Mirtillo gigante americano, si espande la coltivazione in Piemonte

mirtillo gigante
Duke, varietà di riferimento per il Piemonte
Le prospettive indicano che il trend di crescita proseguirà con ulteriori incrementi di superfici, ma vi è la necessità di ampliare il calendario di maturazione per diluire la concentrazione delle produzioni e il fabbisogno di manodopera

Il mirtillo gigante americano è comparso in Piemonte in tempi relativamente recenti con le prime esperienze di coltivazione risalenti agli anni ’70, quando piccole aziende famigliari localizzate per lo più in areali pedemontani realizzarono i primi piccoli impianti, su terreni spesso declivi o marginali e poco meccanizzabili. Nel decennio successivo l’interesse per questo piccolo frutto è stato limitato con una diffusione su poco più di un centinaio di ettari. Successivamente la situazione è mutata ed è iniziato un trend crescente che ha permesso di superare, nel 2020, i 583 ha di superficie (Fig. 1). Osservando il grafico si può notare un andamento degli incrementi sostanzialmente regolare e con una media di venti ettari/anno fino al 2013. Nel periodo successivo l’aumento di superficie/anno è più che raddoppiato superando i quaranta ettari, soprattutto grazie ad annate in cui i livelli di crescita hanno raggiunto anche gli 80 ha.

Questi incrementi sono stati possibili soprattutto grazie alla diffusione del mirtillo gigante in areali di pianura, in aziende a indirizzo frutticolo alle prese con la necessità di trovare alternative a pesco e actinidia. Con la diffusione in pianura e in grandi aziende, anche la superficie media aziendale è aumentata passando dai 3.000 m2 del 2006 ai 5.300 m2 che sale a livelli superiori se si restringe il campo di osservazione agli areali di maggior diffusione.

A livello di distribuzione sul territorio regionale, la Provincia con la maggior estensione (474 ha) è quella di Cuneo, dove la coltivazione è dislocata prevalentemente nei comuni della Valle Po (circa il 60%). Tra questi spicca Revello, che ha visto incrementare le superfici esponenzialmente passando dai 10 ha del 2007 ai 154 del 2021. Un secondo polo produttivo di 75 ha è collocato in provincia di Torino, mentre la restante superficie è suddivisa tra le altre provincie con percentuali comprese tra 1 e 2%.

Le prospettive indicano che il trend proseguirà con ulteriori incrementi di superfici, ma dovranno essere considerati attentamente alcuni aspetti tra cui la necessità di ampliare il calendario di maturazione per diluire la concentrazione delle produzioni e soprattutto il fabbisogno di mano d’opera. Dagli anni ’90, infatti, è stata introdotta la varietà Duke che, adatta alle condizioni pedoclimatiche piemontesi, si è diffusa su larga scala e ancora oggi rappresenta l’80% dei nuovi impianti. Nell’ottica di ampliare il calendario di raccolta, non essendo a oggi disponibili varietà più precoci di Duke, l’unica via percorribile è l’estensione in epoca medio-tardiva. Per questo l’eventuale introduzione dovrà essere valutata anche dal punto di vista commerciale e, soprattutto, fitosanitario in quanto si inseriscono in un periodo maggiormente a rischio di infestazioni di Drosophila suzukii.

Fig. 1 - Andamento delle superfici di mirtillo in Piemonte (2006-2021)

mirtillo gigante americano

Sperimentare le nuove varietà di mirtillo gigante

La possibilità di poter confrontare in un unico ambiente di coltivazione le diverse cultivar di mirtillo gigante consente di escludere l’influenza della gestione agronomica individuando, così, quelle che superano i “testimoni” e consente ai produttori di potere scegliere tra i materiali migliori e più idonei alle diverse esigenze produttive e commerciali.

Per questo, presso il Centro Sperimentale Agrion di Boves (590 m s.l.m.) sono attivi impianti dedicati allo “screening” varietale per definire i “punti di forza” e le “criticità” dei materiali a confronto e creare “Liste di Orientamento Varietale per il Piemonte”. Attualmente, la collezione varietale conta circa 60 accessioni messe a dimora in parcelle di cinque piante, con un sesto di impianto di 3,5 m tra le file e 1,5 m sulla fila. Tutti gli impianti sono protetti con rete antigrandine o dotati di rete antinsetto con la chiusura totale dell’impianto a difesa dalla Drosophila suzukii.

Le varietà inserite in lista sono quattro, distribuite in diverse epoche di maturazione. La più precoce è Duke che presso il centro sperimentale matura mediamente intorno al 25 giugno. Introdotta negli anni ’90, continua ad essere apprezzata per le sue caratteristiche. La pianta ha vigore medio-elevato con un cespuglio a portamento espanso che necessita di potature razionali per stimolare l’emissione di nuovi ricacci e favorire il rinnovo della vegetazione. E’ produttiva e facile da raccogliere grazie ai frutti di buona pezzatura (~2,5 g). Ottime le caratteristiche organolettiche per l’epoca di maturazione, con un sapore equilibrato e polpa di buona consistenza.

A distanza di 7-10 gg si colloca Draper*, molto interessante nell’ottica di un prolungamento del calendario di raccolta. Negli ultimi anni ha iniziato ad essere affiancata a Duke nella realizzazione degli impianti di maggior estensione in modo da prolungare il calendario di raccolta e distribuire più uniformemente la richiesta di mano d’opera. La pianta è di medio vigore, ma con portamento assurgente e quelle provenienti da meristema tendono nei primi anni di vegetazione a “sporcarsi” maggiormente di ricacci alla base del cespuglio. È una varietà di elevata produttività, con maturazione molto concentrata che permette di ridurre il numero di stacchi. La bacca è di elevata pezzatura (~ 3,5 g), di facile raccolta e permette l’aumento della resa raccolta/uomo. Il frutto è di forma tendenzialmente appiattita con elevata pruina. Ottime la consistenza dell'epidermide (all’assaggio è croccante), la resistenza alle manipolazioni e la conservabilità. Il sapore è buono con un contenuto in solidi solubili medio, ma caratterizzato da spiccata aromaticità. Da segnalare la polpa tendenzialmente poco succosa.

Segue, in epoca medio-tardiva, Ozarkblue*, cultivar a limitato fabbisogno in freddo (800 – 1.000 h) che ha trovato spazio in alcuni impianti realizzati ad altitudini inferiori ai 600 m s.l.m. La pianta, di vigoria medio-elevata, ha habitus di vegetazione ricadente. La produttività è elevata con bacca di media pezzatura. Il frutto è attraente, di forma sferoidale, con elevata pruinosità e il sapore è buono, caratterizzato da buon contenuto in solidi solubili e elevata aromaticità.

Chiude il calendario la tardiva Aurora* (+ 36 gg rispetto a Duke), introdotta in lista dal 2010 nell’ottica di prolungare il periodo di commercializzazione, per il buon comportamento produttivo (produttività buona con media scalarità di raccolta) e l’adattabilità alle condizioni pedo-climatiche piemontesi, ma poco diffusa per le caratteristiche organolettiche (sapore caratterizzato da importante componente acidula), non in linea con le altre varietà in lista.

Nuove varietà di mirtillo in valutazione

All’interno di un impianto di recente realizzazione, dotato anche di rete antinsetto, sono in valutazione alcune varietà provenienti da diversi programmi di miglioramento di cui si riportano le prime osservazioni. Titanium®, alla sua seconda produzione presso il centro sperimentale, si colloca in epoca Draper e presenta piante erette, di medio vigore e facile gestione. Il frutto, di media pezzatura (2,5 g), ha forma oblata a sezione pentagonale con elevata pruinosità. Il sapore è buono, dolce, con buon livello di aromaticità. La polpa, similmente a Draper, è pastosa. Da verificare ulteriormente il potenziale produttivo.

Di pari epoca é Clockwork* che si distingue per l’ottimo sapore, dolce e molto aromatico. La pianta, di media vigora, è eretta, con buona concentrazione delle raccolte. I frutti sono di pezzatura medio-piccola (2,2 g), con cicatrice dei sepali molto evidente, dall’aspetto poco attraente. La polpa è poco succosa e la buccia è molto spessa. A qualche giorno di distanza si colloca Top Shelf® (+12 gg rispetto a Duke). E’ una varietà ad alto fabbisogno in freddo, con pianta di buon vigore a portamento tendenzialmente espanso, di facile gestione. Il frutto è di elevata pezzatura (3,5 g), si presenta di forma tendenzialmente appiattita con colore blu scuro coperto da elevata pruina. Le tracce dei sepali sono poco evidenti, mentre si segnala la presenza dei residui della corolla. La consistenza è elevata con polpa pastosa e buccia molto spessa, di difficile masticazione. Sapore discreto. Dati bibliografici la indicano come poco adatta ad areali con inverni molto rigidi, ma ad oggi in Piemonte non sono emerse criticità.

Nello stesso periodo (da confermare in quanto è alla seconda produzione) matura Megas Blue®.  La pianta è di buon vigore, a portamento più procombente rispetto a Titanium. Il frutto è oblato (poco regolare) di buona pezzatura (3,2 g) e con elevata pruinosità. La cavità peduncolare è molto profonda. Polpa pastosa e sapore discreto, con presenza di frutti insipidi. Blue Ribbon® è una varietà a medio fabbisogno in freddo poco adatta ad altitudini superiori ai 500 m s.l.m. che si colloca in epoca Draper (+ 13 gg rispetto a Duke). Il maggior pregio è il sapore molto buono, dolce e aromatico, con limitata acidità. La produttività e la pezzatura sono buone, con frutto a sezione pentagonale e assenza di sepali. La buccia è spessa e il comportamento in conservazione è buono. In base alle osservazioni emerge come criticità l’habitus di vegetazione che risulta eccessivamente prostrato e necessita di tutori per mantenere il cespuglio maggiormente eretto. L’habitus ricadente rende più impegnativa la raccolta con una diminuzione della resa oraria/uomo.

Ad un giorno di distanza da Blue Ribbon si collocano Osorno* e Valor* entrambe alla seconda osservazione. Osorno* è una varietà a medio fabbisogno in freddo, con pianta di limitato vigore e portamento espanso. Produttività media (da verificare) con bacche di media pezzatura (2,5 g), leggermente disformi. Il frutto è oblato, con tracce dei sepali evidenti e buccia spessa. Buono il sapore, dolce e aromatico, sostenuto da un buon livello di acidità che diventa fastidioso con raccolte anticipate. Valor* ha pianta di vigoria media e portamento assurgente. Buona la produttività, con frutti oblati di buona pezzatura (3 g), pruinosi e con tracce dei sepali poco evidenti. Sapore buono, dolce, con corretta acidità, ma non aromatico. La consistenza è media e la tenuta in conservazione è inferiore a Draper.

In epoca Ozarkblue* si colloca Cargo® (+20 gg). Ha una pianta eretta di medio vigore. La produttività è elevata, la pezzatura è media e poco uniforme. I frutti, sferoidali, raggiungono buoni livelli di pezzatura in rami di buon vigore. Discreta la presenza di grappoli compatti con rischio di attacchi di forficula. Il sapore è buono, tendenzialmente acidulo, con buccia spessa che favorisce la tenuta in conservazione. Per garantire una produttività di qualità in termini di pezzatura e qualità del frutto necessita di potature accurate e intense. Nella stessa epoca matura Gupton* (+22 gg rispetto a Duke); è una varietà a basso fabbisogno in freddo (~400 h), dal vigore elevato e portamento espanso. Produttività media, con frutto oblato molto pruinoso, di buona pezzatura, ma poco regolare. Sapore buono dolce e aromatico a completa maturazione, buccia spessa e dura alla masticazione, ma il frutto è di limitata consistenza.

Nel segmento tardivo troviamo Last Call® con cespuglio vigoroso ed eretto e un buon livello di produttività e scalarità di raccolta. Il frutto è oblato, con elevata presenza di pruina e pezzatura media. Il sapore buono, dolce ed aromatico, la rende un possibile, valido sostituto del testimone Aurora*. La buccia è spessa, con polpa poco succosa.

Mirtillo gigante americano, si espande la coltivazione in Piemonte - Ultima modifica: 2021-09-13T09:49:11+02:00 da Sara Vitali

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