Il gelo si abbatte sui frutteti dal Nord al Sud dell'Italia. Un altro danno al settore agricolo, già in forte difficoltà a causa della situazione emergenziale legata al Covid-19. Ma oggi il più grande antagonista del settore continua a essere il clima.
Il risveglio vegetativo anticipato dall'inverno mite e dalle condizioni climatiche delle ultime settimane si è bruscamente scontrato con l'improvviso abbassamento delle temperature che, in una notte, sono scese anche di molti gradi sotto lo zero. Colpiti molti alberi di pesco, albicocco e mandorlo che avevano già i primi frutticini, ciliegi e susini in fiore, filari di pere, mele e kiwi con le gemme pronte intrappolate dal ghiaccio e bruciate dal freddo. I danni più gravi in Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Puglia.
Presto per fare stime ma il danno è rilevante
«Fare una stima dei danni in questo momento è difficile. Non possiamo ancora parlare di un 10-30-50%, ma sicuramente il danno è molto rilevante – precisa Ugo Palara, direttore tecnico di Agrintesa, cooperativa agricola che associa 4.000 produttori di ortofrutta e vino – per una valutazione complessiva del danno si dovrà aspettare l’evolversi della situazione durante la settimana. Dalla rete di tecnici del territorio emiliano romagnolo emerge una situazione molto complessa. Il danno è considerevole. Parliamo dell'evento in sè: le temperature minime hanno avuto picchi molto bassi, in alcune zone si sono raggiunti i - 6,5-7 °C, ancora più frequente è stato il range tra i -3,5 e i -5 gradi. Oltre al picco termico, ad aggravare la situazione è stata la durata del fenomeno: le temperature erano sotto zero già alle 22-23 di ieri sera e sono rimaste tali fino a questa mattina alle 5. Infatti, la classica gelata tardiva a -5 °C della durata di un'ora alle 5 della mattina non spaventa più di tanto, ma quando le piante stanno per sette otto ore allora il discorso è diverso. Così muore tutto. L'abbassamento termico poi ha riguardato un'area molto vasta: sicuramente parliamo della provincia di Modena, l'area vignolese, Ravenna, Cesena, Ferrara e Bologna. Fatta eccezione per alcune aree del cesenate dove la nuvolosità ha impedito alle temperature di scendere sotto lo zero, in tutto il resto del territorio, dal modenese fino al litorale adriatico, la ventilazione e il cielo sereno hanno favorito ulteriormente l'abbassamento delle T°. Si è salvato un po' chi aveva a disposizione sistemi di ventilazione e irrigazione sopra o sotto chioma, ma le aziende non sono molte, parleremo di un 20-30%».
«I danni più gravi si registrano sulle drupacee (pesche, albicocche, susine, ciliegie) in fase fenologica avanzata rispetto alle medie storiche, che infatti si trovano già allo sviluppo dei frutticini. Questa è una fase molto più sensibile della fioritura, in quanto il frutticino ai primi stadi di sviluppo è molto idratato e il risultato è una forte allessatura. Stesse considerazioni kiwi in fase di germogliamento, con le orechiette fuori di 5-10 molto delicate. Forse mele e pere si salvano, ancora un po' indietro con lo sviluppo. Qualche danno in più potrebbe registrarsi sull'Abate che ha già i mazzetti divaricati e potrebbero presentarsi cinghiature da freddo, frutti deformati e qualche cascola fiorale. Ma per le pomacee la situazione non è allarmante».
Le diverse specie frutticole presentano una resistenza ai danni da gelo diversa. Il livello di danno, poi, varia in funzione anche dello stadio delle sviluppo vegetativo in cui si trovano.
Leggi la tabella di resistenza ai danni gelo a cura di Condifesa Ravenna pubblicata il 19 marzo sulla pagina fb di Meteo-PedemontanaForlivese
Apo Conerpo, settore già gravemente provato
«In un comparto già gravemente provato dalle difficoltà legate al clima e alla cimice asiatica del 2019 e che sta mettendo il massimo impegno per far fronte alle richieste di frutta e verdura fresche nonostante l’epidemia in corso e tutte le criticità a essa connesse, il danno è enorme e può essere fatale – commenta Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo, Organizzazione di Produttori che raccoglie 6.000 soci produttori agricoli (in maggioranza dell’Emilia-Romagna) –. L’improvviso crollo delle temperature, scese sotto lo zero già intorno alle 20 di lunedì sera e rimaste tali fino alle 7 di questa mattina, ha colpito le piante nel pieno della fase di allegagione, il delicato momento successivo alla fioritura in cui prende il via lo sviluppo dei frutti. Per le drupacee il danno è imponente: è compromessa quasi la totalità della produzione di albicocche – prosegue Vernocchi - e molto ingenti sono i danni su pesche nettarine e susine, così come sulle delicate coltivazioni di kiwi giallo. Resta da valutare l’impatto sulle pomacee, in particolare per quanto riguarda le pere, il cui sviluppo era più arretrato rispetto a quello degli altri frutti».
«In questo quadro di generale e prolungata sofferenza, la sopravvivenza di migliaia di aziende agricole – conclude Vernocchi – è seriamente a rischio: occorre che la Regione Emilia-Romagna e il Governo, che pur si trovano ad affrontare un’emergenza senza precedenti, si attivino immediatamente per prevedere delle iniziative a tutela delle imprese agricole danneggiate da questa gelata. Se perdiamo gli agricoltori, chi garantirà la presenza di frutta e verdura fresche nei banchi dei supermercati?».
La situazione in Lombardia
La scure del gelo si abbatte sui frutteti lombardi: colpiti in particolare kiwi, pesche, mele e susine. In alcune aree del Mantovano al confine con il Veronese – secondo Coldiretti – si sono raggiunti anche i meno sei gradi centigradi, con le gemme di kiwi rimaste intrappolate in una coltre di ghiaccio. Meno colpiti i frutteti protetti da rete antigrandine e dall’irrigazione di emergenza, che dovrebbero aver salvato i boccioli e limitato i danni. Nel basso Mantovano, invece, problemi si registrano anche per le pere e per le coltivazioni sotto serra, dalle fragole ai meloni.
Anche in Oltrepo Pavese le temperature sono scese fino a quattro gradi sotto zero con problemi per le piante di pere in piena fioritura, così come le albicocche e le prugne. Nel Lodigiano la colonnina sotto zero ha sferzato soprattutto le piante di albicocche, con i frutti pronti a sbocciare, oltre che i ciliegi e i peschi in piena fioritura.
Situazione simile anche in alcune zone delle province di Como, Lecco e Varese: nonostante gli interventi degli agricoltori, che hanno cercato di attenuare l’onda d’urto del freddo, le preoccupazioni maggiori sono per meli, pesche e susine. Nella bassa comasca segnalazioni di danni anche nei vivai, in particolare su alcune piante da fiore. Le gelate non hanno risparmiato neanche la provincia di Brescia: in particolare il freddo intenso si è abbattuto su susine, mele, pesche e kiwi.
Nelle prossime ore, però, si temono gelate anche in Valtellina, con i meleti osservati speciali.