Per alcuni decenni Salvatore La Malfa è stato nel Metapontino, la pianura litoranea lucana che costeggia il mar Ionio ed è coltivata intensivamente a ortaggi e frutta, prima uno dei pionieri del vivaismo orticolo, poi uno dei suoi massimi esponenti, vantando un’azienda tecnologicamente moderna e competitiva. Una posizione mantenuta almeno fino al 2004, quando la crisi dell’orticoltura metapontina, manifestatasi anche con il drastico calo della domanda di piantine orticole, lo ha indotto a percorrere la strada nuova e più redditizia del vivaismo frutticolo (fruttiferi in vaso e agrumi).
Così, parallelamente alla produzione di piante di agrumi da frutto per gli agricoltori professionali, ha avviato anche quella di piante di agrumi ornamentali, diventata in pochi anni fondamentale per l’attività del vivaio.
Infatti, attualmente l’azienda vivaistica La Malfa Salvatore di Policoro (Mt), associata al Consorzio vivaisti lucani (Covil), destina ogni anno 2.000 m² di serra in ferro-plastica, pari a un quinto della superficie aziendale coperta, alla produzione di oltre 10mila piante di agrumi ornamentali: cedro (le varietà mano di Budda o dalle lunghe dita e Diamante), kumquat (le varietà Margarita, tondo ovale, a frutto piccolo, oboato o obovato), diverse varietà di limone (in particolare il limone di Rocca Imperiale, privo di semi e rifiorente), bergamotto (femminello e fantastico), chinotto, lima (purscha x chinotto), lime, pompelmo, ecc.
Tante destinazioni
«La produzione di agrumi ornamentali alimenta un interessante mercato, sia per il valore estetico sia per i frutti, che non è stato, almeno finora, scalfito dall’attuale crisi economica. Le loro piante vengono ricercate da garden e agrofarmacie che vendono articoli da giardinaggio, da privati per i loro giardini, da hobbisti, persino da amministrazioni pubbliche per abbellire aree verdi. I frutti vengono richiesti e ben pagati per usi particolari, come il lime da parte di bar e pub per la preparazione di cocktail, drink, aperitivi. Il mio mercato non riguarda solo la Basilicata, esso viene costantemente rinvigorito da turisti di tutta l’Italia, ma provenienti soprattutto dalle città del Nord, come Milano, Torino, Genova, Bologna e altre, che portano queste piante nei loro giardini, sistemandole in apposite serrette o coprendole con tessuto non tessuto nei mesi invernali per difenderle dai rigori del freddo».
Semi e portainnesti
Per la produzione delle piante di agrumi ornamentali La Malfa parte dai semi necessari a ottenere i portainnesti, sui quali dopo innesta le marze. «Utilizzo semi provenienti sia da campi di piante madri del Covil, sia da strutture agrumicole certificate della California. I portainnesti più adatti sono l’arancio trifogliato (Poncirus trifoliata), l’arancio amaro (Citrus
aurantium), l’Alemow (Citrus macrophylla), il limone Volkameriana (Citrus volkameriano), il Citrange Carrizo e il Citrange Troyer C35 (entrambi Citrus sinensis x Poncirus trifoliata). Effettuo la semina in vasi quadrati da 7 cm, in serra fredda, riscaldata naturalmente dal sole che alla latitudine di Policoro non manca quasi mai. Utilizzo, sia per la semina sia per la successiva rinvasatura, un terriccio costituito da torbe, bruna e bionda, e pomice realizzato appositamente per me in Germania».
Un ciclo produttivo dura in genere un anno e mezzo: semina a gennaio, trasferimento dopo 60 giorni in vaso tondo e/o quadrato da 18 cm, innesto dopo altri 12 mesi, consegna al cliente a partire da quattro mesi dopo l’innesto. Per l’innesto La Malfa adotta la tecnica di innesto a penna, tipologia “mummia”, così l’ha definita.
Innesto a penna
Le fasi sono: taglio orizzontale del portainnesto a circa 30 cm dal colletto, incisione verticale lunga 5 cm sulla parte superiore del portainnesto per la successiva inserzione della marza, legatura della marza al portainnesto con un elastico, ampia copertura del punto di innesto con un pezzo di buddy tape, un nastro, sviluppato in Giappone, dalle caratteristiche innovative per qualunque tipo di innesto, in grado di garantire facile e rapida applicazione, riduzione dei costi di manodopera ed elevata percentuale di attecchimento dell’innesto.
«Rispetto alla tecnica tradizionale di innesto ho eliminato la copertura della marza con il doppio sacchetto, uno di carta e l’altro di plastica. Solo nel periodo invernale la marza viene protetta dalle basse temperature con una busta di plastica; invece da marzo a settembre è completamente libera. Questo semplice accorgimento, oltre a rendere più pratico l’innesto, mi permette di constatare visivamente con estrema facilità l’eventuale attecchimento e quindi di prolungare il periodo d’innesto da tre a otto mesi».
L’esperienza acquisita come vivaista orticolo ha permesso a La Malfa di ottimizzare la gestione del vivaismo ornamentale, ad esempio mediante la produzione su bancali, il ricorso al banco di fertirrigazione computerizzato, l’utilizzo degli irrigatori mobili. «Il banco di fertirrigazione è il cuore produttivo della serra, perché consente di regolare la conducibilità elettrica, il pH e la giusta proporzione fra i diversi elementi della soluzione nutritiva. Ogni pianta è dotata di un lungo gocciolatore, piantato ben dentro il terriccio per bagnare bene tutto l’apparato radicale. Con lo stesso impianto effettuo, oltre alla fertirrigazione, anche la difesa fitosanitaria».
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