Crescente interesse di Conserve Italia per le albicocche da industria

albicocche da industria
Contratti di coltivazione come nuovo modello di filiera per garantire redditività alle imprese frutticole e prodotti di specifica qualità all’industria di trasformazione. Le albicocche al centro di numerosi preparati, al naturale o in mix. Aumentano le richieste di prodotti biologici.

Ci sono situazioni in cui la crisi di un comparto può trasformarsi in un’opportunità di rilancio e in nuove prospettive di sviluppo per le aziende agricole. Ne sono un esempio i progetti di filiera avviati in Romagna sin dal 2003 da Conserve Italia, il consorzio cooperativo dei marchi Valfrutta, Cirio, Yoga, Derby Blue e Jolly Colombani, composto da una cinquantina di cooperative che associano circa 14.000 produttori agricoli in tutta Italia. “Negli ultimi vent’anni il mercato della frutta fresca si è drasticamente ridimensionato, per motivi sia interni che esterni al sistema produttivo nazionale”, commenta Daniele Piva del Servizio Agricolo di Conserve Italia. “Conseguentemente, sono calate le superfici coltivate e la nostra frutticoltura ne ha pesantemente risentito. Per dare risposte ai soci agricoltori e assolvere appieno la nostra “mission” di valorizzare le loro produzioni, abbiamo deciso di investire nella ricerca e coltivazione di varietà di frutta destinate alla sola trasformazione industriale, con l’obiettivo di dare ai consumatori prodotti di elevata qualità e fornire sempre più garanzie alla nostra base sociale”. Ed è così che sono nati e progrediti i progetti di filiera di Conserve Italia, che in questi anni sono arrivati a coinvolgere circa 800 ha sparsi perlopiù in Romagna.

“Con contratti a prezzi fissi garantiti che possono arrivare fino a 12 anni” – continua Piva – “i nostri progetti di filiera danno risposte certe e garanzie agli agricoltori che partecipano alla più importante filiera agroalimentare italiana di trasformazione della frutta, quale è Conserve Italia. Seguiti dai tecnici delle cooperative “in team” con il nostro Servizio Agricolo, i soci possono sviluppare colture con redditi fissi, cosa non scontata nel comparto ortofrutticolo, e bassi costi di produzione per le caratteristiche della frutta destinata alla trasformazione industriale”.

Sono sei i progetti di filiera avviati da Conserve Italia. I primi due (pesche gialle da crema per nettari succhi e bevande, in particolare per la linea Optimum Yoga, e percoche per sciroppati Valfrutta) sono già passati alla seconda fase, mentre sono più recenti quelli relativi a pere William (a destinazione sciroppo e creme per succhi e nettari) nettarine e albicocche da crema anch’esse destinate alla preparazione di succhi e nettari. Inoltre, è partito da qualche anno anche il sesto progetto dedicato alle coltivazioni biologiche di albicocche, pere William, pesche gialle e mele “Golden Delicious simili”.

L’albicocca è la nuova protagonista

A seguito del successo riscontrato con le pesche da crema e a fronte di un trend di aumento (soprattutto in Emilia-Romagna) delle superfici allevate ad albicocco, Conserve Italia ha deciso nel 2016 di sviluppare un progetto di filiera anche per le albicocche da crema per garantirsi frutta di sempre maggior qualità da utilizzare per la trasformazione industriale. “Sono oltre 80 le aziende agricole della regione interessate da questo progetto” – spiega Mattia Onofri, nuovo responsabile frutta del Servizio Agricolo di Conserve Italia – “a loro volta raggruppate in 6 cooperative socie del nostro Consorzio. Siamo partiti nel 2015 con 3 varietà (Kioto, Harval e Petra) e oggi gli ettari coltivati sono circa 140; nell’estate 2018 è stata raccolta una piccola produzione di circa 250 t relativa alle prime piante messe a dimora. Nella campagna 2019 circa metà delle superfici entreranno in produzione. La nostra previsione è comunque quella di arrivare nel 2021 con 4.500 tonnellate di albicocche da crema prodotte nell’ambito di questo progetto”.

Ma non è finita, perché le albicocche sono coinvolte anche nel sesto e ultimo progetto di filiera promosso da Conserve Italia, quello relativo alle coltivazioni biologiche per il marchio Valfrutta Bio che tanto successo sta ottenendo sul mercato interno (+30% di vendite di succhi e nettari nell’esercizio scorso, con una previsione di ulteriore incremento per quest’anno). “Il programma di filiera specifico per la frutta biologica è appena partito e interessa attualmente 95 ha” – continua Onofri – “che andranno a dimora tutti entro il 2020. Di questi, 15 sono destinati alle albicocche biologiche”.

Varietà adatte alla trasformazione industriale

Tre varietà principali di albicocche (Kioto, Harval e Petra), distribuite su 140 ha, alle quali si devono aggiungere altre cinque selezioni ancora siglate con caratteristiche di bassa acidità, ad oggi adottate in poco più di 6 ha suddivisi in 13 piccoli campi sperimentali: sono queste le protagoniste del progetto di filiera di Conserve Italia per la produzione di albicocche da trasformazione, tutte concentrate in appena un mese di conferimento (tra il 20 giugno e il 20 luglio circa) e ben 83 aziende agricole coinvolte. “Le tre principali varietà di questo progetto” – spiega Onofri – “sono state selezionate sulla base di caratteristiche che meglio rispondevano alle richieste dell’industria per garantire un’ottima purea: tenuta sulla pianta a maturazione, buona produttività senza alternanza e scarsa acidità”. Inoltre, si tratta di varietà che meglio si adattano in campagna a processi di meccanizzazione (che possono portare a un’importante diminuzione dei costi di raccolta per l’agricoltore).

Per quanto riguarda i campi sperimentali, Onofri precisa che “rientrano in una visione futura di questi programmi di filiera perché vogliamo trovarci alla scadenza del primo contratto con i soci agricoltori, quindi tra circa 10 anni, con nuove varietà già individuate e se possibile migliorative, per proseguire anche in futuro”. Per questo Conserve Italia ha deciso di mettere a dimora selezioni di albicocche derivanti anche dal progetto di miglioramento genetico dell’albicocco e del pesco denominato Mas.Pes coordinato dal prof. D. Bassi (Università Milano) e supportato dal Centro Ricerche Produzioni Vegetali di Cesena. Occorrono albicocche auto-fertili per garantire una produzione costante alle aziende agricole e poi adeguate caratteristiche qualitative per la trasformazione industriale, con frutti di elevato contenuto zuccherino e bassa acidità.

Crescente interesse di Conserve Italia per le albicocche da industria - Ultima modifica: 2019-06-14T10:19:41+02:00 da Lucia Berti

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