Le pratiche di inerbimento controllato in noccioleto possono essere una valida alternativa agli erbicidi e una risposta efficace alle sfide poste dal mutamento climatico. Le conclusioni emergono da uno studio condotto, nella stagione 2024, dai tecnici della Fondazione Agrion nei corileti sperimentali di Cascina Nasio, sede distaccata dell’ente di ricerca a Cravanzana, nelle Langhe cuneesi.
Un mix vantaggioso di festuca, poa, loietto e trifoglio
Simone Bardella è uno dei ricercatori che ha preso parte alle prove: «Abbiamo cercato di creare una situazione ottimale che consentisse di evitare la dispersione di nutrienti prodotta da ruscellamento su suoli nudi – conseguenza di precipitazioni sempre più intense e concentrate - e al contempo di utilizzare la copertura vegetale per ridurre le temperature del terreno, ovviando alle problematiche di surriscaldamento dell’apparato radicale del nocciolo e alla perdita di umidità dagli stomi».
I mix combinano, con diverse proporzioni, quattro specie di piante erbacee: festuca, poa, loietto e trifoglio. Colline verdi, realizzato da Padana Sementi, contiene Festuca arundinacea e rubra, Loietto perenne, Poa pratensis e Trifoglio repens; Inerbee core, marchio di Tempo verde, utilizza Festuca arundinacea e ovina, Loietto perenne, Poa pratensis, e Trifoglio squarroso; Collio leg, messo a punto da Masseeds, mescola Festuca ovina e rubra, Loietto perenne, Poa pratensis, Trifoglio bianco nano e micheliano. «I tre prodotti utilizzano varietà che si sviluppano precocemente e impediscono la diffusione delle malerbe.
Le prove, condotte in un noccioleto messo a dimora nel 2017, hanno interessato una superficie di 800 metri quadrati suddivisi in quattro parcelle: tre tesi e un testimone.
«La semina è avvenuta a fine marzo ed è stata preceduta, nel mese di febbraio, da una letamazione e fresatura del fondo. In alternativa avremo potuto eseguire le operazioni in autunno, ultimato l’interramento del concime, ma l’andamento siccitoso delle ultime annate ci ha indotti a preferire la semina tardiva, per evitare problemi di germinazione», precisa Bardella. I miscugli di sementi adoperati, «sono prodotti disponibili in commercio. Volevamo prospettare agli agricoltori interessati soluzioni immediatamente applicabili, per questo abbiamo evitato la realizzazione di mescole in laboratorio».
I parametri analizzati
Ai primi monitoraggi, condotti a fine aprile per valutare l’attecchimento dopo la semina, è seguito un rilievo il 21 maggio e due ulteriori verifiche: il 9 luglio, dopo un primo sfalcio eseguito il 17 giugno, e il 23 agosto, dopo le operazioni di trinciatura del 17 luglio. I dati raccolti consentono un primo bilancio delle attività.
La densità di infestanti per metro quadro è il primo parametro analizzato: «Il 21 maggio nel testimone erano presenti 10 piante infestanti per metro quadrato, lo stesso per la parcella seminata con Inerbee core, otto nel caso di Colline verdi, poco più di 4 per Collio leg», commenta il tecnico Agrion. «Dopo la prima trinciatura il testimone presentava una media di 5,4 piante per metro quadro, zero le parcelle seminate con Colline verdi e Collio leg, circa una quella di Inerbee core. I risultati dei tre miscugli non hanno evidenziato differenze significative». Una leggera risalita degli indicatori è stata riscontrata il 23 agosto: poco più di 3 infestanti per metro quadro nel testimone, 2,4 per Colline verdi e Collio leg, 4,4 nel caso di Inerbee core.

Il grado di copertura del suolo è il secondo parametro valutato: «Tutti i mix impiegati hanno offerto una buona copertura e mostrato grandi capacità di ripresa dopo i due interventi di sfalcio». A due mesi dalla semina «le parcelle seminate con i mix di sementi hanno raggiunto un grado di copertura del 100 per cento, mentre nel testimone il dato si è fermato al 40 per cento, con il 60 per cento di terreno nudo». Quadro analogo è emerso dal rilievo del 9 luglio, «Colline verdi, Collio leg e Inerbee core hanno garantito una copertura doppia rispetto al testimone, dove il dato si è fermato al 40 per cento. A fine agosto si è avuta una ripresa generalizzata con valori oltre il 90 per cento in tutte le parcelle».

L’analisi delle temperature al suolo fornisce indicazioni utili per valutare l’impatto dell’evapotraspirazione: «Fra le parcelle e il testimone abbiamo registrato una variazione fra i 2,5 e i 3 gradi al suolo - aggiunge Bardella, che precisa – le misurazioni sono avvenute mediante data logger, visto che non avevamo a disposizione delle sonde». Le prove proseguiranno, nell’ambito del progetto “Nocciola tonda gentile produttiva”, varato dall’assessorato regionale all’agricoltura e affidato alla supervisione di Agrion. «I test verranno estesi anche a corileti di recente impianto: impiegheremo delle sonde per misurare la temperatura e l’umidità in profondità ottenendo dati più precisi».
Equilibrio tra risparmio economico e sostenibilità
Le prime indicazioni operative, tuttavia, sono già disponibili: «Sostituire l’inerbimento e lo sfalcio agli interventi con erbicidi consente di raggiungere un buon equilibrio fra risparmio economico e sostenibilità ambientale. Il diserbante viene limitato al sottofila, rispettando il vincolo d’impiego che consente di trattamenti erbicidi sul 30 per cento della superficie di ciascun ettaro coltivato. Inoltre, i residui lasciati in noccioleto, dopo le operazioni di trinciatura, permettono, nel lungo periodo, di migliorare la dotazione organica del terreno». L’unico neo è l’orizzonte temporale: «La copertura – conclude Bardella - dev’essere rinnovata annualmente, con nuove operazioni di semina: l’interramento autunnale dei concimi preclude alla continuità nello sviluppo vegetale delle essenze impiegate».