L’inerbimento dell’interfilare migliora la struttura del suolo

inerbimento trifoglio
A differenza dell'interfilare lavorato, l’inerbimento naturale e in particolare quello con trifoglio apportando una serie di benefici di tipo agronomico-ambientale senza incidere né sul potenziale idrico e di fotosintesi della piante, né sulla crescita dei frutti

Migliorare la sostenibilità dei frutteti attraverso la pratica dell’inerbimento degli interfilari, in particolare del pereto, è stato l’obiettivo di Ifasa - Inerbimento nei Frutteti per l’Aumento della Sostenibilità Aziendale, progetto finanziato dal Psr 2014-2020 della Regione Emilia-Romagna, i cui risultati sono stati presentati durante il convegno conclusivo del 18 luglio al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell'Università di Bologna. Sono stati partner del progetto Ifasa: Distal - Università di Bologna (capofila), Crpa scpa, Dipartimento di Scienze Chimiche, Farmaceutiche ed Agrarie - Università di Ferrara; Dinamica scarl; Fondazione per l'Agricoltura Fratelli Navarra.


Leggi l'articolo "L’inerbimento del pereto con trifoglio porta molti benefici" 


Per i vantaggi ambientali che apporta, la tecnica dell’inerbimento rientra tra quelle previste dall’eco-schema 2 della Pac, che mira a promuovere la riduzione dell’erosione dei suoli, a limitare la lisciviazione dei nutrienti e l’inquinamento delle acque sotterranee, a mitigare i cambiamenti climatici, favorire apporti unitari di sostanza organica nel suolo, ridurre l’emissione di CO2. Per le colture arboree è previsto il mantenimento dell'inerbimento spontaneo o seminato nell'interfila o, per le colture arboree non in filare, all'esterno della proiezione verticale della chioma. Il premio riconosciuto è di 120 euro per ettaro.

I benefici dell'inerbimento

Le prove di Ifasa, realizzate in provincia di Ferrara, hanno messo a confronto l’inerbimento naturale, l’inerbimento controllato con trifoglio sotterraneo e la pratica oggi comune dell’interfilare lavorato.

Le tesi inerbite hanno dato parametri simili alla tesi lavorata per quanto riguarda la fisiologia delle piante, dimostrando di non provocare differenze a livello di potenziale idrico e di fotosintesi e nella crescita dei frutti. I parametri analizzati sono stati: potenziali idrici di tronco e foglia, fotosintesi, conduttanza stomatica, traspirazione, crescita dei germogli, crescita dei frutti (maggiori dettagli nella relazione sul sito https://goi.crpa.it/go/ifasa).

A differenza della tesi lavorata, l’inerbimento e il trifoglio in particolare hanno migliorato la struttura del suolo, apportando una serie di benefici di tipo agronomico-ambientale quali:

  • riduzione del compattamento;
  • incremento dell'umidità e del contenuto in azoto;
  • migliore transitabilità negli interfilari;
  • maggiore capacità del terreno di drenare l’acqua in eccesso;
  • microclima più favorevole alla coltura nel frutteto;
  • aumento della biodiversità e della fertilità dei suoli.

Nel caso dell'inerbimento con trifoglio, inoltre, si è ottenuto un drastico calo della presenza di graminacee nell'interfila e, di conseguenza, delle possibili fonti di inoculo della maculatura bruna. Questo aspetto, interessante per i suoi risvolti agronomici, economici e ambientali, merita di trovare ulteriori momenti di approfondimento, poiché nel corso del periodo di attività di Ifasa non è stato possibile discriminare l'incidenza della malattia nelle diverse tesi messe a confronto, in quanto il 2023 è stato un anno con una sua bassa presenza in tutto l'areale ferrarese.

Il sequestro del carbonio verificato nelle tesi con inerbimento, infine, ha dimostrato di contribuire alla riduzione dell’impronta carbonica della coltura.

L’inerbimento dell’interfilare migliora la struttura del suolo - Ultima modifica: 2024-07-31T16:17:05+02:00 da Sara Vitali

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