Vivai Piante Battistini, 70 anni di crescita continua

vivai Battistini
Ombraio per la coltivazione di noccioli.
Intervista ad una storica azienda cesenate, oggi globalizzata, pioniera nella micropropagazione e nei portinnesti delle drupacee. Grande attenzione ai mercati internazionali e alla qualità del materiale di propagazione.

L’azienda vivaistica Battistini di Cesena ha compiuto 70 anni: fu fondata nel dopoguerra da Domenico e Sebastiano Battistini. Erano tecnici appassionati, soprattutto nel campo della peschicoltura. Allora, Cesena e la Romagna stavano sviluppando un nuovo modello di peschicoltura e altre colture estive (drupacee in particolare) che fu riferimento per la loro affermazione nelle altre regioni italiane, compreso il Sud. Non stupisce perciò ricordare come questa azienda abbia giocato un ruolo pionieristico nel campo della micropropagazione e in particolare dei portinnesti del pesco e altre drupacee (ora produce 10-11 milioni di piante/anno).

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Lo staff di Vivai Battistini.

La ditta Battistini ha sviluppato la sua attività anche con altre specie micropropagate come, ad esempio, mirtillo, nocciolo, carciofo, e ha conquistato importanti spazi nell’esportazione.
Abbiamo intervistato Anna Battistini insieme a Giuliano Dradi, direttore generale dell’azienda e veterano nella gestione dei servizi per i frutticoltori clienti.
D. Quando e come è nata l’azienda Battistini Vivai?
R. La società che i fratelli Battistini fondarono a Cesena nel 1949, a fine anni ‘70 passò ai tre figli di Domenico: Giuseppe, Franco e Anna. Il fratello maggiore, Giuseppe, uscì dalla società nel 1996 e la guida dell’azienda passò perciò ad Anna e Franco e ai soci Catia Piraccini e Paolo Laghi.

D. Quali sono state le tappe più significative e determinanti l’identità e la specializzazione aziendale?
R. Negli anni ’50 l’azienda produceva soprattutto viti e piante ornamentali. Poi, negli anni ’60 iniziò la prevalenza di pesco e altri fruttiferi. Nel 1979 venne avviato il primo laboratorio di micropropagazione a Diegaro di Cesena, mentre nel 1990 l’azienda si trasferì a Martorano di Cesena, nell’attuale sede di via Ravennate 1500. Nel 2009 è stata costituita nella Repubblica Ceca una società internazionale, la Vitrotree, che ha creato vicino a Brno un secondo laboratorio di micropropagazione che nel 2015 si è consolidato in una nuova sede a Šakvice.

D. Vuole dirci per che cosa si caratterizzano le produzioni dei due laboratori e quant’altro produce l’azienda nelle due sedi?
R. I laboratori di micropropagazione hanno una produzione attuale di circa 11 milioni di piante. Il 70% circa delle piante prodotte e ambientate è rappresentato da portinnesti (drupacee), seguono i piccoli frutti (circa 15%) - tra cui il più importante è il mirtillo - mentre il rimanente va diviso tra varietà di noccioli (in grande crescita negli ultimi anni), kiwi, melograni, pomoidee, ornamentali da esterno, ecc. Una piccola parte del materiale micropropagato è commercializzata in vitro (1-2%) verso quei Paesi con restrizioni sulle importazioni del materiale vivaistico per problematiche fitosanitarie. Con la propagazione in vitro produciamo soprattutto l’ibrido pesco-mandorlo GF677. Dei portinnesti del pero abbiamo propagato alcuni franchi (es. serie OHF) e varietà autoradicate di altre specie fruttifere come babaco, kiwi, pero (es. William, Conference, Abate Fétel, ecc.) e anche varietà di specie ornamentali da esterno (es. Photinia Red Robin).

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Piante innestate in vivaio.

Attualmente la propagazione è imperniata maggiormente sui portinnesti di pesco, susino, albicocco e su quelli di ciliegio. Negli ultimi anni sono stati introdotti nuovi portinnesti clonali brevettati, anche se rimangono a disposizione il GF677 e il Mirabolano 29C, liberi da ogni brevetto e ancora validi dal punto di vista agronomico. Tra i portinnesti del ciliegio il gruppo dei Gi.Sel.A® (numeri 5, 6 e attualmente 12, 13 e 17) hanno fatto storia per gli impianti fitti e ancora oggi sono molto richiesti. Da oltre 25 anni l’azienda ha l’esclusiva di questi portinnesti per il mercato italiano e la possibilità di vendita in Europa e nel resto del mondo. Seguono come importanza nell’ambito dei portinnesti del ciliegio il gruppo dei MaxMa® (cloni 14 e 60), utilizzati maggiormente per gli impianti semi intensivi.
I laboratori non sono il solo ambiente produttivo di Battistini Vivai; ci sono infatti serre, ombrai e campi coltivati a vivaio per fornire alla clientela piante più robuste. Le serre di ambientamento e gli ombrai garantiscono l’indurimento per piante in alveolo e crescita in vaso: il 95% delle piante prodotte viene commercializzato in alveolo dopo l’ambientamento in serra, mentre il resto è allevato in vaso e cresciuto in vivaio per l’ingrossamento. La commercializzazione delle piantine per la costituzione dei vivai avviene o nel periodo di riposo vegetativo con materiale senza foglie o in primavera con materiale vegetante.
Spesso la scelta dipende dall’areale di coltivazione. Nelle ultime stagioni è aumentata la richiesta di materiale in vaso con dimensioni intermedie tra l’alveolo e le piante coltivate in campo.
Il vivaio è luogo di crescita in campo e innesti di piante da frutto, un settore che è sempre stato importante in azienda con specializzazione maggiore nelle drupacee e, in particolare, pesco e albicocco. Negli ultimi anni lo sviluppo si è allargato anche al ciliegio dove in Europa gli impianti intensivi e super-intensivi hanno portato ad un notevole aumento della richiesta di prodotto. Oltre l’80% delle varietà in produzione è brevettato e spesso soggetto a vincoli d’acquisto. Tra le maggiori novità introdotte abbiamo varietà di albicocche auto-fertili precoci e a basso fabbisogno in freddo, albicocche a buccia rossa e nettarine a basso fabbisogno in freddo. Il costo delle royalty incrementa il prezzo della pianta dal 20 al 50% a seconda dell’editore.

D. Come avete programmato la vostra crescita all’estero? È stata questa una strategia commerciale lungimirante, conquistando fiducia e credibilità operativa e tecnologica, soprattutto nei Paesi dell’Est Europa?
R. Storicamente l’azienda ha investito molto e sempre in strutture essenziali come i laboratori per colture in vitro, le serre per la produzione di piante da interno e annuali. Il primo laboratorio e le serre di ambientamento e crescita delle piantine micropropagate in alveolo furono installate a fine anni ‘70. Grazie ad una buona organizzazione gestionale e al grande lavoro di squadra la Vivai Battistini è cresciuta molto negli ultimi anni: lo dimostra anche la costante partecipazione a fiere internazionali e ad incontri interprofessionali in diversi Paesi. Portinnesti e astoni di piante da frutto con le novità vegetali acquisite dall’azienda in collaborazione con vari breeder nel mondo hanno permesso un salto di qualità e la possibilità di esportare piante certificate dal punto di vista genetico e sanitario, quindi controllate, sicure, sane e virus-esenti. Oltre al mercato italiano ed europeo, su cui occorre sempre mantenere grande attenzione e consolidare la propria posizione per i prodotti vivaistici di qualità, aree geografiche come Russia, Europa dell’Est, Nord Africa e Asia sono i mercati su cui maggiormente si concentrano le sfide commerciali del prossimo futuro.

D. Quali prospettive esistono per la vostra attività vivaistica nell’attuale, critica situazione della frutticoltura italiana, almeno per quanto riguarda pesco, drupacee e in generale frutta estiva?
R. Le difficoltà non mancano certamente, dato che operiamo in un mercato vivaistico estremamente competitivo e sempre più globale, dove ci troviamo quotidianamente a combattere con Paesi con costi di produzione (manodopera) più bassi. Si sta assistendo ad un proliferare di nuove realtà vivaistiche e produttive e si affacciano sul mercato sempre più prodotti appetibili per il prezzo, pur se la qualità non soddisfa completamente. Come azienda vivaistica italiana riteniamo sia indispensabile mantenere alto il livello qualitativo dei nostri materiali, per mantenerci competitivi, grazie al sistema di filiera (Ministero, Regioni, Servizi Fitosanitari, Centri di conservazione di piante madri, CIVI-Italia, vivaisti) per l’attuazione della certificazione volontaria, di livello superiore allo standard europeo (denominata Sistema Qualità Italia).

Vivai Piante Battistini, 70 anni di crescita continua - Ultima modifica: 2019-03-12T15:25:56+01:00 da Lucia Berti

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