Uva da tavola, innovazione unica via per il rilancio
Il professor Vittorino Novello, docente di Viticoltura alla Facoltà di Agraria dell’Università di Torino fa il punto sulla filiera italiana dell'uva da tavola e anticipa i temi principali che saranno trattati all’ottavo simposio internazionale in programma dall’1 al 7 ottobre in Puglia e Sicilia
Uva da tavola, scommettere sul rinnovamento varietale
Da prima produttrice ed esportatrice al mondo di uva da tavola, nel giro di quindici anni l’Italia è scesa all’ottavo posto per volumi prodotti e al terzo per spedizioni oltreconfine. Le superfici coltivate si sono ridotte, mentre a livello globale il consumo è cresciuto. Le cause di questo declino sono molteplici, ma la resistenza degli imprenditori agricoli italiani all’introduzione di nuove cultivar è considerata da più voci la principale. E proprio di come fare per rilanciare questo importante comparto della frutticoltura made in Italy si parlerà durante l’ottavo simposio internazionale dell’uva da tavola in programma dall’1 al 7 ottobre in Puglia e Sicilia, le due regioni italiane più vocate a questa produzione
Sistemi di impianto, materiali innovativi e moderne tecnologie di coltivazione dell’uva...
L’Italia non può perdere vantaggi competitivi nei confronti dei mercati. Per farlo deve investire nel miglioramento genetico sulla qualità, nelle tecnologie di coltivazione, nei sistemi più innovativi di monitoraggio e gestione delle pratiche agronomiche. Cosa si può fare già da domani?
Una nuova viticoltura sostenibile con gli ibridi dell’Università di Udine
Dieci nuove varietà di uva
da vino resistenti
alle malattie ottenute
dall’Università di Udine
in collaborazione con IGA
e registrate nel 2015 al Mipaaf. Almeno 380 i genotipi resistenti alle malattie coltivati in 25
Paesi viticoli, tutti ottenuti
con metodi tradizionali
di incrocio e selezione.
Il quadro della situazione per spiegare il recente successo dei vitigni resistenti ottenuti in Italia e le prospettive offerte dalle nuove tecnologie molecolari.
Le varietà apirene potranno rilanciare le esportazioni
Italia ancora leader nella produzione di uva da tavola, ma in ritardo nel rinnovamento varietale. Da tempo emerge la necessità di puntare su nuovi prodotti che all’assenza dei semi devono associare elevata qualità estetica e gustativa. Aumenta la competizione internazionale con la crescita di Paesi terzi capaci di esportare in tutto il mondo e per lunghi periodi dell’anno.
Tecniche innovative per la gestione delle chiome di vite
Una sintesi delle esperienze condotte sul Sangiovese delle colline toscane. L'epoca ottimale per la defogliazione basale dei germogli alla fioritura è quando sono aperti dal 5 al 10 % dei fiori: l'intervento riduce l'allegagione e rende i grappoli più spargoli e meno soggetti a Botrite.
L'epoca ottimale per la defogliazione apicale dei germogli all'invaiatura è quando sono invaiati il 50% circa degli acini: l'intervento rallenta l'accumulo degli zuccheri e la raccolta può essere convenientemente ritardata con effetti positivi sulla qualità delle uve.
Uva da tavola, domanda fiacca
In Puglia rese basse, ma prezzi giù del 25-30%
per le prime uve con semi
Apirene, nuove varietà
Le uve Arra sono coltivate in 15 Paesi su 1.000 ha, di cui 110 in Italia