Le variazioni climatiche in atto e la riduzione progressiva delle sostanze attive a disposizione stanno determinando condizioni sempre più favorevoli all’aumento delle infestazioni di Afide lanigero (Eriosoma lanigerum) del melo. Nei casi più gravi, in particolare in produzione biologica, si arriva all’estirpo d’interi meleti.
Temperature più alte, condizioni più favorevoli
Luca Nari, Andrea Bossolasco e Francesca Pettiti della Fondazione Agrion hanno aperto il convegno introducendo la problematica mostrando come le temperature medie invernali sono aumentate significativamente nel corso dell’ultimo decennio favorendo la sopravvivenza dell’insetto durante il periodo invernale. Anche gli autunni mediamente più caldi rispetto al passato stanno creando condizioni favorevoli alle reinfestazioni tardive in pre raccolta, mai osservate in precedenza. I ricercatori di Agrion hanno poi evidenziato come la cassetta degli attrezzi, in seguito alla revoca di spirotetramat, risulti sempre più limitata con difficoltà importanti nel controllo del fitofago.
Parassitoide naturale e resistenza
Luciana Tavella del Disafa (Università di Torino) ha mostrato i risultati dei monitoraggi eseguiti nell’ultimo quinquennio sia sull’Afide lanigero sia sul suo limitatore naturale, il parassitoide Aphelinus mali. Il lavoro svolto nei meleti piemontesi ha evidenziato un elevato livello d’infestazione in produzione sia biologica sia integrata: cultivar, età delle piante e condizione agronomica ne determinano la gravità. È stato altresì confermato lo svernamento del fitofago in zone riparate alla base del tronco (colletto) ma anche sulle parti aeree della pianta laddove storicamente non si era mai osservato.
Riguardo ad Aphelinus mali sono stati osservati una minor sopravvivenza invernale e un livello di parassitizzazione molto elevato ma a stagione ormai inoltrata (verso fine giugno), oltre che una ripresa tardiva dell’attività a inizio stagione. Il gruppo di ricerca dell’Università di Torino sta altresì valutando in laboratorio (piante in vaso) la resistenza e sensibilità a Eriosoma lanigerum di diversi portinnesti: alcuni di questi della serie Geneva sono risultati meno sensibili al fitofago rispetto allo standard di riferimento M9.
I risultati del modello di simulazione
Alda Butturini del Settore Fitosanitario dell’Emilia Romagna ha relazionato riguardo ai risultati preliminari del modello di simulazione dell’Afide lanigero e del parassitoide Aphelinus mali. L’attività di messa a punto e validazione del modello è stata finanziata dal Settore Fitosanitario e realizzata dal Centro di saggio Consorzio Agrario di Ravenna. La fase di validazione coinvolge anche altre zone italiane tra cui Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. I primi risultati sono interessanti ma sono necessari ulteriori dati di campo per verificare l’attendibilità delle informazioni fornite dal modello. Nel prossimo futuro questo strumento rappresenterà un supporto essenziale per l’assistenza tecnica per orientare le decisioni nella scelta delle sostanze attive e nella tempistica di applicazione dei trattamenti.
L'efficacia dei prodotti insetticidi
Mario Baldessari della Fondazione Mach ha successivamente relazionato sull’efficacia dei prodotti mostrando i risultati ottenuti dalle sperimentazioni realizzate dagli enti di ricerca FEM e Laimburg. Dalle prove è emersa la difficoltà crescente nel controllo di Eriosoma lanigerum nell’ottica dell’uscita dal mercato di spirotetramat e delle incertezze sul futuro di pirimicarb, attualmente i due p.a. che si sono rivelati più efficaci nella gestione delle situazioni problematiche. Riguardo alle tecniche alternative, come trattamenti localizzati sul fusto o interventi autunnali, questi hanno fornito risultati parziali e saranno necessari nuovi approfondimenti su timing d’impiego, dosaggi ecc. Infine, sono stati mostrati i risultati relativi alle prove di selettività in laboratorio nei confronti di Aphelinus mali realizzate con l’Università di Padova. Tali studi hanno messo in evidenza l’impatto negativo di alcuni insetticidi (in particolare i piretroidi) sul parassitoide e la necessità di cercare di tutelare al massimo Aphelinus mali al fine di ridurre le infestazioni in campo.
Al termine dell’incontro, prima dello spostamento al campo sperimentale Afide lanigero, Agrion e Sagea Centro di Saggio hanno illustrato la prova realizzata contro il fitofago tramite il confronto tra tesi più tradizionali e altre con prodotti alternativi a ridotto impatto ambientale e residuale.