«Negli ultimi anni, complice la globalizzazione dei mercati che ha incrementato gli scambi commerciali, il rischio dell’introduzione di nuovi parassiti, mai segnalati prima nella nostra regione, è aumentato considerevolmente. Conoscere e saper riconoscere questi nuovi nemici delle colture agrarie consente di contenere il danno che essi possono provocare alle nostre produzioni e quindi all’intera economia regionale». È quanto ci dice Raffaele Griffo del Servizio Fitosanitario della regione Campania che ci elenca i nuovi parassiti che minacciano la frutticoltura regionale. «Si tratta, essenzialmente, di Aromia bungii (Faldermann), Pseudomonas syringae pv. actinidiae, Drosophila suzuki e di Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu. In linea generale sono parassiti che provengono dall’estremo oriente; l’Aromia probabilmente dalla Cina. Ad eccezione del cinipide, che è diffuso in tutti gli areali italiani dove si coltiva il castagno, gli altri organismi nocivi sono diffusi a livello italiano e in Campania solo in determinati areali abbastanza circoscritti». In linea generale per gli organismi nocivi di nuova introduzione, detti anche alieni la lotta risulta difficile in quanto poco conosciuti e mancano antagonisti naturali specifici autoctoni.
«È fondamentale - aggiunge Griffo - la collaborazione degli agricoltori, dei tecnici di campo e dei ricercatori con i Servi fitosanitari regionali in modo da poter mettere in atto tutte le misure fitosanitarie per fronteggiare le nuove emergenze. Non comunicare la presenza di nuovi organismi nocivi è illegale e si fa un enorme danno alla collettività». I danni potenziali che possono provare questi parassiti sono molto variabili. «Riguardo al singolo organismo nocivo si può rilevare la marcescenza di frutti in fase di maturazione e, nei casi si attacchi virulenti, anche la morte delle piante». Tutte le istituzioni preposte sono impegnate nel fronteggiare le nuove emergenze di carattere fitosanitario e di difesa delle specie frutticole.
«L’attività di prevenzione - sottolinea il funzionario regionale - rappresenta il migliore sistema di difesa e necessita un monitoraggio continuo per attivare il sistema di allerta fitosanitaria in modo da evitare l’ingresso dei parassiti nei comprensori frutticoli». Per l’Aromia bungii, ai sensi dell’art. 8 del dlgs 214/2005 così come modificato dal dlgs 84/2012 è fatto obbligo a chiunque è a conoscenza, compresi gli enti pubblici e privati ed ogni altra istituzione scientifica, di dare immediata comunicazione al Servizio fitosanitario regionale della comparsa effettiva o sospetta dell’insetto. «Nell’ambito dell’intesa Urcofi (Unità di coordinamento e potenziamento delle attività di sorveglianza, ricerca, sperimentazione, monitoraggio e formazione in campo fitosanitario) - precisa Griffo - sono state eseguite attività di monitoraggio sul territorio campano, in particolare in prossimità del luogo del primo avvistamento (Riserva Naturale Astroni). Al momento, piante con danni causati da A. bungii sono state registrate nei quartieri napoletani di Fuorigrotta, Pianura, Soccavo, Chiaiano e nei comuni limitrofi di Pozzuoli e Marano. Non sono stati registrati attacchi nel vesuviano e nei comuni limitrofi la città di Napoli (Casoria, Arzano, Giugliano, Quarto)».
Carlo Borrelli
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