“Macfrut”, massima espressione di Cesena Fiera, è giunta ad un bivio. Da un lato i cultori dell'internazionalità del business ortofrutticolo le contrappongono, da qualche tempo, il grande successo di “Fruit Logistica” a Berlino, forse la più importante fiera ortofrutticola mondiale, e di “Fruit Attraction” a Madrid, salita alla ribalta solo da qualche anno, ma già con brillanti “performance”; per cui si pongono il problema se anche l'Italia debba orientarsi a concentrare tutti i propri sforzi espositivi in un'unica, grande fiera annuale, da tenersi in un luogo di massima risonanza internazionale, come ad esempio Roma o Milano. Dall'altra, Macfrut, consapevole dei suoi limiti strutturali e logistici, ma anche orgogliosa di avere costruito in vari decenni di ottimo lavoro organizzativo un evento che rappresenta ormai non solo una vetrina della produzione-distribuzione tecnologica pre- e post-raccolta italiana, ma anche un'opportunità per l'allacciamento di rapporti di affari con imprese di quei Paesi interessati al “trading” di frutta con l'Italia (sono stati oltre 25.000 i visitatori del 2013), è ora decisa a compiere un ulteriore passo avanti, per meglio corrispondere alla propria missione territoriale ed economico-sociale a favore dell'internazionalizzazione dell'industria produttiva che ruota intorno all'ortofrutticoltura. Infatti, Cesena Fiera ha appena deciso di cambiare la propria ragione in “Macfrut International”, scorporando Macfrut dalla Soc. Cesena Fiere e costituendo una nuova struttura societaria, aperta al contributo di imprese private ed enti pubblici; una sorta di ricapitalizzazione con una missione totalmente votata alla ricerca di obiettivi più ambiziosi, ma possibilmente in unità di intenti con le altre realtà fieristiche italiane, per proiettare insieme, verso l'estero, un'immagine unitaria del “Sistema Paese” e delle sue potenzialità commerciali. Le persone che mireranno al raggiungimento di questa nuova “missione” sono due: alla Presidenza Domenico Scarpellini, storico patron di Macfrut, affiancato da un vice-presidente, Renzo Piraccini, il navigato direttore di Apofruit che ha lasciato il grande gruppo di Cesena per dedicarsi a costruire nuovi rapporti e relazioni internazionali per le iniziative di Macfrut. È infatti ormai assodato che durante l'edizione 2014, che si terrà dal 24 al 26 settembre, le nuove strategie saranno rivelate in dettaglio con alcuni principali punti chiave, che hanno già ricevuto l'adesione e il plauso del Ministro Martina. Perché, come detto, anche nel settore fieristico c'è bisogno di innovazione, e Macfrut si propone come soggetto innovativo per il comparto fieristico ortofrutticolo. Ovviamente, il dibattito in corso su giornali, organismi di rappresentanza dei produttori e all'interno delle fiere aspiranti ad accentrare i singoli eventi in una sola grande fiera ortofrutticola (Roma, Milano, Verona) è molto acceso e i pareri sono i più diversi, pur sottolineando tutti la necessità di cambiare. L'idea, però, dell'aggregazione delle varie iniziative fieristiche, se non dell'accentramento su una sola “location”, sta conquistando seguaci, come hanno dimostrato le numerose interviste dei grandi manager e “player” ortofrutticoli rilasciate a Fresh Plaza. La Fiera di Milano, addirittura, d'intesa con una società del packaging, la Ipack-Ima, a metà luglio ha annunciato che il prossimo anno (20-22 maggio 2015) verrà lanciata a Milano “Fruit Innovation”, un grande progetto fieristico, aggregativo della filiera ortofrutticola, offrendo una logistica efficiente ed una collaudata rete internazionale di relazioni, favorita anche dal contemporaneo Expo e dalle altre opportunità di business offerte da Milano. Scarpellini, da Macfrut, risponde che “non ci sarà alcun conflitto” con Milano, sia perché il mondo produttivo e la filiera ortofrutticola sono saldamente ancorati a Cesena, sede confermata di Macfrut (l'ipotesi Rimini è già caduta lo scorso anno), sia perché nelle nuove strategie della manifestazione cesenate c'è anche la ricerca della massima apertura e collaborazione con altri soggetti privati o pubblici per adattare le iniziative di Macfrut ad un contesto di condivisione generale, a salvaguardia dell'immagine e della credibilità dell'ortofrutticoltura italiana nel mondo. Macfrut, perciò, intende operare nello scacchiere internazionale dell'ortofrutta; a settembre, ad esempio, parteciperà alla World Food Moscow insieme al Consorzio Fram (Trentino - Alto Adige) ed altri rappresentanti dell'export ortofrutticolo italiano, mostrando un unico volto. Altre iniziative saranno progettate in altri Paesi in cui Macfrut, al pari di altre fiere italiane, potrebbe presentarsi col proprio logo, replicando un format di successo, al fine di favorire gli scambi con l'Italia. Un'altra delle ipotesi presa in considerazione per le strategie future nella stessa Italia è che possa diventare una “fiera itinerante” e modificare la propria calendarizzazione, in ordine alle contingenti necessità segnalate dagli operatori (in passato Macfrut si teneva ad aprile ed ora a settembre). In ogni caso, mentre si auspica il raggiungimento di un'aggregazione che porti valore aggiunto alla esportazione ortofrutticola italiana, nessuno auspica che vengano a cessare le iniziative fieristiche regionali e locali, quando queste operino senza aiuti pubblici e nell'interesse delle comunità locali e di fiorenti comparti economici dell'ortofrutta. Ad esempio, è inimmaginabile che una bella e valida fiera biennale quale Interpoma, che si svolge a Bolzano e che si rivolge a tutti gli operatori della coltivazione e del commercio delle mele, possa venire a cessare, immolata sull'altare di un accentramento fieristico nazionale, non certo onnicomprensivo. Le mega-mostre non cancelleranno mai l'utilità e il valore di questi eventi radicati territorialmente, perché fonte di benessere economico. La specializzazione delle mostre, da un lato, e la selezione delle imprese espositrici e del pubblico dei visitatori dall'altro (strettamente legati al territorio e alle sue tipicità produttive) sono perciò una garanzia di continuità col futuro, per meglio accedere alle innovazioni utili a tutto il sistema produttivo. Macfrut, probabilmente, incarna entrambe le anime fieristiche. Vediamo se il cambio di strategia ora annunciato riuscirà a tenerle assieme, o se dovrà inchinarsi alle decisioni politiche o alla legge del mercato, scegliendone una sola.
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