Le percoche, note soprattutto come tipologia di pesche da destinare all’industria di trasformazione, si prestano in alcuni casi anche al consumo fresco, soprattutto nel Sud Italia, dove il consumatore da decenni è abituato a questo tipo di frutto grazie alla coltivazione nel territorio di ecotipi locali molto aromatici ed apprezzati. La destinazione al mercato fresco richiede tuttavia la necessità di essere presenti nella distribuzione a partire dalle fasi precoci di raccolta fino a quelle tardive.
Le aree di coltivazione delle percoche in Basilicata
In Basilicata la coltivazione di percoche è fondamentalmente concentrata in tre aree: Metapontino e collina materana, area di Lavello, Tursi, S. Arcangelo e Aliano. Nelle prime due la coltura è stata introdotta circa 40 anni fa, impostata su varietà come Baby Gold 9 (cultivar di riferimento) che si colloca nella fase tardiva di maturazione, con forme di allevamento a vaso (ritardato e classico); le tecniche colturali praticate (fertilizzazione, gestione della pianta, potatura) sono simili a quelle utilizzate per le pesche tradizionali e le nettarine.
Nell’area di Lavello (Pz) la diffusione delle percoche, oltre alla destinazione per il consumo fresco, ha avuto anche un forte impulso per la trasformazione industriale grazie alla presenza in loco di un’importante industria agroalimentare. Tale destinazione, grazie a nuovi insediamenti produttivi, negli ultimi anni sta avendo nuovo impulso legato soprattutto alla fornitura di prodotti con elevati requisiti di salubrità (prodotto “integrato”, “a residuo zero” e “biologico”). Le varietà coltivate sono la serie Babygold, Federica, Romea, Tirrenia e Villa Ada, che vengono trasformate in marmellate, puree, succhi, cubetti, mezzene, alimenti per l’infanzia, ecc.
In Basilicata le forme di vendita delle percoche generalmente non prevedono cooperative di lavorazione e commercializzazione, ma sono più spesso “a blocco” verso commercianti locali e di regioni limitrofe, oppure “in proprio” dove prevale la figura dell’agricoltore-commerciante che vende sui mercati generali; generalmente poco o per niente praticate le politiche di marchio che rendano riconoscibile il prodotto e creino le condizioni per una sua migliore valorizzazione.
Le varietà tradizionali e periodo di maturazione
Nel periodo precocissimo, con maturazione nella II decade di giugno, nel Metapontino si raccolgono Jonia ed Egea, buone per produttività e sapore dei frutti, anche se presentano una certa incidenza di frutti “scatolati”. Successivamente, dopo un lungo periodo di vuoto, a fine giugno matura Federica, di buona produttività; chiudono questa fase Tirrenia e Romea, interessanti per produttività e caratteristiche organolettiche, che rappresentano lo standard varietale del periodo.
Nella I decade di luglio maturano Villa Adriana e Villa Doria, interessanti per produttività e caratteristiche pomologiche. Tra le varietà più diffuse e ancora impiantate c’è Babygold 6, con frutti tondi, di media pezzatura, a polpa consistente e dolce.
Nella III decade di luglio si raccoglie Carson, di buone caratteristiche organolettiche; tra luglio e agosto matura invece la storica Andross, interessante per caratteristiche pomologiche e produttività. Chiude il calendario Babygold 9, apprezzata per le caratteristiche organolettiche e le elevate rese.
Nuove varietà di percoche precoci
Nel Metapontino è forte l’interesse ad introdurre nuove varietà di percoche precoci in grado di anticipare il calendario di commercializzazione attualmente impostato su cultivar medio-tardive; lo spunto l’ha dato l’introduzione nella fase precocissima di varietà selezionate in Spagna dove è radicato il consumo fresco delle percoche.
Le varietà in fase di valutazione maturano a partire dall’ultima decade di maggio, come Bali, produttiva, vigorosa, con portamento semiaperto, con frutti di forma rotonda e colore giallo, di calibro A-B e gusto buono ed equilibrato.
Sempre nel periodo precoce matura Smooty, con albero a portamento semi-aperto, vigoroso, con produttività elevata; il frutto, di forma rotonda e discreta pezzatura, non tende alla “scatolatura”, ha buccia gialla e gusto molto dolce e aromatico.
Di pari epoca si ricorda Fidji, che presenta albero a portamento eretto e di buona vigoria, produttività elevata, con frutti che maturano nell’ultima decade di maggio; il frutto, di forma rotonda, ha colore giallo con poco sovraccolore, e sapore dolce.
Di pari epoca è Argos, a basso fabbisogno in freddo, con frutti di buon calibro e sapore. Una certa diffusione sta avendo Segre, che matura a fine maggio, con frutti di ottima pezzatura per il periodo e buon sapore.
Sempre in questo periodo si è diffusa Myrian, interessante per la produzione e i frutti di buona pezzatura e sovraccolore.
Nello stesso periodo si raccoglie Vico che presenta albero a portamento espanso, molto vigoroso e produttivo, con frutti di forma tonda con leggero umbone, di buona pezzatura, buccia gialla e un sovraccolore rosa chiaro esteso sul 50% dell’epidermide; sapore e aromaticità sono buoni.
A seguire, nella prima decade di giugno, matura Cinca, che presenta albero a portamento espanso, vigoroso e produttivo, con frutti tondi completamente gialli, di grossa pezzatura e buon sapore, aromatico e succoso, idoneo sia per il consumo fresco che per la trasformazione industriale.
Nella fase intermedia di maturazione sono in osservazione alcune varietà come Jalon, con maturazione a metà luglio, interessante per pezzatura e sapore dei frutti, di forma rotonda, grossa pezzatura, succosi e aromatici; il colore della buccia è giallo, adatto sia per il consumo fresco, sia per la trasformazione.
Veruela si raccoglie nella I decade di agosto; presenta albero vigoroso e produttivo; il frutto, di colore giallo, ha forma rotonda e grossa pezzatura, elevata succosità e dolcezza.
Di pari epoca di maturazione è Poblet, diffusa negli ultimi anni, che ha riscontrato l’interesse dei frutticoltori per la produttività; il frutto, rotondo, ha buon calibro per il periodo, è di colore giallo, ha un elevato °Brix e buon sapore subacido.
Nella III decade di settembre si raccoglie Jesca, che presenta albero a portamento semi-espanso, mediamente vigoroso; il frutto, di forma rotonda, presenta colore giallo intenso, con polpa di colore giallo, soda e di buon sapore, interessante per la trasformazione industriale.
Sempre nella stessa epoca si raccoglie Tietar, produttiva, con frutti di buona pezzatura e sapore subacido.
Per tutte queste nuove introduzioni si potrà esprimere un giudizio completo solo fra alcuni anni, ma resta indiscutibile il loro interesse per l’eventuale apertura di nuove opportunità produttive nella fase precoce di raccolta del Sud Italia.
