Come sempre la Rivista di Frutticoltura inizia il nuovo anno editoriale parlando dei due più importanti settori della frutticoltura meridionale italiana: uva da tavola e agrumi. Aprono i due dossier altrettanti editoriali affidati ad autorevoli esperti dei rispettivi comparti. Cosa pensare? Cosa dedurne?
Le difficoltà non mancano e i motivi sono sempre gli stessi; le criticità non sono cambiate negli ultimi vent’anni, salvo circoscritti esempi contrari; i fabbisogni dei produttori sono ancora gli stessi e l’Italia continua ad arrancare rispetto al dinamismo produttivo e commerciale dei concorrenti. Sono sempre le stesse parole. I Lettori addetti ai lavori che leggeranno questo fascicolo troveranno dibattuti, ancora una volta, gli stessi problemi che erano sul tappeto anni orsono, salvo constatare che nel frattempo le cose non sono cambiate più di tanto. Innovazioni di prodotto e di processo troppo lente, carenze di organizzazione, mancanza di aggregazione sono stati e sono tuttora temi ricorrenti, ma spesso disattesi. Iniziative lodevoli, pubbliche e private, non sono mancate; progressi tecnici se ne sono visti, ma è ancora troppo poco in uno scenario operativo che cambia rapidamente.
Compito di una rivista specializzata è quello di informare affidandosi ad autori competenti; il resto spetta agli addetti ai lavori, a tutti gli operatori dei diversi anelli della filiera. Vien da dire che sono state parole al vento, ma tant’è. Ci piacerebbe scrivere nei prossimi anni che il trend è cambiato, che l’Italia è tornata ad essere leader incontrastato in due settori produttivi tipici del Mediterraneo, due eccellenze per il “made in Italy” di enorme potenziale economico. Speriamo non siano anche queste le solite parole.