Morìa del melo e scopazzi sono le principali emergenze della frutticoltura trentina

moria del melo
moria del melo
Alla 25esima giornata frutticola delle valli del Noce organizzata dalla Fondazione Edmund Mach è stato fatto il punto su due importanti emergenze fitosanitarie quali moria e scopazzi del melo, ma anche i primi risultati dei trattamenti fitosanitari con impianti soprachioma, unitamente alla fertilità del suolo e all'uso di ammendanti

Da 25 anni il Centro Trasferimento Tecnologico di FEM (CTT), organizza a fine inverno una giornata tecnica sui problemi di maggiore attualità della Valle di Non Cles. Un incontro che anche quest’anno a causa di Covid 19 si è svolto in diretta streaming sul canale youtube della FEM ed ha visto collegati oltre 150 frutticoltori e tecnici interessati a conoscere le ultime novità sui temi della moria dei melo, della fertilità del terreno, degli scopazzi del melo (che dopo alcuni anni di dormienza ricominciano a dare preoccupazioni ai frutticoltori) dei risultati delle prove sperimentali sui trattamenti fitosanitari sopra chioma.

Morìa del melo, un problema ancora irrisolto

moria melo
Mario Del Grosso Destreri

L’apertura dei lavori al direttore generale di FEM, Mario Del Grosso Destreri, che dopo aver ricordata la ricorrenza dei 25 anni della giornata che simboleggia un impegno costante e tenace da parte dei colleghi che si occupano di sperimentazione e di consulenza tecnica sul territorio, ha sottolineato la grande attualità dei temi all’ordine del giorno, con particolare attenzione a quello della moria del melo per il quale dopo vent’anni di ricerca non si è ancora in grado di dare risposte complete e certe per combatterla.

Tommaso Pantezzi

L’incontro è stato moderata da Tommaso Pantezzi, responsabile dell’Unità Frutticoltura di FEM, ha visto una prima relazione sulla presentazione delle indagini e delle prove sperimentali tese a studiare il fenomeno della moria del melo che è ricomparsa in maniera grave colpendo un elevato numero di frutteti in tutte le zone del Trentino Val di Non compresa. Molte delle piante colpite ha affermato Stefano Corradini del CTT, dopo apparente miglioramento dovuto alle condizioni climatiche del mese di maggio del 2021, sono definitivamente deperite nel periodo estivo ed autunnale. Il risultato è stato quello che a fine stagione si sono contate centinaia di casi con percentuali elevate di piante in forte deperimento o completamente collassate. Questo fenomeno, presente anche in altre aree frutticole del Nord Italia e all’estero, compare in maniera imprevedibile ormai da diversi anni. I primi casi di moria sono stati rilevati oltre 20 anni orsono, e in questo periodo sono state attivate numerose indagini di campo e prove sperimentali per trovare possibili soluzioni tecniche al problema. Purtroppo ad oggi non è stata trovata una chiara soluzione al fenomeno della moria, ma si è solo raggiunto un quadro più completo della problematica mettendo in luce i fattori che possono mitigarla o aggravarla.

Ammendanti scarsamente utilizzati

È stata evidenziata l'importanza dell'apporto della sostanza organica specialmente dopo i problemi di fertilità manifestati dai terreni oggetto di lavorazioni in occasione dei rinnovi degli impianti. Tuttavia si osserva che in molti frutteti il ripristino di sostanza organica viene poco o per nulla effettuato, preferendo la distribuzione di concimi minerali o organici. L’apporto di sostanza organica utile al mantenimento di una buona fertilità dei terreni agrari si ottiene solo mediante la distribuzione di ammendanti in notevole quantità e di elevata qualità. Le principali tipologie di ammendanti impiegate in frutticoltura sono letame maturo, frazione solida dei liquami maturi, frazione solida del digestato maturo, compost, torba. In Trentino, per i frutticoltori, esistono diverse opportunità di trovare ed utilizzare con comodità e sostenibilità economica, ammendanti di ottima qualità.

La carenza di fertilità dei suoli e il ruolo degli ammendanti è stata messa a fuoco da Andrea Cristoforetti del CCT, che ha sottolineato come il re degli ammendanti sia il letame maturo, pur in presenza di alternative che non sono certo all’altezza del letame.

Scopazzi del melo in aumento

Gli scopazzi del melo (Apple proliferation), sono ormai considerati una malattia endemica, che ricompare con diversi gradi di gravità da una zona all’altra. Ad affermarlo Deborah Gabardi del CTT. Ad esempio, dal monitoraggio condotto a livello provinciale da diversi anni risulta che in alcuni areali si riscontra un aumento preoccupante di piante sintomatiche.

moria melo
Scopazzo del melo

Questo fenomeno si registra particolarmente in Alta Valle di Non dove la percentuale di piante infette mediamente è superiore al 2%, contro una media provinciale rilevata negli ultimi monitoraggi, dello 0,67% e quella della bassa Val di Non che va dal 0,4 al 0,5%. Va detto che a differenza della moria dei meli, per la quale non ci sono risposte chiare, in questo caso l’analisi ed il confronto dell’evoluzione degli scopazzi e dei vettori presenti nelle diverse realtà hanno permesso di evidenziare quali sono le azioni che meglio di altre riescono a contenere la problematica. Gabardi, ha poi sottolineato come anche nelle aree critiche il puntuale estirpo delle piante infette permette una riduzione dell’inoculo e un rallentamento dell’incremento della malattia. Anche l’effettuazione puntuale dei trattamenti contro l’insetto vettore, la C. melanoneura, particolarmente la prima generazione, è un fattore importante nel controllo degli scopazzi.

Interesse per i trattamenti fitosanitari sopra chioma

Prospettive interessanti si stanno aprendo per l’applicazione dei prodotti fitosanitari mediante impianti di erogazione sopra chioma. Le possibilità e i vantaggi offerti sono molti, particolarmente per la tempestività dei trattamenti, per la distribuzione localizzata, per la possibilità di trattare in pochi minuti e nelle condizioni ideali particolarmente nelle zone ripide e scivolose con maggiore sicurezza per l’operatore. Ne ha parlato Daniele Bondesan del CTT.

Morìa del melo e scopazzi sono le principali emergenze della frutticoltura trentina - Ultima modifica: 2022-03-02T15:06:04+01:00 da Sara Vitali

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