infatti riusciamo, con le coperture, a tenere fuori la Drosophila, ci sono ancora problemi a gestire l’umidità, la monilia e gli afidi. A tal punto che, se non emergeranno risultati diversi, dovremo affermare che il biologico sul ciliegio non è fattibile. È comunque già molto importante essere riusciti a ridurre drasticamente i trattamenti”.

La necessità di una politica comune sui principi attivi

Monari, infine, ha sottolineato l’importanza di arrivare a norme condivise sotto il profilo dei principi attivi. «Basti fare l'esempio – ha concluso – del Dimetoato, che in Italia è stato proibito da anni ma, per qualche tempo, è stato consentito in Francia, Spagna, Croazia e repubblica Ceca. In Italia, invece di questo prodotto molto economico, che costava circa 10 euro la bottiglia, abbiamo dovuto impiegare un’alternativa da 120 euro la bottiglia, che peraltro non aveva la medesima efficacia. Non è possibile che i Paesi europei si facciano concorrenza tra loro in questo modo».

La sperimentazione continua

Luca Casoli ha ribadito che, nel campo sperimentale di Vignola, sta continuando la sperimentazione sul sistema di coperture per il ciliegio finanziata anche con fondi della Regione Emilia-Romagna. Attualmente sono in prova diverse tipologie (monostrato, doppio strato, etc.) e combinazioni differenti. «Il tutto – ha sottolineato – con l’obiettivo primario di gestire la Drosophila Suzukii, ma poi anche situazioni legate ai cambiamenti climatici. Abbiamo infatti violente precipitazioni che sempre più si concentrano nel mese clou della ciliegia. L’anno scorso, ad esempio, il cracking negli impianti non coperti ha compromesso quasi del tutto la produzione”. Per quanto riguarda poi le coperture, Casoli ha aggiunto: «Le reti che stiamo sperimentando riducono dall’80 al 98% la percolazione dell’acqua, quindi foglie e frutti rimangono asciutti. Il cracking ha una riduzione che va dal 50 all’80% a seconda delle varietà e risultati eccezionali si ottengono anche dal punto di vista del contenimento dell’uso di agrofarmaci, con una riduzione del 70 – 80%. La Drosophila Suzukii risulta pressoché assente, mentre più complessa risulta, a causa dell’umidità, la gestione delle patologie fungine, che sono comunque contenute dal 30 al 50%».

In arrivo i bandi "Frutteti protetti"

L’assessore Alessio Mammi ha poi annunciato: «A fine giugno faremo due bandi, che abbiamo definito “Frutteti protetti”, per oltre 70 milioni di euro rivolti alle imprese agricole frutticole, proprio per fare frutteti resistenti e protetti. L’intensità dell’aiuto sarà pari al 60% a fondo perduto, per reti, impianti antibrina, sistemi di distribuzione puntuale dell’acqua, dei fitofarmaci e dei concimi. Non vogliamo solo salvare la frutticoltura, ma portarla nel futuro».

“Ciliegie del futuro”, presentati a Vignola i risultati del progetto - Ultima modifica: 2024-06-06T16:35:28+02:00 da Marco Pederzoli

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