La cv Victoria ha sostituito quasi tutte le vecchie varietà precoci (Primus, Regina dei Vigneti, Cardinal, ecc.,) e, tra queste, sul mercato solo alcune hanno trovato una modesta diffusione; in proposito ricordiamo Black Magic, Sugraone Seedless, Sublima Seedless e Centennial Seedless. Nonostante i nuovi orientamenti, tendenti a produzioni precocissime e tardive, la produzione italiana di uva da tavola è ancora la più rilevante in Europa; però nell’ultimo periodo ha perso significative quote di mercato per la concorrenza di Paesi europei (Spagna, Grecia, ecc.) ed extra-europei (Turchia, Egitto, ecc.).
Il nostro Paese ha effettuato limitati cambiamenti nell’organizzazione produttiva e commerciale ed ha continuato ad utilizzare, per il grosso delle produzioni, una base ampelografica ancorata a poche varietà, prevalentemente di uva con semi (Italia, Victoria, Red Globe, ecc.); tutto questo nonostante nell’ultimo ventennio sia stata segnalata una disponibilità crescente da parte dei coltivatori a produrre varietà apirene (Sugraone, Sublima, Crimson, ecc.), di cui è consigliata una maggiore diffusione per l’aumentata richiesta non soltanto dai tradizionali Paesi anglosassoni, ma anche dai Paesi extra-europei.
Nell’ambito della continua ricerca di nuove varietà adatte all’ambiente di coltivazione pugliese ed interessanti per il mercato, è stato individuato, per la varietà Victoria, un presunto clone con acino a forma allungata. A partire dall’anno 2007 e fino al 2010, su tre ceppi individuati e cartellinati, sono stati compiuti diversi rilievi utilizzando la lista dei descrittori primari (14 descrittori) presente nel Codice dei caratteri descrittivi OIV (2a edizione). Oltre a questi descrittori, sono stati misurati i parametri produttivi (produzione uva/ceppo, numero di grappoli/ceppo, peso medio grappolo, numero acini/grappolo) e qualitativi (peso, lunghezza e larghezza acino, numero vinaccioli/acino, consistenza e colore dell’acino, solidi solubili totali, pH e acidità). Il clone è stato quindi monitorato e studiato per diversi anni ed in questo lavoro si presentano i risultati delle analisi condotte nell’annata 2015. Inoltre, la qualità del clone ‘allungato’ è stata monitorata durante la frigo-conservazione e confrontata con quella dell’uva del clone originario.
Osservazioni in Puglia
L’impianto oggetto di osservazioni è ubicato in agro di Mola di Bari (Ba); l’uva Victoria è innestata sul portainnesto 157/11C e allevata con il sistema a tendone a doppio impalco, con sesto d’impianto di m 2,2×2,2. Il vigneto è stato impiantato nel 2002 e fin da subito il proprietario ha notato tre ceppi con grappoli con un acino nettamente ellissoidale. Nel 2011 le marze di “Victoria allungata” sono state prelevate dai tre ceppi originari ed innestate in un nuovo vigneto sul portinnesto 140 Ru (30 ceppi). Nel 2015 i ceppi innestati sono stati seguiti per effettuare il confronto con la varietà standard sugli aspetti produttivi e, principalmente, sulle caratteristiche morfologiche e qualitative della produzione. Su 15 ceppi (tre ripetizioni da cinque ceppi) sia di Victoria normale, sia della versione allungata, sono stati contati il numero delle gemme, dei germogli e dei grappoli. In data 9 giugno 2015, durante la fase fenologica dell’accrescimento delle bacche, è stata eseguita l’operazione di diradamento degli acini su 15 ceppi di entrambi i cloni; è stato misurato il tempo necessario ad effettuare l’operazione su tutti i ceppi (Fig. 1) e sono stati contati e pesati gli acinini raccolti dalle due tipologie di uva.
Alla raccolta sono stati misurati i parametri produttivi (produzione uva/ceppo, numero di grappoli/ceppo, peso medio grappoli) e qualitativi (peso, lunghezza e larghezza acino, compressione dell’acino, colore della buccia, contenuto in solidi solubili totali, pH e acidità); il colore della buccia è stato misurato con un colorimetro CR-400 (Konica Minolta) adottando il sistema colore Cielab. La risposta dell’acino alla compressione è stata misurata con il FirmTech 2 Fruit Firmness Tester (Bioworks, USA) (Fig. 2), mentre la resistenza al distacco è stata misurata con un dinamometro (Somfty Tec, Francia). Per le analisi chimiche di solidi solubili totali (°Brix), pH e acidità titolabile (g/l di acido tartarico) sono stati impiegati un rifrattometro digitale manuale DBR45 (Giorgio Bormac, Italia) con compensazione automatica della temperatura ed un titolatore automatico (PH Burette 24, Crison, Spagna).
Il clone “Victoria allungata” è stato anche sottoposto ad un semplice “consumer test” eseguito presso la sezione di Arboricoltura del DiSSPA tra gli studenti dei diversi corsi di laurea. Il prodotto è stato successivamente sottoposto ad una prova di conservazione in celle frigorifere per valutarne la tenuta in post-raccolta; la conservazione delle due tipologie di uva è durata 27 giorni a 0 °C; a tempo iniziale e dopo 5, 9 e 27 giorni sono stati valutati nuovamente i parametri qualitativi, oltre al contenuto in fenoli totali e all’attività antiossidante. Il colore è stato misurato elaborando le immagini acquisite con uno Spectral scanner (DV SRL, Italia), equipaggiato con uno spettrometro Spectral Imaging V10 type (400-1000nm, 25µm slit, risoluzione ogni 5nm).
La procedura per l’estratto del contenuto in fenoli totali e capacità antiossidante è uguale per entrambe le misurazioni (Artes-Hernandez et al., 2003); i fenoli totali sono stati determinati secondo il metodo di Singleton e Rossi (1965), mentre la capacità antiossidante usando la procedura descritta da Brand-Williams et al. (1995) con delle piccole modifiche.
Risultati
Le piante di “Victoria allungata” hanno confermato questa acquisita maggiore dimensione da parte degli acini; per la fertilità, si è osservato che i valori medi del numero di gemme, germogli e grappoli dei due cloni sono sostanzialmente simili, con i primi due leggermente più alti in quella ‘allungata’ (Tab. 1). Tali risultati confermano quelli di un precedente lavoro poliennale in cui le due tipologie di Victoria, utilizzando i descrittori primari presenti nel Codice dei caratteri descrittivi OIV (2a edizione), erano risultate simili, tranne che per la forma dell’acino (Ferrara et al., 2014).
Il tempo impiegato per il diradamento degli acini (Tab. 1) è risultato maggiore per il clone “normale” (quasi 6 minuti, rispetto ai 5 del tipo “allungato”). Inoltre, nella Victoria normale i grappoli avevano un numero doppio di acinini ed un peso chiaramente superiore (Tab. 1). Alla raccolta l’aspetto morfologico di rilievo è rappresentato dal differente diametro polare degli acini (Figg. 3,4) che è risultato significativamente superiore in “Victoria allungata” (Ferrara et al., 2014), mentre il contrario si è verificato per il diametro equatoriale ed il peso dell’acino (Fig. 3). Il clone normale ha prodotto grappoli con peso medio più alto (Tab. 2).
I parametri di solidi solubili totali, pH ed acidità non hanno mostrato differenze significative tra le due tipologie (Tab. 3), come anche riportato in un precedente lavoro (Ferrara et al., 2014). La resistenza allo ‘spedicellamento’ è stata più elevata nel clone “Victoria normale”, anche se per entrambe le tipologie i valori sono abbastanza alti da non compromettere la qualità del grappolo. La compressione dell’acino è risultata superiore in “Victoria allungata”, forse anche in dipendenza della morfologia più lunga e stretta dell’acino (Tab. 2). I valori ottenuti dall’analisi colorimetrica (Fig. 5) mostrano come il clone allungato presenti maggiore luminosità ed anche una superiore saturazione del colore rispetto al clone normale, mentre la tinta risulta praticamente identica.
La lunghezza dell’acino e la resistenza alla compressione sono stati gli aspetti maggiormente e positivamente valutati nell’ambito del “consumer test” eseguito presso la sezione di Arboricoltura del DiSSPA. Il clone allungato si è originato probabilmente da mutazione gemmaria di quello normale, come anche confermato dall’analisi molecolare effettuata in precedenza (Ferrara et al., 2014).
Per quanto riguarda la conservazione, è stato possibile osservare che alcuni parametri qualitativi sono significativamente differenti tra i due tipi di uva Victoria (pH, acidità titolabile, angolo di tinta, croma e consistenza); pure dopo la conservazione si è osservato un effetto significativo sulla maggior parte degli attributi qualitativi valutati, ad eccezione di consistenza, contenuto fenolico ed attività antiossidante. Infatti, con la frigoconservazione c’è stato un trend crescente di residuo secco rifrattometrico, intorno a 18,8 °Brix per Victoria normale e 19,3 °Brix per il tipo allungato, senza però mostrare alcuna differenza statisticamente significativa tra le due uve. Per l’acidità titolabile è stato osservato un andamento simile tra le 2 tipologie di uva. L’uva ‘allungata’ ha presentato un pH appena più alto (3,5) rispetto all’uva normale (3,3) dopo 27 giorni; nel complesso, durante la conservazione, solo l’acidità titolabile aumenta.
Circa la consistenza dell’acino (Fig. 6), dopo 27 giorni il clone ‘allungato’ ha manifestato un maggiore valore (27,6 N), con uno scarto di circa 10 N rispetto a quello tradizionale. Gli acini dell’uva ‘allungata’ sembrano perciò essere più turgidi rispetto all’uva normale. In merito ai parametri colorimetrici, l’uva normale mantiene più a lungo la colorazione verde rispetto a quella ‘allungata’. L’uva Victoria ‘allungata’ mostra una colorazione tendente maggiormente al giallo ed, inoltre, ha una più alta luminosità (L*); il colore più giallo del tipo allungato era stato osservato alla raccolta nel precedente studio (Ferrara et al., 2014).
Infine, per il contenuto fenolico e l’attività antiossidante nessuna differenza statisticamente significativa è stata osservata durante la conservazione.
Conclusioni
Negli ultimi anni la viticoltura pugliese ha subito notevoli cambiamenti sotto la spinta della competizione di altri Paesi produttori di uve da tavola e dei cambiamenti dei gusti e delle modalità di acquisto del consumatore. Il panorama varietale si sta concentrando su varietà apirene che sono molto apprezzate nei mercati europei ed extra-europei; il consumatore apprezza l’apirenia così come anche la forma particolare dell’acino, come abbiamo potuto constatare dal “consumer test” effettuato. Il clone allungato di Victoria qui descritto potrebbe ritagliarsi uno spazio sul mercato non tanto per le differenze in termini organolettici, ma perché la varietà viene percepita come diversa dalla tradizionale Victoria e, quindi, rappresentare un’interessante alternativa alle sempre più numerose varietà apirene che stanno soppiantando la “vecchia” Victoria ad acino tradizionale.