Il comparto dei piccoli frutti continua a mostrare importanti segnali di crescita. Nuovi comportamenti di consumo, innovazione varietale e prospettive nei mercati internazionali sono i temi emersi durante l’Italian Berry Day, grande novità di Macfrut 2021, promosso da Ncx Drahorad e ItalianBerry.it in collaborazione con la fiera internazionale dell’ortofrutta.
Crescono i consumi
In soli cinque anni, in Italia i consumi dei piccoli frutti (escluso il fuori casa) sono infatti saliti dalle 5.900 tonnellate circa del 2016 alle 9.700 tonnellate del 2020 (+64%) e nel primo semestre 2021 si è registrata un'ulteriore crescita, con un aumento del 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’interesse del mercato retail viene confermato anche valutando la crescita delle importazioni negli anni. Nel 2020 sono entrate nel nostro Paese circa 17.400 tonnellate di piccoli frutti, soprattutto mirtilli e lamponi da Spagna e Cile, a fronte di circa 13 mila tonnellate del 2016. Davanti a tale scenario, caratterizzato dall’importante ruolo svolto dalle importazioni, risulta dunque naturale l'aumento di attenzione nei confronti di queste produzioni anche da parte degli operatori nostrani.
Ad aprire i lavori del convegno Marco Pellizzoni, Direttore Commerciare – Consumer Panel & Services di GFK Italia che ha tracciato una panoramica sui comportamenti di acquisto nella categoria piccoli frutti: «In un anno in cui il comparto frutta ha registrato una flessione dell’acquisto medio pari al 6%, i piccoli frutti sono stati un driver di crescita nel settore». I volumi di piccoli frutti sono infatti aumentati del +26%, con un numero di famiglie italiane consumatrici che è passato da 19 a 20,1 milioni.
Nel mercato globale del mirtillo, sapore e croccantezza sono fattori differenzianti per il consumatore. «Per fare fronte alle richieste dei consumatori italiani che richiedono un prodotto qualitativamente superiore è necessario lavorare sull’innovazione varietale - sostiene Andrea Pergher, Supporto tecnico e vendita Sud-Est Europa e Regno Unito di Fall Creek Farm & Nursery. Questo è un momento di evoluzione per i mirtilli, la qualità deve differenziare ma anche il packaging ricopre un ruolo importante. È necessario adattare il packaging alle diverse esigenze del mercato: ecosostenibile da un lato ma anche più grande per aumentare i volumi».
Un altro trend da considerare è anche la domanda di prodotto locale a cui si deve prestare attenzione per far crescere la categoria.
Thomas Drahorad, Presidente di NCX Drahorad, ha presentato uno scenario su costi e marginalità nel comparto dei piccoli frutti, concludendo con un appello alla collaborazione: «Con prezzi costanti e con una programmazione agevolata che migliori la qualità, si va incontro a un aumento dei margini per tutta la filiera del +25% annuo».
Le sfide dell'export
A seguire, Marta Betancur, Vicepresidente di SHAFFE (Southern Hemisphere Association of Fresh Fruit Exporters) e Andrés Armstrong, Direttore Esecutivo Chilean Blueberry Commitee, hanno dato una panoramica delle opportunità e delle sfide nell’export dei piccoli frutti dall’Emisfero Sud.
«Nonostante la pandemia, le difficoltà logistiche, i cambiamenti climatici e le protezioni fitosanitarie dei vari paesi, l’Emisfero Sud è sulla strada per trasformare il consumo di piccoli frutti attraverso nuove varietà e qualità e fornitura costante. Sono molte le opportunità nel mercato dei mirtilli cileni, la disponibilità dei frutti tutto l'anno aiuta infatti la crescita del consumo. Inoltre la bassa penetrazione dei mirtilli nel mercato porta ad opportunità di sviluppo soprattutto Europa e in Asia. Importanti sono anche le nuove ricerche fatte sui mirtilli che stanno riscontrando nuovi benefici sulla salute dei consumatori per questo investire in marketing e comunicazione risulta fondamentale per far crescere i consumi».
I numeri del settore
A fare una panoramica del contesto produttivo in termini di superfici e investimenti strategici dedicati, è intervenuto nell’ambito dell'Italian Berry Day, Tomas Bosi di CSO Italy.
«L’aggiornamento della stima degli areali al 2021 conferma il trend di ampliamento in atto da diversi anni in più Regioni. A livello complessivo, si parla di poco meno di 2.200 ettari, con una cresciuta del 10% in un solo anno, e appena tre anni fa tali superfici erano meno di 1.700 ettari. Dunque la tendenza all’incremento in atto è molto evidente. Tra tutte le specie di piccoli frutti, i mirtilli sono quelli più diffusi e si attestano su quasi 1.400 ettari (+9% sul 2020); seguono i lamponi che sono saliti a circa 400 ettari (+12%) e, più distanziate ma in ascesa, le more con poco più di 200 ettari dedicati. Infine ci sono i ribes con circa 180 ettari.
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Al di là della variazione rispetto alla scorsa annata, va detto che l’estensione produttiva abbraccia tutte le specie. I mirtilli, si tratta di una produzione ancora prevalentemente legata alle regioni del Nord, detengono il 90% degli impianti nazionali, ma evidenziano segnali di crescita anche al Sud dove sono stati raggiunti quasi i 100 ettari, grazie a una buona accelerata registrata nell’ultimo biennio. Stessa curva di crescita per i lamponi, per i quali si riscontra un incremento produttivo soprattutto nel Meridione, mentre nel Settentrione i dati restano grosso modo stabili, soprattutto nelle principali Regioni di produzione quali Trentino Alto Adige, Piemonte, Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. Trentino e Veneto si contendono il primato in termini di superfici di more, ma l’interesse, anche per questa specie, cresce un po' ovunque lungo la Penisola compreso l'estremo Sud».
Post raccolta e commercializzazione
Nour Abdrabbo, Direttore Commerciale di Unitec: «Per ottenere la fiducia del mercato e aumentare i consumi si deve puntare su una corretta selezione di calibro, colore e qualità dei singoli frutti a 360 gradi. La selezione oggi deve affidarsi alla tecnologia».
Luigi Garavaglia, R&D Manager di ILIP ha presentato la nuova soluzione di pack che permette di estendere la shelf-life dei berries fino a 48 ore in più rispetto ad un pack non attivo.
Matteo Molari, Managing Partner di Molari Berries & Breeding ha presentato una case history sui lamponi: «è necessario far riconoscere al consumatore la varietà e fargli comprare un prodotto non per il marchio ma per la qualità del prodotto stesso».