La domanda globale di mirtilli sta crescendo a ritmi impressionanti, tanto che la produzione attuale, pari a 1,86 milioni di tonnellate, dovrà raddoppiare nei prossimi cinque anni per tenere il passo dei consumi, secondo un rapporto di Blueberriesconsulting. A incentivare le preferenze per queste bacche sono i loro benefici nutrizionali e salutistici ma anche la diversificazione di consumo. Difatti, oltre al consumo da fresco, i mirtilli sono anche utilizzati come ingredienti in una vasta gamma di prodotti: dai succhi alle marmellate, dagli alimenti surgelati ai liquori, senza dimenticare il loro impiego nell'industria farmaceutica e cosmetica. Se il mercato del mirtillo ha visto uno sviluppo rapido e costante, è anche merito delle tecnologie che hanno supportato la crescita di questa filiera. Nella prima videolezione della Macfrut Academy dedicata al mirtillo sono stati approfonditi gli aspetti legati all’innovazione varietale e alle tecniche di coltivazione, mentre nel secondo e più recente appuntamento vi si è parlato di tecnologie di selezione e alle soluzioni del packaging, con un focus particolare su Spagna e Marocco.
La filiera dei berries sarà protagonista anche nella prossima edizione di Macfrut (da martedì 6 a giovedì 8 maggio al Rimini Expo Centre), che ospiterà una Berry Area dedicata a mirtilli e piccoli frutti.
Superficie coltivata e produzione mondiale di mirtillo
Attualmente, la superficie coltivata a livello mondiale ammonta a circa 248.550 ettari, con una produzione totale di 1,86 milioni di tonnellate. Di queste, solo 529.210 tonnellate vengono destinate alla lavorazione industriale, mentre oltre 1,3 milioni di tonnellate arrivano direttamente sulle tavole dei consumatori come frutta fresca. Sebbene questi numeri siano già significativi e dimostrino la forte espansione del settore, la crescente richiesta di mirtilli porterà presto a un inevitabile divario tra domanda e offerta, rendendo necessario un forte aumento della produzione nei prossimi anni. Tuttavia, non sarà necessario ampliare in modo sensibile le superfici coltivate per ottenere questo incremento produttivo. Infatti, grazie ai progressi nella selezione varietale e all'aumento della resa per ettaro, gli esperti stimano che la produzione globale possa effettivamente raddoppiare nei prossimi dieci anni senza un'espansione significativa delle aree di coltivazione.
Tra i principali produttori di mirtilli, la Cina domina con 78.000 ettari coltivati e una produzione di 525.000 tonnellate, seguita dagli Stati Uniti con 48.000 ettari e 277.000 tonnellate, e dal Perù con 22.000 ettari e 225.000 tonnellate. Quest'ultimo, pur avendo una superficie coltivata inferiore rispetto ai suoi concorrenti, vanta una produttività per ettaro nettamente superiore. Questo fattore ha permesso al Perù di affermarsi come il principale esportatore mondiale di mirtilli per diversi anni consecutivi, consolidando il suo ruolo di leader nel mercato globale.
Esperienza spagnola con le macchine Unitec
Il mirtillo è una coltura che può dare grandi soddisfazioni ai produttori, ma necessita di un approccio molto rigoroso per arrivare ai consumatori con un prodotto di qualità.
Una sfida in cui la tecnologia, come quella di Unitec, è un’alleata fondamentale. L’azienda italiana è in grado di progettare linee complete dedicate alla selezione e al confezionamento del mirtillo, coniugando velocità, accuratezza e delicatezza nel trattamento dei frutti. Le linee sono in grado di selezionare il prodotto per calibro e qualità, separando le impurità presenti nei contenitori di raccolta e la frutta con difetti da quella regolare. Dopo la veicolazione delle bacche in acqua, è presente un sistema di determinazione della qualità interna, del tutto simile a quello che determina la valutazione per la frutta superiore. I parametri indagati sono la forma, il colore, il grado zuccherino e l’acidità. Dopo l’scita dall’acqua e il movimento della frutta su nastri a secco, il sistema prevede anche il riempimento degli imballaggi secondari o primari (cestini o rinfusa), con relativa etichettatura.
Gli operatori che stanno utilizzando questa soluzione tecnica (ad esempio la cooperativa CoopHuelva e la cooperativa Cuna de Platero – Spagna) dichiarano evidenti miglioramenti nella gestione e selezione del prodotto, nella capacità di soddisfare le specifiche esigenze dei clienti e infine anche un risparmio nei costi operativi di selezione e confezionamento rispetto alle operazioni manuali.
La frutta non viene danneggiata nel corso delle operazioni automatizzate; la pruina che ricopre le bacche non viene asportata; è possibile mantenere la catena del freddo durante ogni fase della lavorazione: non vi è nulla di più rischioso infatti per la qualità della frutta, durante le operazioni di manipolazione dei piccoli frutti, di variazioni di temperatura capaci di alterare il mantenimento della catena del freddo.
Lo slogan da rispettare in questi casi è “qualità e velocità nel freddo”.
Modello BestBerry e produzione di mirtillo in Marocco
Nel bacino del Mediterraneo il Marocco, ottavo produttore mondiale di mirtilli, non è più un Paese emergente ma anno dopo anno si sta consolidando come player di riferimento di questa categoria. Dal 2020 al 2023 la produzione di mirtilli per il mercato fresco è cresciuta del 55% e il trend continua, anche perché è in atto una conversione produttiva: le superfici di fragole e lamponi vengono destinate in maniera crescente ai mirtilli. In Marocco ci sono tre areali produttivi principali: la provincia di Kenitra e Larache nel nord del Paese, poi la provincia di Agadir e infine, scendendo ancora più a sud, la regione di Dakhla.
Con BestBerry, una cooperativa situata nel Nord del Marocco nata nel 2017, la Academy ha analizzato il modello marocchino, approfondendo i trend in atto e l’organizzazione aziendale.
Molti produttori singoli hanno deciso di associarsi in cooperativa e contemporaneamente di convertire l’indirizzo produttivo da fragole a mirtillo. Le varietà impiegate sono destinate a produrre un prodotto “premium” destinato all’esportazione in Europa, verso i mercati più selettivi. I produttori e la cooperativa valutano il mercato del mirtillo europeo in crescita, soprattutto per il prodotto di qualità; quindi asseconderanno nel futuro questa tendenza di mercato.
Il territorio marocchino viene anche considerato come un sito particolarmente vocato alla produzione di mirtillo, tanto da stimolare alcune imprese multinazionali del settore ad investire direttamente in Marocco con nuove aziende agricole e nuovi impianti. I terreni sono dotati di acidità adeguata (pH) ed è possibile piantare fino a 4.000 piante per ettaro.
Il Marocco ha il grande vantaggio di arrivare in Europa con prodotto di qualità quasi contemporaneamente con il prodotto cileno che, tuttavia, ha già “vissuto” più di un mese, quasi due, dalla raccolta, a causa del tempo di viaggio in nave dal Cile ai porti europei. Il prodotto marocchino fresco raggiunge la Spagna in pochi giorni dalla raccolta e dalla penisola Iberica può collocarsi velocemente sulle principali piazze europee.
Uno dei fattori da considerare per lo sviluppo profittevole della coltivazione del mirtillo in Marocco sarà certamente la disponibilità di acqua; per questo la tecnologia ed impiantistica dovranno predisporre e reperire soluzioni adeguate. Anche le strutture per la protezione delle colture dovranno adattarsi alle condizioni climatiche marocchine, prevedendo difesa dal vento caldo sabbioso proveniente dal Sahara e alle alte temperature. Per le coperture si prevede l’uso alternato di plastica e rete ombreggiante, a seconda delle temperature e quindi del periodo.
Date le condizioni climatiche, è molto importante far arrivare il mirtillo raccolto dal campo alla sala di confezionamento e spedizione in meno di un’ora, in modo da poter raffreddare e collocare in pedana il prodotto per la spedizione. Il prodotto viene raccolto in piccolo secchio in campo e poi collocato in cassettine alla rinfusa, e successivamente spedito. Come variante alla spedizione in rinfusa, si può collocare il prodotto in cestini da 125 grammi, posizionati poi in cassettine di cartone. Tutte queste operazioni devono preservare una delle caratteristiche più amate dal consumatore, ovvero la croccantezza.
Relativamente ai requisiti dell’imballo, esso deve essere in grado di poter raffreddare il prodotto velocemente quando investito dai flussi di aria fredda nei tunnel di raffreddamento, prima di essere collocati in cella frigo.
Diverse soluzioni per il packaging del mirtillo
Spesso, quando pensiamo al mirtillo, da consumatori ci concentriamo sul suo sapore, sui suoi benefici per la salute, ma c’è un altro elemento che gioca un ruolo altrettanto importante nella sua distribuzione e nel momento dell’atto di acquisto: il modo in cui viene confezionato.
Con Infia, Macfrut Academy ha approfondito le diverse soluzioni di packaging utilizzate per i mirtilli, e come l’industria sta rispondendo alle nuove esigenze di mercato, senza mai perdere di vista la qualità del prodotto finale.
In sintesi, l’imballo deve:
- mantenere integro il prodotto;
- consentirne la manipolazione indiretta senza danneggiarne le caratteristiche;
- garantire l’isolamento da eventuali contaminazioni;
- deve essere sostenibile, riusabile e riciclabile;
- capaci di essere meccanizzate ed automatizzate in specifiche linee di lavorazione.
Ad oggi la maggior parte dei cestini in plastica viene dotato di tappetini di diverso materiale, al fine di proteggere i frutti dagli scuotimenti e di assorbire eventuali leggere perdite di liquidi dalle bacche.
Il packaging non è solo una questione estetica. È una componente strategica che garantisce la freschezza, la sicurezza e la sostenibilità del prodotto, ed è anche fondamentale per attrarre il consumatore. Pensiamo a come l’innovazione nel packaging possa estendere la shelf-life del mirtillo, preservarne le proprietà organolettiche, o persino ridurre l’impatto ambientale.