La mancata affermazione della mela “Annurca IGP” campana sui mercati nazionali ed esteri, nonostante le ottime proprietà qualitative e nutraceutiche certificate anche recentemente da studi universitari, sta spingendo i frutticoltori campani a rivalutare alcune varietà di melo che, dopo l’affermarsi della melicoltura trentina, erano state quasi del tutto abbandonate.
“Nel 2016”, ci riferisce Enrico D’Aniello, Presidente della Cooperativa agricola “Ortofrutticola Lanzi” di Caserta, “i risultati economici sia della cultivar Gala, che della Fuji sono stati buoni e i frutticoltori iniziano a incrementare la presenza in azienda di queste varietà anche per la disponibilità di cloni precoci adatti agli ambienti campani”.
Prima degli anni ‘90, le varietà di melo Red e Golden Delicious erano diffuse nella regione ma, con l’affermazione commerciale di alcuni marchi del Nord (Marlene, Melinda, La Trentina, ecc.) la melicoltura campana si è sempre più ridotta, lasciando spazio quasi unicamente alla varietà Annurca e favorendo la diffusione di altre specie, in particolare il pesco.
“Le condizioni climatiche del Nord Italia”, continua D’Aniello, “garantiscono la produzione di frutti di ottimo colore, ma i gradi Brix che si raggiungono nei nostri ambienti sono nettamente superiori a quelli che si ottengono in Trentino. Inoltre, la possibilità di ottenere il prodotto in anticipo consente di spuntare prezzi remunerativi anche collocando i frutti unicamente sul mercato interno”. L’introduzione di cultivar precoci del gruppo Gala (cloni Brookfield e Buckeye), che sono raccolte a inizio agosto, e del gruppo Fuji (cloni Fubrax e Zhen Aztec), che maturano a metà ottobre, consente ai produttori campani di ritagliarsi uno spazio di mercato sufficiente, con un’offerta che incontra in pieno i gusti dei consumatori, considerate le ottime caratteristiche organolettiche del prodotto.
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