Diffondere una cultura imprenditoriale per la conduzione delle aziende agricole che passi dalle scelte economiche e d'investimento in nuove tecnologie e arrivi a quelle varietali e colturali più adatte a massimizzare le rese e quindi a creare valore. Solo così può attecchire anche in un territorio storicamente poco sensibile nei confronti della gestione del rischio la consapevolezza che proteggere i raccolti e il reddito aziendale dalle avversità climatiche, dalle fitopatie e dalle crisi di mercato, sia l'unica strada per rendere le imprese del settore primario più resilienti e capaci di crescere.
Questo in estrema sintesi il filo conduttore della prima delle due giornate "In campo per la difesa" 2023, organizzata da Edagricole e Asnacodi Italia a Cassano allo Ionio (Cs), tra i filari di actinidia e nello stabilimento della cooperativa I campi del Sole.
La seconda giornata "In campo per la difesa" 2023 si terrà nel Centro di Frutticoltura di Agrion a Manta (Cuneo) il prossimo 12 ottobre.
Il tour in cinque tappe tra i filari di actinidia e pesco
Ecco come si è svolto l'evento del 7 luglio in Calabria.
1° TAPPA: GENETICA. Portinnesti e varietà per rispondere al cambiamento climatico
In un momento difficile per le filiere frutticole nazionali a causa di problematiche fitosanitarie, problemi di mercato e cambiamenti climatici con un aumento degli eventi meteorici estremi ecco che disporre di nuovi genotipi in grado di adattarsi meglio al mutato contesto produttivo diventa di fondamentale importanza. Allo stesso modo, nella costruzione di un nuovo impianto, diventa strategico tenere conto delle caratteristiche pedoclimatiche. In che modo allora entrano in gioco breeding, vivaismo e scelte d’impianto? Hanno affrontato questi temi Lorenzo Laghezza, consulente Agrimeca (qui la sua presentazione), e Mario Bianco, tecnico della Op Kiwi Sole che ha focalizzato il suo intervento sulla corretta scelta del portinnesto per l'actinidia.
«Le ricerca di caratteri di tolleranza/resistenza a fattori abiotici, compreso i cambiamenti climatici, negli ultimi anni rivestono sempre più importanza – ha precisato Laghezza –. È realistico però considerare che, adottando le tradizionali metodiche di breeding, basate su incroci controllati di parentali portatori dei caratteri ricercati e che si vogliono poi portare nei nuovi genotipi, ci vorranno diversi decenni, dalla fase d’incrocio a quella della valutazione e validazione dei genotipi ottenuti. Il dibattito politico e la possibilità di apertura all’utilizzo delle New Breeding Techniques (Nbt) con Cis-genesi e Genome editing che non prevedono l’inserzione di geni provenienti da organismi diversi e quindi non sono Ogm, apre nuove prospettive per l’ottenimento in tempi più ridotti di genotipi che potranno ben resistere a stress abiotici.
In attesa di avere la disponibilità di materiali genetici che possano adattarsi alle mutate condizioni climatiche – periodi siccitosi, elevate temperature estive, ritorni di freddo primaverili ecc., oggi appare più realistico puntare su una corretta scelta di portinnesto e varietà nel rispetto della vocazionalità dell’area da piantumare. L’ampia disponibilità di portinnesti con differenti caratteristiche e di varietà contraddistinte da diversa vigoria, fabbisogno in freddo differenti, epoca di fioritura tardiva, auto-fertilità,
oggi permette di realizzare impianti “su misura” per le diverse condizioni pedoclimatiche.
Poi, la disponibilità di sistemi di protezione risulta poi di grande aiuto per mitigare gli effetti delle mutate condizioni climatiche».
2° TAPPA: SUPPORTO DECISIONALE. Stazioni agrometeorologiche e Dss per una gestione mirata del frutteto
Le corrette scelte d’impianto rappresentano però solamente una delle diverse variabili del sistema produttivo. Un’altra variabile da governare è l’andamento meteorologico che ha importantissime ripercussioni sulle attività agronomica: lavorazioni, trattamenti fitosanitari fino all’irrigazioni.
La disponibilità di dati rappresentativi permette di ottimizzare le scelte applicando risposte proporzionate a specifiche situazioni, con ricadute in termini di efficacia, di risparmio di risorse, di impatto ambientale. Per avere dati certi è fondamentale dotarsi di strumentazioni in grado di monitorare in tempo reale diverse variabili nel frutteto, raccogliere i dati, elaborarli e produrre degli output che possano essere utilizzati per prendere delle decisioni.
Dell’importanza dei sistemi di monitoraggio e previsionali dei fenomeni ambientali ce ne hanno parlato Alfonso Senatore del CesMMA (Centro Studi per il Monitoraggio e la Modellazione Ambientale) (qui la presentazione) e Benito Scazziota di Arsac che è entrato nel merito dell’applicazione delle tecnologie per il monitoraggio climatico e il supporto decisionale in ambito agricolo.
3° TAPPA: IRRIGAZIONE. Risparmio idrico ed efficienza produttiva con l'irrigazione e la fertirrigazione di precisione
Ormai è molto chiaro che l’uso sostenibile della risorsa idrica rappresenta l’unico approccio che possiamo adottare. In frutticoltura, l'irrigazione di precisione è un fattore chiave per massimizzare le rese e ridurre l'incidenza dei costi di produzione; essa comporta effetti diretti sulla risorsa idrica stessa, e indiretti su altre risorse naturali. Ottimizzazione dell’utilizzo della risorsa idrica tramite l’irrigazione di precisione si può raggiungere solo integrando le conoscenze di ecofisiologia del frutteto con le innovazioni tecnologiche (sensori suolo, Dss ecc. ), che rendono possibile il monitoraggio costante dei parametri del sistema suolo-pianta-atmosfera.
Di come affrontare il miglioramento della gestione irrigua, dalle strategie d’intervento alle tecnologie di monitoraggio ce ne hanno parlato Salvatore Luca Gentile, del CER (Canale Emiliano Romagnolo) e Fausto De Marco di Irritrivel, i quali si sono soffermati anche sull'adozione degli impianti di irrigazione antibrina e con funzione di raffrescamento all'interno del frutteto.
4° TAPPA: SISTEMI DI DIFESA ATTIVA. Coperture, irrigazione antibrina e ventole per contrastare (patogeni) e avversità climatiche
I sistemi di difesa contro patogeni ed eventi atmosferici (piogge, grandinate, vento forte, eccessiva insolazione, gelate tardive) da predisporre all’interno del frutteto possono essere reti di copertura, ventole e impianti antibrina (di cui abbiamo appena visto i principi di funzionamento). Partiamo dalle reti (antipioggia, antigrandine, antinsetto o multifunzione).
Oltre alla funzione di barriera nei confronti di insetti, pioggia e grandine, a seconda della loro costruzione (quindi tipo di tessitura, colore della fibra e materiale plastico) interagiscono con molti parametri ambientali e/o fisiologici che influenzano la produttività degli impianti: ad esempio, la radiazione luminosa, la temperatura della chioma e dell’umidità relativa, l’efficienza d’uso dell’acqua. Questo si traduce nella possibilità di mitigare anche gli effetti delle ondate di calore, con riduzione dei fabbisogni irrigui del frutteto. Tutti aspetti ricordati anche da Giuseppe Netti di Arrigoni.
Oltre a questi parametri da valutare bene in fase d’impianto, si aggiungono i costi. Un altro elemento determinante per decidere se investire o meno in un impianto di copertura e di cui ci ha parlato Alessandro Palmieri del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna (qui la presentazione).
Per quanto riguarda l’utilizzo delle ventole antibrina ha illustrato principi di funzionamento, vantaggi e svantaggi Samuel Piovano de L’Agri Valle Bronda (qui la presentazione).
5° TAPPA: STRUMENTI ASSICURATIVI: Polizze agevolate e fondi mutualistici per proteggere il raccolto e il reddito
Oggi una strategia di gestione del rischio completa si costruisce utilizzando tutti gli strumenti a disposizione. Dopo aver visto le tecnologie applicabili in campo per la difesa attiva, chiudono il cerchio gli strumenti a tutela del reddito aziendale in caso di danni. Le polizze agevolate e i fondi mutualistici da soli non possono bastare, ma sono fondamentali in un’ottica di gestione integrata e di diversificazione.
Ne è una conferma anche l’aumento dei fondi per la gestione del rischio nell’ambito della nuova programmazione Pac. A questo si affianca poi il debutto del fondo mutualistico nazionale Agricat per le avversità catastrofali e il neonato Fondo Rotativo della Regione Calabria di cui si è parlato meglio nel pomeriggio.
Portavoce di questi concetti sono stati Mariano Ferrraro di Generali e i direttori dei Condifesa Calabria, Foggia, Marche e Campania: Paolo Sessa, Giuseppe Prencipe, Claudio Sestili, Mariano Zezza.
Gestione del rischio come strumento di lavoro
Dopo il pranzo tradizionale momento di approfondimento aperto dai saluti del presidente della cooperativa I Campi del Sole Antonio Genovese.
A seguire l'intervento del presidente di Asnacodi Italia Albano Agabiti che ha ribadito la necessità di allargare la platea degli assicurati partendo proprio dai territori come quello calabrese dove ci si assicura poco. «Ma per farlo – ha avvertito Agabiti – serve un sistema dei pagamenti che funzioni, altrimenti si perde credibilità».
L'unione fa "il reddito"
Alessandro Palmieri, docente dell'Università di Bologna, ha fatto un quadro economico della frutticoltura calabrese negli ultimi dieci anni, concentrandosi sulle due colture frutticole più diffuse dopo l'olivo: actinidia e pesco. Numerose le criticità che minano la redditività del comparto: mutamenti climatici e problematiche fitosanitarie (anche alla luce della progressiva revisione degli agrofarmaci disponibili); incertezza dei volumi di offerta; crescenti importazioni di frutta tropicale; apertura dei mercati per la frutta temperata; tensioni commerciali e trend dei consumi altalenanti.
Aspetti che impongono agli imprenditori agricoli scelte sempre più complesse (nuove forme di allevamento, coperture, nuove varietà e nuove specie da valutare). Per questo si consiglia di prediligere forme meccanizzabili o di agevole gestione manuale (per ridurre i costi della manodopera); ricerca di soluzioni tecnologiche avanzate per ridurre i costi di produzione; concentrare l’offerta su poche linee produttive, identificabili e di alta qualità valorizzazione del prodotto e soprattutto aggregare l’offerta per avere maggiore potere contrattuale, maggiori opportunità commerciali, migliore logistica e migliore comunicazione.
Quante opportunità per assicurarsi
Laura Rosatelli di Ismea ha fatto una carrellata sugli strumenti assicurativi agevolati a disposizione delle aziende agricole, soffermandosi sul nuovo fondo mutualistico nazionale Agricat che offre una seppur minima copertura dai danni derivanti dalle avversità catastrofali (gelo, alluvione e siccità).
Il presidente di Coldiretti Calabria Francesco Vecchio ha illustrato il nuovissimo fondo rotativo della Calabria pensato da Condifesa e Coldiretti Calabria e realizzato grazie all'impegno della Regione. Con una dotazione iniziale di 1,5 milioni intende anticipare alle aziende agricole la quota agevolata delle assicurazioni contro le avversità climatiche per le produzioni vegetali, allo scopo di incentivare la sottoscrizione di polizze in una regione dove i valori assicurati restano troppo bassi rispetto alla Plv. Lo strumento è operativo dalla campagna 2023 e nel giro di due anni si prefigge di raddoppiare i valori assicurati dagli attuali 40 a 80 milioni di euro.
Al termine dell'intervento di Vecchio l'assessore regionale all'agricoltura Gianluca Gallo, figura fondamentale per la nascita del fondo, si è collegato in videochiamata per un saluto ai presenti.
Al direttore di Condifesa Calabria Paolo Sessa il compito di illustrare la polizza parametrica per la mosca dell’olivo, molto importante per un territorio olivicolo come quello calabrese.
Wanda Baldini Ferroli di Assicurazioni Generali ha portato il punto di vista delle compagnie, spiegando che negli ultimi anni l'aumento degli eventi avversi ha reso necessario un aumento dei costi delle polizze e che l'unico modo per rendere sostenibile il sistema è quello di aumentare i valori assicurati per distribuire il rischio.
Infine, con il presidente di Coldiretti Cosenza Enrico Parisi e con il direttore generale di Arsac Calabria Bruno Maiolo si è discusso di come si possono sensibilizzare gli agricoltori verso gli strumenti di gestione del rischio e verso una visione più imprenditoriale nella gestione aziendale.
Il problema di fondo resta quello di aumentare il valore della produzione, cosa non facile per un'agricoltura fatta di proprietà frammentate, poco aggregata e con piccole produzioni di nicchia.
In campo per la difesa 2022
Se ti sei perso la scorsa edizione, leggi gli articoli:
1° appuntamento 2022 - Jolanda di Savoia (Ferrara):
Gestione del rischio, centinaia di frutticoltori in campo
2° appuntamento 2022 - Castellaneta (Taranto):