Gli agrumi presentano uno sviluppo ottimale in suoli profondi, limo-sabbiosi, ove luce, temperatura, elementi minerali e acqua non sono limitanti; invece, in terreni impermeabili e molto argillosi la loro crescita è ostacolata e con contenuto in argilla superiore al 50% lo sviluppo radicale è fortemente limitato.
Per migliorare la naturale fertilità del suolo e ottenere un aumento dei rendimenti produttivi, la fertilizzazione svolge un ruolo di primo piano. Le quantità di nutrienti apportate negli agrumeti sono spesso elevate, non sempre in linea con le reali esigenze della coltura, con possibili perdite nel suolo e nell’atmosfera. Nelle colture arboree, a maggior ragione nelle piante sempreverdi come gli agrumi, va considerata la presenza di un ciclo interno degli elementi; questi, in particolare quelli più mobili come azoto e potassio, inizialmente assorbiti dagli apparati radicali, vengono più volte ri-mobilizzati dagli organi temporanei di riserva della pianta verso altre zone. In tal senso, negli agrumi le foglie svolgono un ruolo fondamentale, di accumulo in una prima fase e di cessione successivamente, in base alle esigenze fisiologiche momentanee della pianta.
Il consumo di sostanze nutritive nel ciclo colturale
Per stimare in maniera adeguata la quantità di fertilizzante da apportare risulta importante la conoscenza delle necessità nutritive della pianta, tanto per la crescita degli organi vecchi, quanto per la crescita dei nuovi tessuti; queste determinano i fabbisogni nutrizionali, definiti come la quantità di nutrienti consumati dalla pianta durante la stagione produttiva.
Le necessità nutrizionali annuali, cioè le quantità di elementi nutritivi che la pianta consuma in un ciclo, dipendono dalla varietà, dal portinnesto, dallo sviluppo vegetativo, dalla produzione, ecc. Le esigenze nutrizionali degli agrumi rispetto all’età delle piante sono riportate in tabella 1. Da questa si evince che alcuni di questi nutrienti sono forniti dalle riserve contenute nelle foglie più vecchie. Infatti, all’inizio del ciclo vegetativo la capacità di assorbimento delle radici è limitata, di contro c’è un’alta richiesta di nutrienti della pianta dovuta alla formazione dei nuovi germogli. Pertanto, dalle foglie vecchie, importanti fonti di nutrienti, si ha una ri-mobilitazione verso gli organi in accrescimento, che necessitano di nutrienti nella prima fase vegetativa e riproduttiva; successivamente queste foglie cadono e ritornano nel ciclo colturale. Oltre che dalle foglie si ha un approvvigionamento dagli altri organi della pianta in fasi successive del ciclo colturale. Nella tabella 1 viene riportata una serie di elementi nutritivi considerando l’esigenza della pianta e gli apporti in % derivanti dalle riserve.
Come assecondare le esigenze delle piante
Nella distribuzione dei fertilizzanti la fertirrigazione può rappresentare un efficace sistema per razionalizzare il sistema, con lo scopo di diminuirne le dosi (riduzione dei costi di produzione) e contenere l’inquinamento dei corpi d’acqua, profondi e superficiali, provocato dagli elementi nutritivi percolati (in particolare l’azoto). La fertirrigazione, infatti, consente di soddisfare le esigenze nutritive delle colture con il progredire del ciclo colturale. Evidentemente, per raggiungere questo scopo occorre conoscere la variazione del tasso d’assorbimento minerale delle piante e poter valutare, durante la stessa coltivazione, lo stato nutritivo della coltura e l’effettiva disponibilità di nutrienti nel terreno.
La conoscenza della dinamica di assorbimento degli elementi nutritivi nel corso della stagione è un prerequisito che consente la sincronizzazione dell’epoca di applicazione dei nutrienti con le esigenze della pianta. Da osservazioni sperimentali è stato osservato che N, P e Ca dovrebbero essere disponibili nel suolo per l’assorbimento radicale delle piante di arancio da aprile ad ottobre, mentre l’assorbimento del K sembra esaurirsi in luglio, con una temporanea ripresa in ottobre e novembre. Il Mg dovrebbe essere disponibile per l’assorbimento sino a luglio-agosto.
Da novembre a febbraio i quantitativi di nutrienti presenti nella chioma delle piante sono stabili o diminuiscono, indicando, così, che non si è verificato alcun assorbimento in questo periodo, laddove, come nel caso di N e K, è verosimile ipotizzare una traslocazione interna di nutrienti agli organi perenni o ai frutti. L’apporto di microelementi deve essere effettuato per via fogliare ed in presenza di fenomeni carenziali, che vanno osservati nella stagione primaverile sulla nuova vegetazione.
Uso efficiente dei fertilizzanti
Il concetto di efficienza dei fertilizzanti è definito come la quantità di un elemento che viene utilizzata dagli alberi rispetto alla dose applicata. Generalmente, il rapporto tra l’elemento applicato e il suo utilizzo da parte della coltivazione non è lineare, in modo che applicazioni crescenti diminuiscono l’efficienza delle dosi, che devono essere considerate rispetto ad alcuni parametri come l’età della piantagione, la densità di impianto degli alberi, la specie e la varietà.
Da quanto finora detto si possono trarre alcune conclusioni:
• non è necessario apportare elementi nutritivi nel periodo invernale, in quanto l’assorbimento si verifica nel mese di aprile; pertanto tutti gli apporti di fertilizzanti prima di tale data non vengono utilizzati dalla pianta e vanno ad inquinare le falde anche perché in questo periodo i terreni sono saturi di acqua;
• le esigenze primaverili vengono soddisfatte dalle riserve accumulate nella pianta nelle annate precedenti;
• la quantità di fertilizzante deve essere considerata rispetto a specifiche variabili quali fertilità del suolo, uso di acque irrigue con elementi nutritivi, ciclo dei nutrienti, ecc.;
• N e K hanno un comportamento abbastanza simile, anche se la distribuzione del K sarà effettuata in funzione dell’elevata domanda che si ha nel processo di fruttificazione; difatti in questa fase si potranno apportate circa i 2/3 delle esigenze annuali;
• per l’N la distribuzione sarà effettuata al 50% fino all’allegagione, mentre la restante parte entro settembre.
Forma di apporto degli elementi nutritivi
Nei suoli calcarei l’azoto si apporta in forma ammoniacale durante la primavera e nitrico-ammoniacale o nitrico durante l’estate e l’autunno. Il fosforo si applica con composti binari come fosfato biammonico, urea fosfato, fosfato monoammonico, oppure come fertilizzante semplice come acido fosforico. Il potassio si apporta come composti ternari o binari o semplici (soluzione potassica, solfato di potassio nella fase di pre-maturazione). Il ferro si apporta nel suolo sottoforma chelata, mentre alcuni microelementi come zinco, boro, manganese, rame e molibdeno vengono apportati per via fogliare. Nei suoli acidi non ci sono particolari indicazioni da prestare nell’apporto di fertilizzanti.
Per la concimazione in pieno campo bisogna ricordare l’uso di fertilizzanti semplici e complessi a rilascio normale e a lenta cessione. Questi consentono di ottimizzare la tecnica grazie all’elevata efficienza che li contraddistingue; le case produttrici hanno reso disponibile una serie di composti, semplici e complessi, che si possono utilizzare direttamente al terreno, ma anche in fertirrigazione. n