Il New Gree Deal (letteralmente “nuovo patto verde”) è un importante documento programmatico con cui l’Unione Europea intende contrastare con misure vincolanti l’emergenza dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici, sancendo il raggiungimento della neutralità delle emissioni inquinanti entro il 2050. In questo contesto, la strategia così detta From Farm to Fork prevede, tra l’altro, la riduzione dell’uso dei prodotti fitosanitari sul territorio europeo del 50% entro il 2030, proseguendo l’attuazione di politiche europee per la sostenibilità dell’agricoltura e per l’uso sicuro dei prodotti fitosanitari già avviati gradualmente da circa un ventennio e di cui oggi vediamo gli effetti. La Direttiva 2009/128/CE (“che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi”) ha rappresentato una vera rivoluzione per la gestione fitosanitaria, interessando, sull’intero territorio europeo, tutte le aziende agricole e tutti coloro che commercializzano o utilizzano prodotti fitosanitari, nonché i numerosi enti ed istituzioni che si occupano della loro regolamentazione. La Direttiva ha previsto che ciascuno Stato membro elaborasse un “Piano di Azione Nazionale” (Pan) quinquennale, nel quale venissero esplicitati gli obiettivi da raggiungere e le azioni da adottare per perseguire le finalità della norma e adattarle alle realtà nazionali.
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Verso il nuovo Pan
Tra le principali azioni del Pan italiano (operativo dal 2014) per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, sono da citare:
• l’obbligo dell’applicazione di tecniche “sostenibili” (difesa integrata e biologica) per la gestione fitosanitaria delle colture;
• la formazione certificata degli utilizzatori professionali, dei distributori e dei consulenti;
• la certificazione ed il controllo delle attrezzature per la distribuzione dei prodotti fitosanitari;
• il divieto dell’irrorazione aerea;
• la tutela dell’ambiente acquatico, dell’acqua potabile, delle aree naturali protette e di quelle frequentate dalla popolazione;
• la manipolazione, lo stoccaggio e lo smaltimento delle rimanenze e dei contenitori vuoti dei prodotti fitosanitari.
In Italia, la redazione del Pan e la sua applicazione sono state particolarmente complesse, coinvolgendo – oltre a vari enti, soggetti e autorità – ben tre Ministeri (Ambiente, Salute e Agricoltura) e tutte le Regioni e Province autonome alle quali, prevalentemente, è affidato il compito di organizzare, fornire e sostenere quegli strumenti fondamentali per la corretta applicazione delle azioni previste dal Pan, con il “supporto” dei Ministeri competenti. La sostanziale “regionalizzazione” delle misure della Direttiva non ha certo aiutato l’armonizzazione di norme e procedure, spesso piuttosto diverse tra le Regioni.
Il primo quinquennio di attuazione del Pan è terminato nel 2018 ed il lavoro di revisione portato avanti da un Comitato tecnico scientifico è stato presentato pubblicamente a fine del 2019, con diverse novità che tengono conto del mutato quadro normativo e delle numerose rilevazioni presentate dai portatori di interesse. Secondo fonti ministeriali il “nuovo” Pan dovrà necessariamente essere approvato entro quest’anno e sostituirà quello attualmente vigente.
Il nuovo Pan ha dovuto tener conto delle “raccomandazioni” fatte dalla Commissione europea a seguito di una visita in Italia di una sua delegazione nel 2017 che aveva rilevato alcune criticità: assenza di obiettivi quantitativi (difficoltà di “misurare” l’efficacia di alcune azioni); basso numero di patentini per l’uso dei prodotti fitosanitari rilasciati; basso numero di macchine irroratrici controllate; scarsi controlli sull’effettiva applicazione della difesa integrata obbligatoria; eccessivo ricorso all’uso in deroga di prodotti fitosanitari vietati.
Le principali novità della bozza
Un recente audit della Commissione europea ha impegnato dal 1 al 10 marzo i tre Ministeri interessati all’attuazione del Pan (Agricoltura, Salute e Ambiente) per la valutazione dell’implementazione delle misure relative all’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari in Italia. Nell’occasione sono state presentate le principali novità della bozza del nuovo Pan in gestazione.
Una sostanziale novità riguarda la governance, con misure che dovrebbero assicurare una maggiore partecipazione dei soggetti istituzionali coinvolti. Pertanto, le Regioni dovranno istituire un organismo di coordinamento tra tutte le strutture amministrative competenti (es. Agricoltura, Ambiente, Salute, Formazione) ed individuare la struttura amministrativa di riferimento per i rapporti con le Amministrazioni centrali.
Il nuovo Pan prevede un sistema più misurabile per la quantificazione degli obiettivi da raggiungere, che tengono conto degli indicatori di rischio proposti dalla Commissione europea. Gli obiettivi quantitativi del Pan interessano le superfici, le vendite dei prodotti fitosanitari, le aree protette ed i residui negli alimenti (tabella 1, in fondo all'articolo).
Si prevedono misure più efficaci per completare il controllo funzionale delle macchine irroratrici, obiettivo largamente disatteso in questi anni e con un’applicazione fortemente disomogenea tra le diverse regioni. Ma si prevedono anche restrizioni nell’uso di alcune categorie di irroratrici che generano maggiore deriva degli agrofarmaci, come i cosiddetti “cannoni”, il cui uso sarà vietato sulle colture ortive in pieno campo e limitato nelle colture protette.
Anche il sistema di formazione (abilitazione degli utilizzatori e venditori di prodotti fitosanitari nonché dei Consulenti) prevede alcune azioni che dovrebbero migliorarne l’efficacia ed armonizzare le procedure tra le diverse regioni. Novità sono previste per la formazione del Consulente, figura professionale strategica per l’uso razionale dei prodotti fitosanitari. È necessario orientare anche a livello scolastico e universitario la formazione degli studenti e rafforzare le discipline specialistiche per la gestione integrata della difesa. Per tale motivo si prevede che il Mipaaf stipuli accordi specifici con la Conferenza di Agraria (conferenza dei Presidi dei corsi di laurea in scienze agrarie) e la Rete Nazionale degli Istituti Agrari (Re.N.Is.A.). Per le stesse finalità è prevista la stipula di accordi con Ordini e Collegi professionali del settore agricolo per la diffusione delle conoscenze riguardanti la sostenibilità della gestione fitosanitaria nell’ambito della formazione che, obbligatoriamente, deve essere erogata ai propri iscritti. È da notare che nella futura Pac post 2020 l’attività di consulenza, tra cui quella fitosanitaria, sarà inserita in un sistema più complesso e articolato (sistema AKIS - Agricultural Knowledge and Innovation Systems) che comprende anche la formazione e l’innovazione. L’attuale sistema nazionale di consulenza aziendale dovrà essere adeguato, quindi, alle nuove previsioni regolamentari adattando alla realtà italiana il sistema AKIS, i cui requisiti dovranno essere inseriti nella “Strategia nazionale” della futura Pac.
Un altro capitolo importante è quello che riguarda le modalità produttive a basso impatto, quali la produzione integrata certificata e l’agricoltura biologica, che dovranno essere sviluppate, anche in linea con i recenti orientamenti della Ue (es. il citato documento di indirizzo From Farm to Fork, prevede entro il 2030 un aumento delle superfici in biologico dell’8% e la riduzione dei pesticidi del 50%).
Per il prossimo quinquennio si dovrà tener conto e sfruttare la necessaria sinergia possibile tra le azioni del Pan e la futura Pac post 2020, soprattutto in termini di risorse economiche da investire in misure funzionali agli obiettivi del Pan (ad esempio con misure di sostegno alle tecniche di difesa integrate o biologiche, alla regolazione delle irroratrici ed alla consulenza aziendale).
Come richiesto anche dal Governo, un aspetto da migliorare è l’individuazione di misure per la riduzione dei rischi nelle aree frequentate dalla popolazione, sempre più attenta alle conseguenze dell’esposizione ai trattamenti fitosanitari, e nelle aree protette. Per questo sono state previste “fasce di rispetto” dai corsi d’acqua, utilizzo di ugelli antideriva ed altre misure di mitigazione del “fuori bersaglio” durante i trattamenti fitosanitari.
Il nuovo Pan dedica particolare attenzione alla ricerca ed alla sperimentazione, affidando direttamente al Crea il coordinamento scientifico, promuovendo l’uso di nuove tecnologie, in particolare per l’agricoltura di precisione e lo sviluppo di sistemi di supporto alle decisioni basati sui modelli previsionali e sull’agrometeorologia.
Il sistema dei controlli e delle sanzioni, infine, sarà integrato, assicurando un razionale coordinamento a livello nazionale e regionale.
Entro la fine del 2021
Le questioni affrontate nel nuovo Pan non sono poche e il Comitato tecnico scientifico dovrà tener conto anche dei recenti indirizzi programmatici della Commissione (Green Deal, From Farm to Fork, Biodiversità 2030). Dopo di che il testo passerà ai Ministeri competenti, alla Conferenza Stato-Regioni per acquisirne l’intesa e successivamente alla firma dei tre Ministri competenti per la pubblicazione su Gazzetta ufficiale, si presume non oltre la fine del 2021.
Tab. 1 - Gli obiettivi quantitativi della bozza del nuovo Pan | |
Obiettivo | Descrizione |
1 | Aumento del 30% della superficie agricola condotta con il metodo della produzione integrata, certificata ai sensi della legge n. 4 del 3 febbraio 2011, con riferimento all’anno 2017 |
2 | Aumento del 60% della superficie agricola condotta con il metodo dell’agricoltura biologica, con riferimento all’anno 2017 |
3 | Aumento dell’80% della superficie agricola condotta con il metodo dell’agricoltura biologica nelle aree naturali protette e nei Siti Natura 2000, con riferimento all’anno 2017 |
4 | Riduzione del 20% delle quantità di sostanze attive di prodotti fitosanitari candidate alla sostituzione immesse in commercio, con riferimento alla media del triennio 2016 – 2018 |
5 | Riduzione del 10% delle quantità di sostanze attive di prodotti fitosanitari prioritarie e pericolose immesse in commercio, con riferimento alla media del triennio 2016 – 2018 |
6 | Percentuale non superiore all’1% dei campioni di alimenti di origine vegetale con presenza di residui di sostanze attive di prodotti fitosanitari non conformi ai requisiti del regolamento 174 (CE) n. 396/2005 |
7 | Percentuale pari al 25% degli utilizzatori professionali dei prodotti fitosanitari che operano nei siti della Rete Natura 2000 e nelle aree naturali protette, ai quali è erogata una formazione specifica sui temi riguardanti le peculiarità di tali aree e la necessità di tutela della biodiversità |
8 (ancora in fase di discussione) | Percentuale inferiore allo 0,5% di campioni che presentano sostanze attive prioritarie e pericolose prioritarie in concentrazioni superiori allo 0,1 microgrammi/l nelle acque superficiali, fatto salvo il rispetto degli obblighi previsti dalla normativa sulla tutela della qualità delle acque |
9 (ancora in fase di discussione) | Percentuale inferiore allo 0,5% di campioni che presentano sostanze attive candidate alla sostituzione in concentrazioni superiori allo 0,1 microgrammi/l nelle acque superficiali |