L’andamento climatico che ha caratterizzato il 2020 ha influenzato fortemente la produttività dell’albicocco in tutte le principali aree vocate dell’Ue, provocando una contrazione prevista dei volumi del 37% rispetto al 2019 e del 27% rispetto alla media 2014-18, per un totale attorno a 402.000 tonnellate. Le prime indicazioni sulle produzioni europee di albicocche - Europêch 2020 sono state rese note questo pomeriggio durante una conferenza stampa online organizzata da Arefhl, Assemblea delle Regioni Europee Frutticole, Orticole e Floricole, insieme a Medfel, la fiera dedicata alla frutta e verdura dell'Euro-Mediterraneo, che ospita questo importante appuntamento. Come tradizione, a fornire le stime dell’Italia era presente Cso Italy.
Produttività segnata da un inverno mite e gelate tardive
In Italia, la produttività attesa è stata condizionata in modo importante da diverse gelate, verificatesi tra fine marzo e inizio aprile in tutti i principali bacini produttivi, con un impatto particolarmente forte nel Nord del Paese. I volumi totali sono stimati in circa 136.000 tonnellate, ovvero il -56% rispetto alla scorsa campagna e il -40% circa rispetto alla media 2014-18. Già prima delle gelate, le fioriture meno abbondanti lasciavano intravedere un raccolto inferiore al 2019 per alternanza e per le conseguenze di un inverno mite che, in talune aree vocate, non aveva permesso il raggiungimento delle necessarie ore di freddo. Circa le superfici dedicate non si evidenziano variazioni, dopo anni di progressiva espansione.
La situazione in Grecia, Spagna e Francia
In Grecia le stime indicano 78.500 tonnellate, -13% nel confronto con la passata stagione. Presenti danni da gelo in Macedonia, compensati dall’entrata in produzione di nuovi impianti, mentre non si riscontrano problemi nel Peloponneso.
La Spagna, con previsioni di volumi poco inferiori a 94.000 tonnellate, segna un -15% rispetto al 2019, un calo dettato da Murcia e Aragona (-25% anno su anno per la scarsa fioritura, la cattiva allegagione e le gelate). Altre regioni invece appaiono in recupero rispetto al deficitario 2018 (in primis Castilla La Mancha pur presentando problemi qualitativi a causa di diverse grandinate).
In Francia, infine, le stime per il 2020 si attestano a circa 93.500 tonnellate, -29% rispetto al 2019. Nelle diverse zone di produzione, e in particolare nelle aree più a Sud, non è stato soddisfatto il fabbisogno delle piante di ore di freddo con una conseguente fioritura irregolare. Numerose gelate inoltre hanno colpito le zone a Nord causando danni significativi.
Un forte calo, ma l'Italia è ancora il primo produttore
“Analizzando i dati balza all’occhio una sensibile flessione dei volumi previsti in tutti i Paesi UE. Per una corretta valutazione, tuttavia, occorre puntualizzare alcuni aspetti - sottolinea Elisa Macchi, direttore di CSO Italy -. La Spagna con circa 94 mila tonnellate registra solo un calo del 15% rispetto al 2019, un anno che però era stato di per sé abbastanza deficitario, ma si pone abbondantemente al di sotto dei livelli di altre annate, quali il 2017 e 2018, quando le produzioni di albicocche del Paese iberico erano oscillate tra le 130 mila e le 150 mila tonnellate. La Francia, invece, con volumi simili alla Spagna segna il minimo storico. Infine, facendo una veloce analisi della situazione in Italia, bisogna sottolineare che, nonostante il forte calo, rimane il primo Paese produttore di albicocche in Europa. Si evidenziano infatti variazioni importanti rispetto all’annata record 2019, contrazioni che risultano attorno al - 40% rispetto ad annate cosiddette nella norma”.