Gli ultimi 20 anni sono stati caratterizzati da grandi cambiamenti nel campo della difesa dai diversi patogeni degli agrumi, a partire dalla diffusione della Phyllocnistis citrella Stainton alla fine degli anni ’90 e del Citrus Tristeza Virus (CTV) all’inizio del 2000; contestualmente sono state messe a punto nuove tecniche di rilevamento e diagnosi per i vari organismi dannosi legati alla coltura. In conseguenza della globalizzazione e dell’incremento della movimentazione di materiali vegetali, inclusi i frutti, il rischio dell’introduzione accidentale di organismi alieni è stato aggravato dalla diffusione di ospiti secondari di patogeni di qualità o da quarantena, rappresentati anche da specie ornamentali non soggette a restrizioni normative di commercializzazione.
Oltre ai nuovi ingressi di patogeni e “pest”, che potrebbero aggravare notevolmente il quadro già complesso legato alla difesa della coltura, l’attenzione va prestata agli organismi già presenti in ambito Mediterraneo che hanno mostrato una recrudescenza a seguito della riconversione dei portinnesti resistenti a CTV, ma sensibili ai viroidi degli agrumi (Sorrentino et al., 2019). Inoltre, il rischio dell’introduzione accidentale di ulteriori “alieni” è concreto, in quanto già presenti in aree agrumicole con le quali si sono intensificati gli scambi commerciali, anche in ambito europeo.
La normativa sul sistema di certificazione volontaria degli agrumi è in fase di continua evoluzione, in funzione dell’introduzione di nuovi organismi in Italia, con il passaggio dal “Programma Nazionale di Certificazione Volontaria” al “Programma Europeo di Certificazione”. È previsto un incremento dei controlli fitosanitari al fine di ottenere materiale di propagazione di migliore qualità. Una nuova norma in Italia viene affiancata alla certificazione europea, sulla base dello schema volontario nazionale, che è indicato come “Qualità Vivaistica Italia”, la cui finalità è quella di innalzare la qualità del materiale di propagazione prevendendo saggi più approfonditi e su un numero maggiore di patogeni rispetto a quelli previsti dalle regole della certificazione europea.
In questo momento è in fase di completamento il “testo unico” che stabilirà le norme per la produzione, certificazione, commercializzazione nell'Ue dei materiali di moltiplicazione, con riferimenti a quanto inserito nel Regolamento di esecuzione (Ue) 2019/2072, della Commissione Europea, che definisce gli organismi nocivi da quarantena, presenti o meno nel territorio dell’Ue e, inoltre, le zone protette.
La minaccia dei nuovi organismi alieni
Attualmente il timore degli operatori del settore agrumicolo è rivolto nei confronti di virus, batteri, funghi e insetti, che minacciano l’agrumicoltura nazionale. Per quanto riguarda il Citrus Tristeza Virus (CTV), la cui presenza è conclamata e risolta dall’impiego di portinnesti resistenti, si teme l’ingresso di isolati “Resistance Breaking” (RB), già accertata in Paesi come Turchia e Marocco. Tali isolati superano l’immunità dei portinnesti di Poncirus trifoliata, provocando ingenti danni alla produzione.
Un altro esempio è costituito dalle numerose segnalazioni di frutti con presenza di “Citrus Black Spot” (CBS) nei porti italiani (l’ultima risale a settembre di quest’anno in Campania), rendendo pertanto più concreto il rischio di introduzione. Altre malattie quali Huanglongbing (HLB), cancro batterico degli agrumi (CBC), e clorosi variegata degli agrumi (CVC), insieme alla recrudescenza di alcuni viroidi, costituiscono il pericolo più temuto dagli operatori del settore, consapevoli della loro capacità di distruggere intere aree produttive. Per quanto meno dannose, è temuto l’ingresso anche di malattie quali “Leprosi” e “Satsuma Dwarf virus”, attualmente diffuse rispettivamente nel continente americano e nelle aree agrumicole dell’Estremo Oriente.
La maggiore e più rapida movimentazione di materiale vegetale rende la veicolazione degli agenti di danno più facile e veloce. In questo modo l’organismo alieno rapidamente colonizza l’ambiente, complici anche i cambiamenti climatici, divenendo capace di adattarsi e alcuni anche insediarsi in modo stabile.
Organismi da quarantena
- Nuovi isolati di CTV
- Maculatura bruna (Citrus Black Spot - CBS): L’agente causale della malattia è il fungo ascomicete Phyllosticta citricarpa (McAlpine) Van der Aa (fase asessuata) o Guignardia citricarpa Kiely (fase sessuata).
- Cancro batterico (Citrus Canker): causata dal batterio gram negativo Xantomonas Axonopodis pv Citri, con le sue varianti o patotipi A, B, C.
- Malattia del ramo giallo (“greening” – Huanglongbing): causata da Candidatus Liberibacter con le sue tre varianti africanus (LIBEAF), americanus (LIBEAM) e asiaticus (LIBEAS).
- Leprosi: virosi degli agrumi causata da “Citrus Leprosis Virus”, che si trasmette grazie a vettori come i Brevipalpus phoenicis, B. obovatus e B. californicus
- Virus del nanismo (“Satsuma Dwarf Virus” – SDV000)
- Batteriosi del legno (Xylella fastidiosa)
- Psilla africana e Psilla asiatica degli agrumi
- Afide Toxoptera citricidus
- Lepidottero tortricide Thaumatotibia leucotreta
Articolo completo su rivista di Frutticoltura n. 1/2021
Evitare introduzioni accidentali di patogeni
Il genere Citrus è minacciato da numerosi agenti di danno, caratteristici di varie zone di coltivazione. Con l’intensificarsi degli scambi commerciali, l’introduzione di organismi patogeni da quarantena diventa sempre più ricorrente. Diversi sono gli esempi di microrganismi patogeni che, dopo aver raggiunto nuovi areali, si sono subito adattati all’ambiente provocando ingenti danni o, addirittura, la scomparsa dell’agrumicoltura da molte aree del mondo. Emblematico è il caso del “Huanglongbing” in Florida, dove la produzione di agrumi ha subito un decremento dell’80% dal 2003 al 2018. Gli ecosistemi mediterranei presentano caratteri particolarmente favorevoli all’adattamento di organismi dannosi alieni e risulta pertanto fondamentale programmare e porre in atto una attenta attività di prevenzione.
La prevenzione dell’ingresso di un organismo alieno pericoloso o potenzialmente tale per le colture, deve essere basata in primo luogo sulla capacità di evitare introduzioni accidentali in nuovi territori, imponendo il divieto di ingresso di materiale vegetale potenzialmente ospite di parassiti e patogeni. È di fondamentale importanza, inoltre, il potenziamento della rete di controlli per l’individuazione tempestiva di casi problematici e la collaborazione tra i diversi ricercatori interessati.