Castanicoltura in difficoltà, carenze sul prodotto di qualità

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I prezzi praticati dall’industria al ritiro per castagne senza anomalie si sono attestati su valori mediamente più alti rispetto al passato.
L’andamento climatico primaverile ha inciso negativamente sulla qualità

Si preannuncia difficile la campagna castanicola in Campania, complice gli attacchi di diversi patogeni, favoriti dalle abbondanti piogge registrate in estate e il relativo rialzo dell’umidità notturna. “Sarebbe stato opportuno mettere da parte il raccolto della prima settimana”, riferisce Salvatore Malerba, titolare della Malerba Castagne di Montella (Av), “poiché conteneva percentuali più alte di prodotto non sano con conseguente caduta anticipata dall’albero”.
Nell’avellinese, dove si produce la nota “Castagna di Montella”, il Comune di Montella si è dimostrato immediatamente sensibile alla questione richiedendo alla Regione Campania di intavolare iniziative urgenti per contrastare il problema. “Intanto” – aggiunge Malerba – “le aziende di trasformazione di castagne hanno ritirato prodotto italiano, ammettendo la consegna di frutti in guscio con anomalie pigmentose dell’endocarpo fino al 30%, anziché l’abituale 10%, che è la pratica commerciale più comune, ripresa nei disciplinari di produzione di molti prodotti a DOP e IGP. Le anomalie, come noto, indicano la probabile presenza di avversità fungine nel frutto”.
I prezzi praticati dall’industria al ritiro per castagne senza anomalie si sono attestati su valori mediamente più alti rispetto al passato, mentre sono penalizzati i frutti sospettati di patologia fungina, con valori che si riducono dal 50% per il prodotto con anomalie di poco superiori al 10%, fino al 70% per quelli con anomalie pigmentose dell’endocarpo al 30%.
“La presenza di piogge estive piuttosto intense e frequenti, soprattutto in agosto” – spiega Giampaolo Rubinaccio, Presidente dell’O.I. frutta secca - “ha come noto provocato l’insorgere della problematica dei funghi patogeni. Molte le segnalazioni per fersa del castagno (Mycosphaerella Maculiformis), Gnomoniopsis spp., tra le quali figurano Gnomoniopsis Discula Pascoe, Sclerotina spp e Phomopsis castanea. Questa situazione sta mettendo in difficoltà non solo i produttori, ma l’intera filiera castanicola”.
L’allarme per un’importante quota di castagne affette da marciume e non edibili si è diffuso lungo tutta la penisola, soprattutto dal Centro Italia in giù, dove più frequenti ed insistenti sono state le piogge in agosto: dall’Amiata, in Toscana, fino agli areali di produzione del casertano, dell’avellinese e del salernitano in Campania, passando per il Vulture in Basilicata. “A rendere la situazione oggettivamente difficile” – continua Rubinaccio – “ci si mette anche la mancanza di metodi di rilevamento rapido, in grado di confermare la presenza o meno di marciume nelle castagne che presentano anomalie. Tali metodi andrebbero individuati dal Mipaaft e dal Crea”.
Coldiretti Campania, pur denunciando un allarmismo diffuso sulle castagne campane per la presenza di patologie fungine, ammette la presenza del problema e si è detta pronta a chiedere lo stato di calamità. “La muffa colpisce tra il 25 e il 30% della raccolta” – precisa Mario Miano, titolare dell’azienda Agrimola Spa di Bologna - “e in regione il raccolto quest’anno è stato molto più basso rispetto alle stime produttive di inizio campagna e molto al di sotto della media storica ante cinipide che era di oltre 280 mila quintali e faceva della regione la prima produttrice in Italia”.
Tra poco, intanto, cominceranno ad arrivare le castagne da Francia, Spagna e Portogallo a fare concorrenza alle produzioni italiane. “I castanicoltori hanno adottando gli strumenti per limitare il danno” – aggiunge Miano – “procedendo con la raccolta precoce del prodotto a terra, il conferimento giornaliero, il non utilizzo di contenitori e ambienti che aumentano umidità e temperatura, la trasformazione e la lavorazione in giornata, la diversificazione delle fasi di selezionatura del prodotto e i test di presenza continui”. Le associazioni dei produttori invitano l’agroindustria e tutti gli attori della filiera a fare il massimo sforzo per difendere le castagne italiane di qualità, isolando i tentativi speculativi.
In Campania, infine, in relazione al fatto che in alcuni areali le muffe sono presenti ben al di sopra del 30%, limite al di sotto del quale non è possibile pervenire alla declaratoria di stato di calamità, sono in atto iniziative presso la Regione per chiedere di continuare a supportare il comparto attraverso la creazione di un tavolo fitosanitario in grado di stimolare e supportare i ministeri preposti alla registrazione di prodotti fitosanitari che possano aiutare a difendere i castagneti, sia per l’agricoltura integrata, sia per quella biologica.

Castanicoltura in difficoltà, carenze sul prodotto di qualità - Ultima modifica: 2018-12-12T11:41:08+01:00 da Lucia Berti

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