La fragolicoltura italiana presenta caratteristiche e problematiche peculiari, che variano da zona a zona e dipendono, soprattutto, dagli andamenti climatici invernali.
Negli ultimi anni la fragolicoltura del Nord (Romagna e Veronese) si è ridimensionata, compensata però dagli incrementi registrati in alcune aree del Sud (Metapontino e Campania, principalmente). L’inverno 2015-‘16 è stato mite sia al Sud, sia al Nord. Ad esempio, nell’areale Metapontino, zona in cui domina la varietà medio-tardiva Sabrosa®Candonga ottenuta con piante fresche polacche o spagnole, la raccolta è iniziata precocemente, già a gennaio. L’entrata in produzione molto precoce ha modificato i tipici flussi produttivi delle piante e quindi i mercati hanno premiato i produttori in questi primi mesi dell’anno.
La nuova varietà Melissa, molto precoce, ha destato interesse per il volume produttivo registrato nei mesi invernali, per l’aspetto e la grossa pezzatura dei frutti. L’interesse è poi diminuito in aprile, quando si sono ridotte le caratteristiche gustative dei frutti in concomitanza degli innalzamenti termici. Meno interessante è risultata la precocissima Florida-Fortuna, molto diffusa in Sicilia, che ha presentato qualità dei frutti limitata, non in grado di competere con quelle delle altre produzioni meridionali ottenute con altre cultivar. Anche la Spagna, che ha incrementato la coltivazione di questa varietà americana al fine di ottenere più prodotto nei primi mesi invernali, ha poi ‘pagato’ questa scelta varietale con la drastica riduzione dei prezzi di vendita su tutti i mercati, a causa delle troppo limitate caratteristiche qualitative dei frutti.
Il mercato è diventato ‘pesante’ in aprile per le notevoli concentrazioni di prodotto di tutte le aree fragolicole italiane e spagnole, accompagnate da consumi contenuti. In queste condizioni, solo il prodotto di alta qualità, come quello di Sabrosa®Candonga, ha sofferto meno la crisi di mercato in quanto il consumatore italiano sta imparando a ricercare frutti di elevata qualità. Si ribadisce che la grande qualità si è potuta ottenere nel Sud Italia grazie al totale cambiamento della tecnica colturale, poiché oggi si ricorre esclusivamente a piante fresche e a radice nuda, moltiplicata in vivai polacchi o spagnoli, mentre in passato era comune l’impiego di piante frigo-conservate. È appena il caso di ricordare che una pianta frigo-conservata di Sabrosa®Candonga produce più frutti e in minor tempo rispetto ad una pianta fresca, ma di qualità decisamente più scadente.
Il Nord Italia concentra la produzione su altre varietà, facendo ricorso a piante frigo-conservate in grado di poter raggiungere e oltrepassare rese di 1 kg a pianta, da raccogliere, in media, in circa 25 giorni. Appare chiaro che questa concentrazione può essere poi a rischio di crisi di mercato quando vi è sovrapposizione con le produzioni meridionali. È altrettanto chiaro che al Nord, in genere, non si ottiene la qualità che si può registrare al Sud con varietà tipo Sabrosa®Candonga, Pircinque o Jonica. A fine aprile e, soprattutto nella prima settimana di maggio, il mercato si è ripreso per una domanda superiore all’offerta, premiando i fragoleti delle aree settentrionali che iniziano il loro ciclo di fruttificazione in questo periodo. In questa situazione di mercato l’aspetto qualitativo dei frutti diventa meno ricercato e quello quantitativo diventa più importante, soprattutto per il bilancio economico del produttore. Questo però rischia di rallentare il processo di rinnovamento dello standard varietale del Nord Italia, ancora troppo incentrato su varietà la cui migliore caratteristica è il grande livello produttivo a discapito della qualità dei frutti. Al momento di dare alle stampe questa nota (metà maggio 2016; ndr) la stagione fragolicola non è ancora terminata; tuttavia si può già affermare che il produttore meridionale otterrà un bilancio economico positivo dal suo fragoleto in questa annata se accanto all’elevata qualità riuscirà a fine stagione ad ottenere un buon livello produttivo della pianta: per Sabrosa®Candonga si auspicano in media 5-600 grammi/pianta, distribuiti da gennaio-febbraio fino a maggio. Il produttore delle aree settentrionali avrà soddisfazione economica dal suo fragoleto grazie all’apertura di una finestra temporale in cui sul mercato è stato presente poco prodotto. Infatti, nelle aree meridionali italiane e spagnole siamo quasi al termine della raccolta principale, mentre quella tedesca è ancora da iniziare per via dell’andamento stagionale avverso. Il trend positivo del mercato delle prime settimane di maggio sicuramente influirà sulla ripresa delle coltivazioni della fragola al Nord e ciò si baserà principalmente su cultivar che garantiscono elevata produttività, ma col rischio di essere poi ‘sconfitte’ sui mercati nel malaugurato caso in cui vi sia sovrapposizione di offerta con altre aree di coltivazione che privilegiano varietà con frutti di maggiore qualità organolettica.