Pero, si affilano le armi contro maculatura bruna e stress idrici

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Allo studio approcci innovativi indirizzati a contrastare la maculatura bruna e strategie irrigue per ridurre gli stress fisiologici generati dai cambiamenti climatici

È ora di percorrere una nuova strada per il comparto pericolo emiliano-romagnolo, già da anni in difficoltà per la maculatura bruna causata dal fungo Stemphyllium vesicarium, oltre che per gli attacchi massicci della cimice asiatica Halyomorpha Halys. La nuova strada è tracciata dal progetto A.ma.pero - Approcci innovativi indirizzati a contrastare la maculatura bruna finalizzato a studiare nuovi percorsi per contrastare il fungo parassita, considerando una gestione economicamente sostenibile delle coltivazioni di pero nel rispetto delle nuove strategie Farm to Fork, connesse anche alla mitigazione dei cambiamenti ambientali.

Capofila di A.ma.pero è la società cooperativa Ri.Nova, insieme alle unità operative delle Università di Bologna, di Ferrara, di Modena e Reggio Emilia.

Dopo aver approfondito la conoscenza sull’identità e sulla struttura delle comunità microbiche epifite su frutti sintomatici e asintomatici di pero Abate Fétel in Emilia-Romagna, il progetto ha analizzato il ruolo ecologico e la sua correlazione nell’insorgenza della maculatura bruna. Inoltre, è stato approfondito lo studio del patogeno S. vesicarium con indagini filogenetiche in grado di individuare anche eventuali incrementi di virulenza o aggressività.

Tre azioni per ottenere risultati concreti

Il progetto portato avanti in questi anni e che terminerà alla fine di dicembre p.v., si è svolto secondo tre diverse azioni:

  1. ottenere un quadro conoscitivo sull’identità e la struttura delle comunità microbiche, focalizzando gli studi su batteri e lieviti che formano il microbiota epifita nel pereto nelle diverse gestioni fitoiatriche, al fine di poter individuare potenziali antagonisti del fungo patogeno.
  2. approfondire la conoscenza sulla struttura chimica delle tossine prodotte da S. vesicarium e a valutarne la presenza in alcune popolazioni fungine.
  3. divulgare i risultati per trasferire gli elementi informativi e tecnici acquisisti durante il progetto agli operatori del settore agricolo e agro-industriale, fra cui tecnici e in generale a tutto il settore agricolo regionale.

Il percorso di ricerca ha restituito dati interessanti, frutto di un lavoro capillare che ha coinvolto tre enti universitari di ricerca: Università di Bologna, Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Ferrara. Dalle analisi sono emersi elementi nuovi sul comportamento del patogeno, aprendo prospettive utili per strategie di difesa più mirate e sostenibili.

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«Per quanto riguarda la conoscenza delle comunità microbiche, sono stati raccolti e analizzati campioni provenienti da pereti a gestione integrata e biologica, isolando e caratterizzando diversi ceppi di S. vesicarium. Queste indagini hanno evidenziato una elevata similarità genetica tra gli isolati con alcune differenze nella loro virulenza - spiega la Prof.ssa Marina Collina dell’Università di Bologna, responsabile scientifico del progetto -. Le analisi di diversità microbica hanno mostrato alcune differenze significative tra frutteti gestiti con tecniche diverse in particolar modo per quello che riguarda le specie di lieviti. Tuttavia, i risultati non ci permettono di correlare la gravità della malattia con la diversità del microbiota presente sulla superficie dei frutti. Sul fronte dello studio delle tossine, il progetto ha permesso di individuare alcune sostanze prodotte dal fungo che potrebbero avere un ruolo nello sviluppo della maculatura bruna. Le analisi condotte attraverso diversi approcci sperimentali ci stanno aiutando a comprendere i meccanismi alla base della relazione tra pianta e patogeno. L’identificazione delle molecole coinvolte nello sviluppo della malattia rappresenterà un traguardo importante anche per lo sviluppo di possibili nuovi strumenti di difesa».

Cambiamenti climatici e nuove tecniche irrigue

Sempre sulla coltura del pero, è in pieno svolgimento Pewu – Pear Efficiency Water Use, il progetto avviato nel 2024 con l’obiettivo di ridurre i consumi di acqua del pero, oggi messa a dura prova dagli effetti del cambiamento climatico.

Negli ultimi anni i frutteti sono stati colpiti da estati torride con temperature oltre i 35 °C, lunghi periodi di siccità e precipitazioni improvvise e intense. Queste condizioni hanno provocato forti stress fisiologici nelle piante, con cali di produttività e un aumento degli espianti, in particolare per la varietà Abate Fétel, di grande valore commerciale. In questo scenario diventa cruciale trovare soluzioni capaci di conciliare la sostenibilità economica delle aziende agricole con la tutela ambientale e la gestione intelligente delle risorse idriche.

Pewu nasce proprio con questo scopo: definire nuove strategie di irrigazione per migliorare la resa dei pereti riducendo i consumi di acqua. Il progetto si concentra infatti sul monitoraggio dei consumi idrici dei pereti in relazione ai mutati scenari climatici, per capire come sono cambiate le esigenze delle piante nelle diverse fasi di sviluppo.

Il progetto, che si concluderà nel 2027, studia l’irrigazione di precisione grazie a sensori e intelligenza artificiale, per automatizzare i processi e ottimizzare ogni goccia d’acqua. Infatti, sperimenta nuove soluzioni impiantistiche, come doppia ala gocciolante, minisprinkler localizzati e sistemi pulsanti in grado di contrastare gli stress da caldo, siccità e temperature elevate del suolo. Mette inoltre a punto un sistema di allerta climatica per monitorare le temperature nella zona radicale e guidare in tempo reale gli interventi irrigui.

Accanto al mondo della ricerca, che coinvolge anche l’Università di Bologna, partecipa il Canale Emiliano-Romagnolo, l’ente formativo Dinamica, Astra Innovazione e Sviluppo e 14 realtà produttive e cooperative agricole tra cui Apo Conerpo, Granfrutta Zani, Orogel Fresco, Agrintesa, Italfrutta, Fruit Modena Group, Cico, AFE e diverse aziende agricole del territorio. Una rete, quella costituita dal progetto, che rappresenta la spina dorsale del comparto pericolo regionale, fortemente impegnata a garantire qualità e continuità produttiva.

Pero, si affilano le armi contro maculatura bruna e stress idrici - Ultima modifica: 2025-11-03T12:17:31+01:00 da Redazione Frutticoltura

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